Questo strumento nasce per evidenziare iniziative, idee, provocazioni, approfondimenti, a difesa della vita, dal concepimento naturale alla morte naturale.
mercoledì 23 dicembre 2009
Aborto e stato totalitario
domenica 20 dicembre 2009
Due bambini uccisi, nessun colpevole
venerdì 18 dicembre 2009
Aborto: a Bologna un interessante scontro
lunedì 14 dicembre 2009
Le macerie di una "buona legge"/2
venerdì 11 dicembre 2009
Le macerie di una "buona legge"/ 1
giovedì 3 dicembre 2009
Il gemello "sbagliato"
Ecco come un quotidiano di Milano riporta la requisitoria del pubblico ministero: “Tutte le persone coinvolte hanno messo la testa come uno struzzo sotto la sabbia attraverso un’autoassoluzione collettiva inaccettabile …Non è accettabile che i panni sporchi siano stati lavati in famiglia, trincerandosi dietro il caso fortuito”.
Durante la requisitoria il pm ha chiesto condanne fino a due mesi per la dottoressa A.M.M. e per la collega che quel giorno l’assisteva in sala come ecografista (…)
Al giudice si sono poi rivolti anche i genitori dei due gemellini vittime dell’errore in quella sala operatoria, che hanno chiesto un milione di euro di risarcimento. Perché “questa coppia - spiega il loro avvocato Davide Toscani - si porterà questo macigno sulle spalle per sempre”.
Chi sono le “vittime” di questa vicenda? I genitori? O entrambi i bambini uccisi?
Sì, perché – l’articolo non lo dice, ma il fatto è scontato: il gemello “sbagliato” venne ucciso poco dopo, quando i medici si accorsero dell’errore.
domenica 29 novembre 2009
«Avrei fatto come papà Englaro»
....«Mi sarei comportato come la famiglia di Eluana», ha detto a proposito del caso Englaro sottolineando che «la volontà della persona coinvolta e della famiglia è meritevole del rispetto delle istituzioni, è una soglia che non deve essere varcata a cuor leggero dallo Stato».Cosa può far rinnegare il valore intangibile della vita, il diritto naturale stesso; forse il potere? Il Colle?
Una bella bordata alla «sua» maggioranza, la stessa che ha approntato un ddl che intende evitare nuovi casi di «eutanasia mascherata». Ma anche una bella bordata contro se stesso. Non c’è bisogno di ritornare ai tempi del fu Msi (incorrendo nelle precise puntualizzazioni degli esegeti ufficiali del Secolo e di FareFuturo) per riscoprire un Fini diverso. Tre anni fa, il 7 dicembre 2006, parlando di Piergiorgio Welby, malato di distrofia che chiedeva lo stop al respiratore, Gianfranco Fini disse: «Welby è cosciente, non può chiedere di morire. Chi assecondasse la sua volontà sarebbe un omicida». In tre anni il punto di vista sulla questione si è rovesciato.....
Giovanni Ceroni
mercoledì 28 ottobre 2009
Prosegue la caccia e l'uccisione dei bambini down
“Oggi, grazie alle analisi sanguigne possiamo avere risultati accurati e sicuri”.
Aborto "terapeutico"? Chi viene curato: il bambino? la madre?
Il bambino down lo possiamo uccidere solo perché è down? E perché?
Queste percentuali hanno corrispondenza con quelle italiane? Come mai il numero degli aborti nel secondo trimestre della gravidanza è enormemente aumentato negli ultimi anni?
Quale società stiamo costruendo?
Giacomo Rocchi
lunedì 26 ottobre 2009
A cosa serve il testamento biologico?
sabato 24 ottobre 2009
Uccidere un bambino su tre: in base a quale legge?
martedì 20 ottobre 2009
RU486: una battaglia per la vita?
venerdì 16 ottobre 2009
cartone animato per il processo al Concepito
giovedì 15 ottobre 2009
Ascolta, te l’ho detto che ieri dovevo andare dal ginecologo, no? Ti ricordi che dovevo fare la morfologica? Immagina il panico, mi conosci, due notti che mi sognavo il mostro con due teste.
No che non avevo fatto le eco prima, no no, sono già dopo la ventiseiesima: non voglio avere neanche la possibilità, nel caso.
