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martedì 20 ottobre 2009

RU486: una battaglia per la vita?


Eugenia Roccella ha così commentato il via libera definitiva dell'AIFA all'utilizzo della pillola RU486:


''Sono pienamente soddisfatta della delibera dell'Aifa che conferma i pareri del Consiglio Superiore di Sanita', e quindi la necessita' del ricovero in ospedale fino a quando l'aborto non sia stato completato. La delibera sottolinea i maggiori rischi del metodo farmacologico rispetto a quelli tradizionali e la necessita' di particolari cautele. Un chiaro ''no'' quindi a protocolli che prevedono il day hospital e introducono in Italia l'aborto a domicilio. E' su questo che la sinistra, e in particolare l'on. Turco, dovrebbero esprimersi con chiarezza se davvero vogliono difendere la legge 194: sono contrari o favorevoli all'aborto a domicilio? Il governo da parte sua, sulla base della delibera dell'Aifa, vigilera' sul rispetto della legge attuando un preciso monitoraggio in questo senso, perche' la 194, tanto apprezzata a parole, non sia smontata nei fatti fino a diventare carta straccia''


Forse "la sinistra" dovrebbe rispondere alle domande dell'on. Roccella ... ma gli elettori dell'on. Roccella dovrebbero rispondere ad altre domande:

- l'on. Roccella è contraria o favorevole all'aborto - all'uccisione di bambini nel ventre materno - libero, gratuito e assistito?

- l'on. Rocccella è favorevole o contraria ad una riforma della legge 194 in senso restrittivo o addirittura a vietare l'aborto legale?

- l'on. Roccella aveva impostato una annosa battaglia contro l'introduzione della RU486 (la "kill-pill" ...): ora che l'ha persa - perché, non nascondiamoci dietro un dito: quella battaglia è stata persa! - perché, invece di dimettersi, dichiara di essere integralmente soddisfatta?

Giacomo Rocchi

mercoledì 5 agosto 2009

Il veleno e la vita

La nostra vita è spesso insidiata da veleni, alcuni hanno effetti immediati e letali, altri si accumulano, senza che noi lo immaginiamo, nel nostro organismo e, poi, danno origine a malattie che ci uccideranno, altri ancora li assumiamo più o meno consci del loro effetto nocivo e a lungo termine mortale.

Per contrastare l'effetto venefico di molte sostanze, l'uomo, da sempre, cerca antidoti che facciano vivere, che riducano gli effetti malefici; inventa medicamenti. In passato, però, ideologie malvagie, condannate dalla storia, hanno applicato la medicina e la farmacologia allo sterminio di uomini considerati inferiori per ragioni di razza o per idee politiche.

Oggi, la nuova ideologia egolatrica, attenta al benessere e al momento presente, priva di una qualsivoglia visione metafisica, intrappolata in un materialismo dialettico, senza più speranza nel sol dell'avvenire, taglia i ponti con il futuro inventando veleni che uccidono la vita nascente, dopo aver sperimentato e applicato per lunghi anni tecniche chirurgiche di macellazione del feto.

La vita nascente racchiusa nel figlio portatore di speranza, perché lanciato verso quel futuro che è negato al genitore per ragioni d'anagrafe, deve essere uccisa quando non è programmata o voluta e per mille altre validissime ragioni a tutela di donne sempre più egoiste.

L'atto omicida non deve, però, sconvolgere la coscienza della madre, visto che la legge voluta dal popolo sovrano dice che uccidere un bimbo indifeso non è più reato, per questo il veleno si adatta meglio allo spirito della legge. Puoi eliminare tuo figlio all'interno delle calde mura domestiche, senza doverti sottoporre alla violenza dell'aborto ospedaliero che si concreta nella asportazione fisica, pezzo per pezzo, di quell'altro che è dentro di te.

No !! Tutto questo è inaudito, meglio il veleno, più dolce; sono sufficienti due deglutizioni e non c'è violenza fisica, solo qualche perdita abbondante di sangue e, in più, lo Stato risparmia, meno ospedalizzazione.

Ecco spiegato il duplice beneficio di un metodo abortivo pulito, economico, con qualche effetto collaterale (forse la morte della madre, ma solo in 29 casi, poca cosa) che, però, non coinvolge la responsabilità del medico (altra grande conquista) che si è limitato a salvaguardare il diritto inviolabile della donna prescrivendo la RU 486. Del resto tutti i preparati farmacologici, in casi rari, possono avere quale conseguenza la morte dell'assuntore; è nozione statistica.

Quale il motivo di tanto rumore davanti ad un veleno che risolve molti problemi, fa risparmiare, ed è conforme ad una disciplina legale che favorisce la morte in luogo della vita.

Smettiamo di essere ipocriti, la maggioranza vuole che la donna possa dare la morte al figlio che porta in grembo e allora tutto il resto è una conseguenza diretta di una scelta omicida certificata e sovvenzionata dallo Stato.
L'unica vera soluzione è il ritorno al passato: aborto = reato, se la vita è un valore che deve sempre essere difeso, tertium non datur.
Pietro Brovarone

lunedì 15 dicembre 2008

Roccella: di lotta e di governo

È questione di poco tempo l'introduzione in Italia della Ru486, la pillola abortiva. Questa settimana il Consiglio di amministrazione dell'Aifa, l'Agenzia del farmaco, potrebbe dare il via libera definitivo alla pasticca che ha consentito a milioni di donne in tutto il mondo di interrompere la gravidanza senza entrare in sala operatoria. E il governo non può fare niente, ammette Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare. (...)
«Noi non possiamo fare più niente per bloccare un farmaco che a nostro parere espone a molti rischi. Ma è una truffa dire alle donne che è sicuro e che rende l'aborto facile», contesta Eugenia Roccella, impegnata a denunciare con Assuntina Morresi (ora sua collaboratrice al ministero) i pericoli della Ru486. «Poi questo farmaco ha ancora molti lati oscuri. Ha provocato almeno 16 morti», sottolinea. «E verrà somministrata in ospedale solo in teoria. Nella pratica le donne firmeranno il registro delle dimissioni e torneranno a casa, senza neppure una notte di ricovero, come è avvenuto nel 90% delle volte nel corso della sperimentazione a Torino. E questo è un rischio», aggiunge il sottosegretario.(...)
Eugenia Roccella però vuole continuare la sua battaglia: «Le donne devono sapere che l'aborto chimico non è una passeggiata».

Certo: se si dice pubblicamente che "la legge 194 non deve essere modificata e deve essere applicata integralmente", difficile opporsi all'introduzione della RU486 ...

Ma, verrebbe da chiedere al Sottosegretario: l'aborto chimico non è una passeggiata ... l'aborto chirurgico lo è?

"Noi non possiamo fare più niente ...". Tre suggerimenti:
a) una proposta di legge che vieti l'aborto volontario
b) un decreto leggi che vieti l'introduzione della RU486

oppure - con molta classe e coerenza: DIMISSIONI!

Giacomo Rocchi