giovedì 3 dicembre 2009

Il gemello "sbagliato"


A Milano si sta celebrando il processo contro i medici che, dovendo eseguire un aborto selettivo che doveva avere come vittima il gemello affetto da sindrome di Down, sbagliarono nell’individuare il gemello da abortire.
Ecco come un quotidiano di Milano riporta la requisitoria del pubblico ministero: “Tutte le persone coinvolte hanno messo la testa come uno struzzo sotto la sabbia attraverso un’autoassoluzione collettiva inaccettabile …Non è accettabile che i panni sporchi siano stati lavati in famiglia, trincerandosi dietro il caso fortuito”.
Durante la requisitoria il pm ha chiesto condanne fino a due mesi per la dottoressa A.M.M. e per la collega che quel giorno l’assisteva in sala come ecografista (…)
Al giudice si sono poi rivolti anche i genitori dei due gemellini vittime dell’errore in quella sala operatoria, che hanno chiesto un milione di euro di risarcimento. Perché “questa coppia - spiega il loro avvocato Davide Toscani - si porterà questo macigno sulle spalle per sempre”.

Un “macigno” che avrebbe potuto essere evitato “utilizzando un semplice colorante per individuare il feto malato”. Ma nessuno in quella sala operatoria fece il “test rapido” sul feto selezionato per l’aborto. Insomma, «serviva da parte dei medici un supplemento di attenzione e prudenza che non c’è stato» ha continuato Ghezzi. Non solo. La ginecologa che ha eseguito l’intervento ha dato "dimostrazione di imprudenza".
Questa è la legge 194 sull’aborto, in nome della quale si sta celebrando il processo: una legge che permette di scegliere il bambino da uccidere solo perché è affetto dalla sindrome di Down: questo bambino, prima di essere ucciso, avrebbe dovuto essere marchiato, colorato; non ci ricorda qualcosa?

Chi sono le “vittime” di questa vicenda? I genitori? O entrambi i bambini uccisi?
Sì, perché – l’articolo non lo dice, ma il fatto è scontato: il gemello “sbagliato” venne ucciso poco dopo, quando i medici si accorsero dell’errore.
Chi è che “mette la testa sotto la sabbia come uno struzzo attraverso una autoassoluzione collettiva”? I medici che non hanno riconosciuto di avere abortito il bambino “sbagliato” o la società italiana che i bambini uccisi nel grembo materno fa finta di non vederli?

E, in fondo: se il processo che si sta conducendo si basa su una legge ingiusta come la legge 194, la sentenza che verrà emessa come potrà fare giustizia?

Giacomo Rocchi

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