Insomma, non dormo da due notti con quest’incubo delle due teste, e stamattina vado a fare l’eco. Sono lì in sala d’attesa che sudo freddo, che ho paura che le altre se ne accorgano. Mi do un tono con una rivista che c’è lì sul tavolino. La sfoglio a casaccio e stringo le pagine per non farle tremare. Ovviamente mi cade e muoio d’imbarazzo, la riprendo e mi ci nascondo dietro. Sai quelle riviste un po’ pesanti, quegli inserti del Corriere con la guerra, la droga e il terzo mondo? Finalmente trovo un po’ di moda, di grandi fratelli, veline e calciatori e mi perdo via. Vado avanti, sfoglio ancora e c’è una foto stupenda, del mio sogno fin da piccola: due gemelle che sfogliano tipo un Ragazza In, si vede la rivista in primo piano, una tiene una pagina e una l’altra. Loro due dietro con gli occhi sognanti, testa contro testa, sprofondate nel divano, una legge una pagina e una l’altra. Un sogno, ti dico... sai che sono figlia unica? Il sogno di una vita: una sorella, una gemella! E stare lì a farsi compagnia, tranquille, senza dirsi niente, a leggere insieme... E mi dico: “E se fossero due?”
Prima di uscire ripasso in sala d’attesa e ricerco la foto, e vedo che il servizio va avanti e sono due ragazzine unite con un unico corpo: sono unite alle spalle, hanno solo due gambe e due braccia, capisci? E pensa che hanno imparato a fare tutto e c’era la foto che vanno in bicicletta.
racconto "Processo al Concepito"
- Colpevole!
- Ma non ho ancora parlato, non potete condannare il mio cliente!
- Silenzio, avvocato! La corte ha stabilito che l’imputato è colpevole.
- Ma non avete prove della sua colpevolezza! Non le avete perché non esistono: l’imputato è innocente, è quanto di più innocente si possa immaginare!
- Silenzio in aula! Gli elementi presentati dall’accusa sono stati ampiamente discussi e l’imputato è risultato colpevole!
- Ma, signori della corte, non avete ascoltato gli elementi della difesa, i miei testimoni… Non avete visto le mie prove fotografiche, gli esami biologici, le analisi scientifiche… Come potete condannare il mio cliente?
- I signori giurati hanno ascoltato e visto tutto quello che c’era da prendere in considerazione e hanno stabilito la colpevolezza dell’imputato.
- Tutto quello che c’era da prendere in considerazione?!
- Precisamente, avvocato: le testimonianze e le analisi psicologiche dell’accusa sono risultate sufficienti a condannare l’imputato.
- Ma questo è uno stato di diritto, non potete condannare una persona senza ascoltare il suo avvocato difensore!
- Persona? Chi ha parlato di persona? Nel caso in esame, l’unica persona coinvolta è l’accusa.
- Anche il mio cliente è una persona!
- Non ci risulta.
- E’ una persona, è una persona come lo è lei e lo sono io e lo è l’accusa e lo è ciascuno di voi, signori della corte, fin dal concepimento!
- Non ci risulta che l’imputato possa essere considerato una persona. Il verdetto è colpevole e
- Sì, il verdetto è colpevole, voi siete colpevoli e il mio cliente è innocente!
- Avvocato, la prego di non interrompermi o dovrò farla allontanare dall’aula. Il verdetto è “colpevole” e la condanna è a morte. Il caso è chiuso.
- Ma in questo stato la pena di morte non esiste!
- Non esiste per le persone. La sentenza è definitiva e andrà eseguita mediante cucchiaio chirurgico e pompa d’aspirazione.
- Ma è mostruoso… Sarà fatto a pezzi, senza anestesia… E è innocente, signori della corte, è innocente, e… E è minorenne, ecco, è minorenne, minorenne!
- Ah ah, un po’ troppo minorenne, se mi concede la battuta…
- Ma quale battuta? Ma qui stiamo parlando della vita di una persona!
- Un feto, prego.
- No, una persona! L’imputato è una persona, e tutte le prove scientifiche che ho allegato lo dimostrano, dimostrano che è una persona fin da quando lo spermatozoo di suo padre è entrato nell’ovocita dell’accusa! Lo dimostrano le innumerevoli drastiche trasformazioni biochimiche a cui le due cellule sono andate immediatamente incontro fondendosi in quell’unica cellula, una cellula totalmente nuova, la prima cellula di questa persona!
- Avvocato, si sieda o dovrò procedere contro di lei per oltraggio alla corte!
- Io la oltraggio la corte, certo che la oltraggio, questa corte che condanna a morte un innocente, una persona innocente, una persona, una persona!
- Il caso è chiuso, la sentenza andrà eseguita al più presto!
