martedì 3 luglio 2012

"Il buon medico non obietta"


I promotori della campagna "Il buon medico non obietta" non capiscono che il medico sa benissimo cosa succede quando maneggia la cannula dell’aspiratore Karman introdotta nell’utero della donna in anestesia locale.
Non sanno che ci vuole una certa forza per staccare il feto dalla parete uterina, e che bisogna fare dei movimenti avanti e indietro, da destra a sinistra, dall’alto in basso. Il feto non si stacca facilmente e quindi occorre fare movimenti energici, tanto che anche il corpo della donna si muove un poco. Il medico avverte bene cosa passa attraverso la cannula del Karman, sotto forma di pezzi abbastanza consistenti. Non sanno che alla fine il medico con una specie di pinza entra nell’utero per estrarre i pezzi più grandi, fra i quali la testa del povero feto. Non hanno mai scoperchiato il bidone attaccato all’aspiratore dopo una mattinata di aborti, e non hanno mai visto le gambine, le braccia, le manine tutte ammassate. Loro non sanno, ma il medico si.
E si lamentano e urlano perché quasi nessuno vuole praticare gli aborti ? Ma un medico è un medico!  Faranno una precettazione obbligatoria?
Ai paladini dell'aborto come diritto bisognerebbe fare vedere il video “Il grido silenzioso” del dottor Nathanson, il famoso ginecologo abortista che dopo aver visto un aborto sotto ecografia diventò convinto pro life.
Nessuna intenzione offensiva, ma per far capire forse occorre dire proprio tutto. Tanta ostinazione può essere smossa (forse) con la semplice realtà.
Ma sotto questa ostinazione c'è di più. L'aborto concesso e fatto fare agli altri serve per confermare  a tutti i costi una ideologia che per gli abortisti è simile ad una "religione". Non è più un argomento per la sovrapopolazione, per ovviare a certe povertà, per la salute della donna, per le gravidanze in giovane età: è proprio la contrapposizione ad un'idea. Per questo si battono anche contro l'evidenza, confortati dal fatto che sono molti a pensarla così. E dato che sono in molti a pensare che l'aborto deve diventare un diritto loro credono che basti essere in tanti a chiedere la stessa cosa per sostenere che sia "giusta". Più sono risucchiati in questo vortice, che loro stessi hanno avviato, più non capiscono e si meraviglino che altri si contrappongano. Inoltre non riescono più a "tornare indietro" perchè significherebbe sconfessare tutti gli anni passati a difendere l'aborto e, ancor più doloroso, provare terribili sensi di colpa. Il dottor Nathanson si fermò in tempo e riuscì. Ma ammise i suoi torti e amaramente sconfessò le sue idee. Si liberò dal macigno e visse gli ultimi anni in pace perchè testimoniò la verità. I medici obiettori sanno che la loro salute psichica e morale è un grande valore anche per altri e sanno anche che sono loro i veri "amici" delle donne.

Gabriele Soliani

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