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mercoledì 10 giugno 2015

Recipienti e ipocriti


Secondo il segretario generale di Amnesty International, Salil Shetty, la legge sull'aborto in Irlanda deve essere cambiata.



Shetty ha affermato:
"I diritti umani delle donne e delle ragazze sono violati su base quotidiana a causa di una Costituzione che le tratta come recipienti".

Attendiamo che Amnesty International si batta contro l'utero in affitto: quella pratica con la quale le donne povere del terzo mondo, dietro pagamento di una somma di danaro, diventano "recipienti", ricevendo nel proprio corpo embrioni che non sono loro figli e che, subito dopo il parto, vengono loro sottratti per essere destinati ai ricchi committenti; pronte, se del caso, a fare da "recipiente" un'altra volta, mettendo a rischio la propria salute fisica e mentale.

Giacomo Rocchi

domenica 23 agosto 2009

Difendere le madri e i bambini ... e combattere le menzogne








Da Svipop:
LA MORTALITA' MATERNA CRESCE DOVE L'ABORTO E' LIBERO
di Aracely Ornelas
La più grande organizzazione abortista mondiale, la International Planned Parenthood Federation (IPPF) ha ammesso recentemente che c’è un’allarmante “impennata” di mortalità materna in Sud Africa, smentendo il ritornello abortista secondo cui leggi liberali sull’aborto fanno diminuire la mortalità materna.
Tra il 2005 e il 2007 in Sud Africa c’è stato un aumento di morti materne del 20%, malgrado dal 1996 questo paese abbia una legge sull’aborto tra le più permissive del Continente africano. Se la maggior parte delle morti è attribuibile all’infezione da HIV/AIDS, l’IPPF ammette che una porzione rilevanti di decessi “è dovuta a complicazioni dell’aborto”, in un paese in cui la procedura è legale e ampiamente disponibile.
Negli ultimi anni i Paesi in via di sviluppo sono stati pressati dalle agenzie delle Nazioni Unite e dalle organizzazioni abortiste come l’IPPF, al fine di depenalizzare l’aborto come mezzo per diminuire i tassi di mortalità materna. I dati ammessi dall’IPPF sono però soltanto l’ultimo fatto – in un crescendo di prove – che mostra con chiarezza che il nesso è esattamente l’opposto, ovvero l’aborto legale coincide con alti tassi di mortalità materna.
Ad esempio, la nazione africana con il più basso tasso di mortalità materna è Mauritius, secondo il Rapporto 2009 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Ma le leggi di Mauritius, nel continente, sono tra le più protettive per il bambino non nato. Allo stesso modo il Rapporto mostra come i paesi che negli ultimi anni hanno ceduto alle pressioni internazionali depenalizzando l’aborto, come l’Etiopia, non hanno affatto visto diminuire la mortalità materna. Il tasso di mortalità materna in Etiopia è 48 volte più alto che a Mauritius.

Secondo l’OMS, il paese dell’America Latina con il più basso tasso di mortalità materna è il Cile, che addirittura protegge la vita del non-nato nella sua Costituzione.
Il paese con il più alto tasso – 30 volte superiore a quello del Cile - è invece la Guyana, che ha introdotto l’aborto già nel 1995 e praticamente senza alcuna restrizione. Ironicamente, una delle due principali giustificazioni usate nella Guyana per liberalizzare l’aborto è stata quella di “conseguire l’ottenimento della maternità sicura” eliminando le morti e le complicazioni dell’aborto insicuro.
Il Nicaragua poi è stato al centro di una fortissima azione di lobby internazionale abortista da quando tre anni fa ha modificato la sua legge per garantire piena protezione alla vita prenatale. Ad esempio la Svezia ha tagliato i suoi 20 milioni di dollari di aiuti allo sviluppo come misura di ritorsione. Più recentemente, Amnesty International ha pubblicato un rapporto affermando che i tassi di mortalità materna sono cresciuti in Nicaragua a causa di questa legge. Analisti hanno però contestato i dati di Amnesty mentre le statistiche del governo nicaraguense mostrano che al contrario i tassi di mortalità materna sono in diminuzione dal 2006.
Allo stesso modo, le statistiche dell’OMS per l’Asia meridionale e orientale mostrano che il Nepal, dove non c’è alcuna restrizione all’aborto, ha il più alto tasso di mortalità materna della regione. Il più basso è invece nello Sri Lanka, con un tasso 14 volte minore di quello del Nepal. Ebbene, secondo l’organizzazione di legali Center for Reproductive Rights – che è parte della lobby abortista – lo Sri Lanka ha la legge sull’aborto tra le più restrittive al mondo.

A livello mondiale, il paese con il più basso tasso di mortalità materna è l’Irlanda, paese che proibisce l’aborto e la cui Costituzione protegge esplicitamente i diritti del non-nato.

sabato 20 giugno 2009

A bheil Gàidhlig agad?





Quanto si è visto in questi anni - e in questi giorni - in Italia ha convinto molti che la politica altro non è che ricerca del potere e del denaro, disponibilità ad ogni compromesso, doppiezza, disinvoltura personale, lassismo, mala fede ...


Cosa ci dobbiamo aspettare dai politici italiani?
E, ancora: cosa ci dobbiamo aspettare dai politici europei, dopo quello che il Parlamento Europeo è riuscito ad approvare?

Ebbene: la lettura del Documento ufficiale approvato dai Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea riuniti a Bruxelles dimostra che esiste anche qualcosa di diverso.
Leggiamo:

DECISIONE DEI CAPI DI STATO E DI GOVERNO DEI 27 STATI MEMBRI DELL'UE
RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO EUROPEO, CONCERNENTE LE PREOCCUPAZIONI
DEL POPOLO IRLANDESE SUL TRATTATO DI LISBONA
I Capi di Stato o di Governo dei 27 Stati membri dell'Unione europea i cui Governi sono firmatari del trattato di Lisbona, prendendo atto dell'esito del referendum irlandese del 12 giugno 2008 sul trattato di Lisbona e delle preoccupazioni del popolo irlandese esposte dal Primo Ministro (Taoiseach), desiderando rispondere a tali preoccupazioni in conformità di detto trattato,viste le conclusioni del Consiglio europeo dell'11 e 12 dicembre 2008, hanno adottato la seguente decisione:

DIRITTO ALLA VITA, ALL'ISTRUZIONE E ALLA FAMIGLIA.
Nessuna disposizione del trattato di Lisbona che attribuisce uno status giuridico alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, o disposizione di tale trattato riguardante lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia pregiudica in alcun modo il campo di applicazione e l'applicabilità della tutela del diritto alla vita di cui all'articolo 40.3.1, 40.3.2 e 40.3.3, la protezione della famiglia di cui all'articolo 41 e la tutela dei diritti in materia di istruzione di cui agli articoli 42, 44.2.4 e 44.2.5 della Costituzione irlandese.

Allora esiste qualche politico che non pensa solo all'inflazione o alle faccende private degli avversari?
Allora la volontà di un piccolo popolo coraggioso conta ancora qualcosa?

Allora esiste ancora un diritto alla vita, esiste ancora la famiglia?
Il Corriere della Sera, nel riferire dell'accordo, menziona il diritto alla vita tra virgolette (cosa sarà mai?) e nella pagina dei Commenti, titola: "UE, troppe concessioni per un sì. Così siamo ostaggi degli irlandesi".

Parli irlandese? Speriamo di impararlo ...

Giacomo Rocchi