martedì 8 ottobre 2013

L'aborto in base al sesso del bambino "fa impressione" al Fatto Quotidiano ...

Il Fatto Quotidiano rilancia un articolo del The Telegraph dove si riferisce che il Crown Prosecution Service avrebbe deciso di non procedere nei confronti di due medici che avevano acconsentito a praticare aborti basati sul sesso del nascituro. 

Il Fatto Quotidiano, nella presentazione in internet, la prende alla lontana: si chiede, infatti, "se questa possibilità assomigli troppo all'eugenetica". 
Il giornalista Pietro Citati, nel video di presentazione del giornale, osserva che "è vero che nel Nord Europa l'eugenetica è una tradizione, ma la conferma che questa pratica possa essere in qualche modo legale nella Gran Bretagna di oggi fa comunque impressione". 

Non possiamo che gioire per questo sussulto di umanità: il fatto che un bambino (o una bambina) sia ucciso prima della nascita non può che "fare impressione". 
Oppure fa impressione solo l'uccisione di una bambina e solo se essa è decisa perché si tratta, appunto, di una bambina?
Per restare all'eugenetica: al giornalista del Fatto quotidiano "fa impressione" che l'uccisione del bambino venga deciso perché si tratta di disabile, oppure di down, oppure perché malato o "imperfetto"? Non è anche questa eugenetica?

Ma andiamo ancora più in là: davvero il giornalista del "Fatto quotidiano" è disposto a giudicare gli aborti sulla base di quello che pensa la madre? E' quindi favorevole a vietare l'aborto volontario quando, esaminati i motivi per i quali la donna chiede di abortire, si scopre che ella non vuole una figlia femmina, ma un figlio maschio?

Interessante mi pare un'altra domanda: in Italia, sulla base della legge 194, l'aborto basato sul sesso del nascituro è legale? Il giornalista del Fatto Quotidiano si sorprenderebbe nello scoprire che, sì, si tratta di pratica legale, perché, ovviamente, alla legge non interessa affatto il reale motivo per cui la donna vuole abortire (motivo che, infatti, non viene nemmeno registrato nei primi tre mesi di gravidanza): l'aborto volontario è sempre permesso!

Vedremo se qualcuno nel Fatto Quotidiano farà qualche altra riflessione sul fatto che l'eugenetica, dal Nord Europa, è scesa anche in Italia ...

Giacomo Rocchi

lunedì 7 ottobre 2013

La legge 194 sull'aborto tutela la vita della donna?

Due notizie tragiche, quasi contemporanee, riferiscono della morte di due donne e dei loro bambini. 

A Milano, una donna di 37 anni è morta a seguito di un intervento abortivo che - riferisce l'articolo del Giorno - era "un’operazione chirurgica già pianificata e preceduta da visite e controlli. L’unico cambiamento intercorso era quello della data dell’intervento che era stato semplicemente anticipato ma era programmato da tempo". 

A Bologna, una donna è morta dopo un'amniocentesi svolta alla 21a settimana di gravidanza. Ovviamente - alla luce delle notizie degli organi di stampa - non è certo che l'amniocentesi sia stata eseguita in relazione ad un possibile aborto volontario, eppure il sospetto è legittimo: il marito, al Resto del Carlino, afferma che "Mirela stava bene, la gravidanza era stata regolare. Poi avevamo fatto l’ecografia ed erano emerse malformazioni ai reni del feto. I medici hanno detto che bisognava fare l’amniocentesi, che era necessaria, anche se c’era un rischio minimo di complicazioni. L’abbiamo fatta mercoledì, le hanno dato gli antibiotici, e siamo tornati a casa in attesa degli esiti"; l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna riferisce che " Un'ecografia morfologica aveva rilevato malformazioni fetali significative: nella giornata di mercoledì era stata eseguita un'amniocentesi per completare la consulenza genetica". 

A cosa serviva una consulenza genetica sul feto? Era urgente perché si stava avvicinando il termine oltre il quale non sarebbe stato più possibile eseguire l'aborto dopo avere accertato "rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro"?

La legge 194 permette l'aborto quando la prosecuzione della gravidanza comporterebbe un serio (o grave) pericolo per la salute della donna: ma in nessun passo della legge troverete l'obbligo per i medici e per gli operatori del consultorio di rappresentare alla donna che intende abortire il rischio per la sua salute fisica o psichica o anche per la sua vita. 
Già: perché che la gravidanza e la maternità possano essere un pericolo per la salute della donna la legge lo dà per scontato e, in definitiva, lascia la valutazione alla donna; che, invece, l'aborto - operazione cruenta e innaturale - possa integrare quel pericolo (anche se svolto in ospedali di eccellenza ...) nessuno lo dice ...

Aspettiamo gli esiti delle indagini; aspettiamo, però, anche la Relazione del Ministro della Salute del prossimo anno: quando riferirà delle complicanze, terrà conto anche di questi due casi?

Giacomo Rocchi