- Mi oppongo! Se non volete considerare il mio cliente una persona, almeno consideratelo una scimmia, un cane, una cavia! Non infliggetegli quella morte orrenda, persino nella vivisezione l’animale viene anestetizzato!
- L’animale, per l'appunto.
- Ma… Volete dire che considerate il mio cliente meno di un animale?
- Precisamente, avvocato.
- Il mio cliente avrebbe meno diritti di un topo?
- Più precisamente, il suo cliente “ha” meno diritti di un topo.
- Ma… Ma… Almeno l’anestesia! Soffrirà, sarà un’agonia atroce in cui si sentirà spezzare le ossa, strappare la carne… Oddio, Dio, non potete!
- Il suo cliente non sentirà nulla, avvocato.
- Intende dire, signor giudice, che gli concederà l’anestesia?
- Assolutamente no, avvocato. Intendo dire che il suo cliente non sentirà nulla così come non sente nulla adesso.
- Come, non sente nulla? Ma, signor giudice, il mio cliente sente il dolore, la fame, la pressione, i cambiamenti d’equilibrio! Ha sensazioni tattili, percepisce la luce, sente i suoni, i rumori, la musica… Sente la voce dell’accusa ed è già in grado di riconoscerla fra mille!
- Avvocato, non si permetta mai più di intimidire la corte!
- Ma io non sto intimidendo nessuno, sto descrivendo la situazione reale del mio cliente!
- Questo è terrorismo psicologico, avvocato!
- No, questo non è terrorismo, questa è correttezza, è obiettività, è onestà! Ho le prove di ciò che sto dicendo! Se voleste avere la bontà di esaminare gli elementi che ho presentato a questa corte e che non avete ancora preso in considerazione…
- Avvocato, se continua così, la situazione del suo cliente non potrà che peggiorare.
- Come, peggiorare? Cosa può esserci peggio di così?
- Non mi costringa ad illustrarglielo a spese del suo cliente.
- Signor giudice, signori della giuria, vi chiedo un atto di clemenza…
- Non è previsto il ricorso alla grazia, per questo tipo di crimine.
- Concedetegli almeno un po’ di tempo, quindici giorni, un mese…
- La sentenza va eseguita entro e non oltre quattro giorni a partire da oggi, ovvero prima che l’imputato diventi una persona.
- Oddio, Dio… Almeno, lasciatemi il suo corpo… O quello che ne resta…
- Non è possibile: le regole per lo smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri sono chiare.
- Signori della corte, e lei, signor giudice, ricordatevi che verrete giudicati, verrete giudicati sulle vostre opere.
- Ci sta minacciando, avvocato?
- Vi sto mettendo in guardia, vi sto avvisando! Non sono io che vi minaccio, è il vostro giudice, è il giudice a cui state infliggendo questa condanna a morte!
- Le ricordo che il suo cliente, non essendo una persona, a maggior diritto non può essere considerato un giudice.
- Ma ricordatevi, signori della corte e signor giudice, che quello che state facendo al mio cliente, lo state facendo al vostro giudice.
martedì 13 ottobre 2009
A proposito dell'assegnazione del premio Gianni Astrei
( J.R.R. Tolkein)
Si sono persi 5 milioni di italiani, mai nati, e il mondo è sicuramente cambiato; in peggio, è diventato più cinico e crudele, si è assuefatto all'infanticidio di Stato, sulla scorta di una legge odiosa.
Eppure, oggi, si cerca il compromesso con coloro che quella legge hanno sempre voluto e difeso.
31 anni sono passati dal maggio del 1978 e molti di coloro che si opponevano alla legalizzazione dell'omicidio di Stato hanno cessato di gridare contro l'abominio per percorrere strade di compromesso.
Si cercano alleanze con coloro che affermano che la legge 194 è una buona legge da applicare meglio.
È rimasto, però, un piccolo gregge di fedeli della vita che continuano ad affermare che l'aborto uccide l'uomo e ferisce a morte la donna che lo pratica.
Questi pochi sono convinti che il male insito nell'aborto di Stato vada combattuto senza sconti, che la legge vada abolita e la vita difesa, rifiutando ogni compromesso e ambiguità.
La notte regna su molti contesti della città degli uomini, ma il dolore derivante dalla soppressione della vita nascente turba ogni giorno di più il disegno di Dio e ci allontana per sempre dalla Gerusalemme celeste.
