venerdì 18 dicembre 2009

Aborto: a Bologna un interessante scontro


Il mondo politico bolognese, in questi giorni, vede uno scontro inaspettato tra assessori comunali avente ad oggetto la "gestione" dell'aborto delle minorenni. Così il Corriere della Sera:
Il passaggio che desta polemiche riguarda il ricorso ai consultori da parte delle donne in gravidanza. «La presa in carico — si legge — viene affidata a un assistente sociale del territorio di residenza della donna o, in via subordinata, a un assistente sociale si cui insiste il consultorio»

L'articolo sintetizza il motivo per cui questo passaggio di un documento in corso di redazione sia stato "stralciato" (e quindi soppresso):
"La donna che decide di abortire non deve essere considerata un caso sociale".

Chiosa una consigliera regionale del PD, Gabriella Ercolini: "le linee guida regionali ... sono molto chiare: la donna, anche se minore, è immediatamente presa in carico dal consultorio. Il suo quindi è un accesso sanitario".

Che significato ha questo scontro? Forse ci sono questioni di "potere" tra i vari dipartimenti dell'Amministrazione comunale che qui non interessano.
Interessante, piuttosto, è la rivendicazione dell'aborto delle minorenni come "caso sanitario": ancora, dopo oltre trent'anni, si finge che le ragazzine che vogliono abortire lo facciano davvero per motivi di salute, secondo la versione ufficiale della legge 194; quindi non è un problema di disagio sociale e soprattutto non è una questione in cui qualcuno possa dire alla minorenne: "sei proprio sicura? Possiamo aiutarti!"
No! Se la minorenne chiede di abortire lo fa sicuramente per motivi medici!

E così il paradosso è compiuto: recarsi al consultorio (senza dover rendere conto ad un assistente sociale), in realtà, altro non vuol dire che avere il diritto di abortire liberamente, per qualunque motivo; se poi la minore non vorrà avvertire i genitori, niente paura! Il consultorio la accompagnerà dal Giudice tutelare che accorderà sempre il permesso ad abortire (lo dicono le statistiche ministeriali).
E una volta abortito? Il consultorio che ha "preso in carico" la ragazza (rifiutando di prendere in carico il bambino che era con lei ...) premurosamente la istruirà per il futuro: contraccettivi (anche ormonali), pillola del giorno dopo ecc. ecc.

La legge 194 è questa: lo imparino gli assessori cattolici del Comune di Bologna che - come sembra voglia fare "l’assessore Lazzaroni, cattolica, fedelissima del sindaco Delbono che all’inizio avrebbe dato un sostanziale avvallo al testo", si illudono di potere attuare la legge in modo da ridurre il massacro di bambini!

Giacomo Rocchi

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