Sul sito Web del Movimento per la Vita è stato pubblicata la delibera del Consiglio Direttivo adottata alla riunione del 23 e 24/10/2010.
In questa Delibera si legge:
"Il Consiglio direttivo rileva che l'incontro a Milano è stato riportato in maniera inesatta dal comunicato stampa N.89, unilateralmente emesso da tale Comitato".
Il Comunicato stampa n. 89 del Comitato verità e Vita non è riportato.
Si aggiunge:
"Sui contenuti si rilevano infedeltà e omissioni riguardo al contenuto e alle modalità dell'incontro, in particolare con l'attribuzione al Mpv italiano di opinioni (sulla legge194, sulla fecondazione artificiale omologa) che non corrispondono alla realtà dei fatti e alla storia del Mpv italiano"
Andiamo a guardare il Comunicato Stampa n. 89: "Le due delegazioni hanno constatato che permangono importanti differenze di posizione tra le associazioni: se comune è lo scopo della difesa di ogni vita umana dal concepimento alla morte naturale, diversi sono i giudizi di merito, ad esempio intorno agli argomenti e all’insistenza con cui contestare pubblicamente e continuativamente la legge 194; intorno alla legge 40/2004 e alla fecondazione artificiale omologa; intorno alla legalizzazione del testamento biologico."
E allora: in che punto il Comunicato stampa avrebbe attribuito al Movimento per la Vita opinioni che non rispondono alla realtà dei fatti? Il Comunicato stampa non attribuisce affatto "opinioni"; semplicemente dà atto che vi sono importanti differenze di posizione.
Il Comitato Direttivo vuole sostenere che non vi sono importanti differenze di opinioni?
Pare proprio di no, perché dopo si dice:
"Sono invece reali le considerazioni sulle diverse strategie che caratterizzano le due associazioni, diverse e talora addirittura contrastanti, per esempio sulla legge sul Fine Vita (in gestazione in Parlamento dopo la vicenda di Eluana Englaro), e sulle modalità di contrasto alla cultura sempre più permissiva sulla fecondazione assistita, alimentata dalle sentenze giudiziali demolitive della legge 40."
Insomma: Verità e Vita e Movimento per la Vita sono d'accordo nel sostenere che vi sono importanti differenze di posizione ... ma il Comitato Verità e Vita non doveva dirlo per primo?
Non doveva rivelare che vi era stato un incontro?
Forse l'inesattezza del Comunicato stampa stava nel punto in cui si diceva che "l’auspicato incontro si è finalmente svolto, in un clima franco e cordiale"?
Il Comunicato favoriva "la confusione tra Movimento per la vita e l'attuale Comitato Verità e vita" (forse nel passo in cui scriveva che "I presidenti hanno convenuto circa il fatto che il Comitato Verità e Vita e il Movimento per la Vita sono due associazioni distinte e autonome, che agiscono in maniera trasparente attraverso i rispettivi organi statutari")?
Il Comitato Direttivo del Movimento per la Vita comunque, conclude sulle strategie:
"Infatti l'identità di concezione per quanto riguarda l'esistenza del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale non deve far sottovalutare la grande distanza nelle strategie operative, perché proprio queste contraddistinguono l'identità di un movimento".
Un primo "assaggio" della diversità nelle strategie operative lo dà Walter Boero che, poiché sostiene che "il dialogo con i laici è possibile", trova un bello spazio su "Repubblica Torino", con tanto di foto sorridente.
Elegante l'apertura in pieno linguaggio "anni '70": il Comitato Verità e Vita è composto dalle "frange più intransigenti" che "rappresentano solo poche decine di esagitati".
(Bello il fatto che Boero scagli addosso agli "esagitati" la qualifica di "intransigente": eh, sì, difficile transigere sui bambini uccisi ...)
Non basta: non virgolettato, Boero sostiene che le "frange intransigenti" degli "esagitati" appellano le donne che abortiscono con le parole "assassine" e "malate di mente".
Comunque Boero (posso aggiungere una sensazione? Un po' sprezzante) sostiene che "i loro atteggiamenti non possono essere in alcun modo in sintonia con il nostro stile. Una questione di metodi".
E' una questione di strategie operative o di stile?
Boero centra il punto: "Mi pare proprio che queste persone abbiano comportamenti che non tengono conto della realtà"
Quale sarà la realtà per Boero? Terrà conto che nell'aborto viene ucciso un bambino? Non lo sappiamo perché - rispettando una convenzione implicita nelle interviste a giornali di questo tipo - Boero omette qualunque riferimento al bambino che viene ucciso (forse è una questione di stile ...). La parola "bambino" viene usata con riferimento alla donna che ha abortito o intende abortire: secondo Boero, sostenere che "si debbano avere posizioni più dure ... è come sbattere il libro in faccia a un bambino che prende quattro in matematica".
Ecco, comunque, la linea strategica di Boero: di fronte alla (minacciosa?) domanda della giornalista: "Voi andate davanti agli ospedali a cercare di convincere le donne a non abortire?", Boero rassicura (è per favorire il dialogo con i laici?): "No, abbiamo degli sportelli, uno anche all'interno del Mauriziano. Chi vuole ci consulta, non cerchiamo nessuno".
Ma per far capire che Boero è davvero un laico -laico, l'aggiunta, non richiesta: "Né tantomeno andiamo a pregare al mattino presto davanti al Sant'Anna come fanno alcuni di loro" (non sia mai ...).
Come stupirsi, allora che "mai avuto problemi"?
Mentre qualche "esagitato" ha firmato un "patto per la vita e la famiglia" con Roberto Cota, i "metodi" di Boero sono ovviamente "altri": "di recente abbiamo organizzato un incontro con gli operatori dei consultori e la discussione è stata proficua e interessante": proficua per chi? E interessante per chi?
Quello che interessa a Boero, sembra di capire, è bloccare l'ingresso dei volontari per la vita negli ospedali: "So che quella delibera debba ancora precisare molti aspetti".
Boero chiederà che i volontari abbiano "stile", non siano "esagitati", stiano attenti a non pregare e - mi raccomando! - si impegnino a non cercare di convincere le donne a non abortire?
Giacomo Rocchi