5 milioni di vite perdute in Italia, un miliardo nel mondo. 31 anni dopo il mondo è più buio, l'uomo è più solo.
Pietro Brovarone
domenica 20 settembre 2009
Curare i bambini? Un problema morale/ 3
martedì 15 settembre 2009
Curare i bambini? Un problema morale/ 2
Si tratta di risultati straordinari, impensabili fino a pochi anni orsono, frutto di uno sforzo scientifico e tecnologico immenso: fino a pochi decenni fa tutti i bambini oggetto dello studio sarebbero morti.
Il dato del 10% di bambini nati alla 22a settimana di gravidanza e vivi ad un anno di età è, poi, davvero eclatante: si pensi che in un libro recentissimo ("La Morte dell'eutanasia", a cura di C.V. Bellieni e M. Maltoni, S.E.F., Firenze, 2006) la sopravvivenza a questo stadio era considerata assolutamente eccezionale (G.B. Cavazzuti affermava che i neonati, se nati prima della 23a settimana, non posono sopravvivere a causa dell'immaturità polmonare).
Accostiamo questi dati scientifici ad una notizia apparsa pochi giorni fa su "Il Sussidiario" (l'articolo è stato pubblicato integralmente sul sito del Comitato Verità e Vita):
"in Gran Bretagna una giovane donna, Sarah Capewell, ha dato alla luce un bimbo, Jayden, dopo 21 settimane e cinque giorni di gravidanza. Il personale sanitario si è rifiutato di sottoporre il bimbo prematuro alle cure intensive che forse gli avrebbero consentito di sopravvivere. La sua colpa era quella di essere nato due giorni prima delle canoniche 22 settimane. Di fronte al disperato appello di salvare il proprio figlio, quella giovane madre si è sentita rispondere dai medici del James Paget Hospital di Gorleston, Norfolk, che lei non aveva partorito un neonato ma, a termini di legge, aveva abortito un feto vivente (...) .
Le linee guida stabilite dalla British Association of Perinatal Medicine, rigidamente seguite negli ospedali pubblici britannici, stabiliscono, infatti, che deve considerarsi best interest dei bambini non nascere prima delle 22 settimane, e altrettanto best interest far morire i piccoli che abbiano avuto la disavventura di venire al mondo qualche giorno prima della fatidica scadenza. Così, l’agonia del piccolo Jayden è durata due ore, sotto gli sguardi gelidi e indifferenti del personale sanitario"
Sempre di medici si tratta ... e sempre di bambini prematuri: perché, allora, alcuni sono stati salvati con grande impegno e amore e un altro è stato lasciato morire?
Giacomo Rocchi
domenica 13 settembre 2009
Curare i bambini? Un problema morale/ 1
Giacomo Rocchi
martedì 8 settembre 2009
Uomini e animali
Sono queste le finalità di ETOVET un gruppo di ricercatori che studia l'etologia e la fisiologia degli animali e le applicazioni di conoscenze per il miglioramento della loro qualità di vita.
E' questo il nostro piccolo contributo contro il mare di indifferenza che è sempre di più il grande male dell'umanità"
Buttiglione cerca di spiegarsi
domenica 30 agosto 2009
Anche i cattivi maestri talvolta dicono il vero
domenica 23 agosto 2009
Difendere le madri e i bambini ... e combattere le menzogne
di Aracely Ornelas
La più grande organizzazione abortista mondiale, la International Planned Parenthood Federation (IPPF) ha ammesso recentemente che c’è un’allarmante “impennata” di mortalità materna in Sud Africa, smentendo il ritornello abortista secondo cui leggi liberali sull’aborto fanno diminuire la mortalità materna.
Il Nicaragua poi è stato al centro di una fortissima azione di lobby internazionale abortista da quando tre anni fa ha modificato la sua legge per garantire piena protezione alla vita prenatale. Ad esempio la Svezia ha tagliato i suoi 20 milioni di dollari di aiuti allo sviluppo come misura di ritorsione. Più recentemente, Amnesty International ha pubblicato un rapporto affermando che i tassi di mortalità materna sono cresciuti in Nicaragua a causa di questa legge. Analisti hanno però contestato i dati di Amnesty mentre le statistiche del governo nicaraguense mostrano che al contrario i tassi di mortalità materna sono in diminuzione dal 2006.
giovedì 20 agosto 2009
Il bambino invisibile per legge ...
Il caso San Raffaele /3
La fecondazione in vitro guarisce qualcuno? No, è una tecnica che si usa proprio quando le cure dell'infertilità non hanno successo.