domenica 14 dicembre 2008

Dignitas personae: sine glossa!

Nel sito del Movimento per la Vita Italiano è presente una "sintesi del testo della Dignitas personae". Ecco come viene sintetizzata la seconda parte del documento ("Nuovi problemi riguardanti la procreazione").

Dapprima si propone un elenco delle tecniche di aiuto alla fertilità: tecniche di fecondazione artificiale eterologa, tecniche di fecondazione artificiale omologa, tecniche che si configurano come un aiuto all'atto coniugale e alla sua fecondità, interventi che mirano a rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla fertilità naturale, la procedura dell'adozione.


I passi relativi alla "fecondazione in vitro ed eliminazione volontaria degli embrioni" (paragrafo 14 - 16 del documento) vengono così sintetizzati:
"L'esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che nel contesto delle tecniche di fecondazione in vitro 'il numero degli embrioni sacrificati è altissimo': al di sopra dell'80% nei centri più sviluppati" "Gli embrioni prodotti in vitro che presentano difetti vengono direttamente scartati"; molte coppie "ricorrono alle tecniche di procreazione artificiale con l'unico scopo di poter operare una selezione genetica dei loro figli"; tra gli embrioni prodotti in vitro "un certo numero è trasferito nel grembo materno e gli altri vengono congelati"; la tecnica del trasferimento multiplo, cioè "di un numero maggiore di embrioni rispetto al figlio desiderato, nella previsione che alcuni vengano perduti ... comporta di fatto un trattamento strumentale degli embrioni".
Si riporta, poi, un altro brano: "La pacifica accettazione dell'altissimo tasso di abortività delle tecniche di fecondazione in vitro dimostra eloquentemente che la sostituzione dell'atto coniugale con una procedura tecnica ... contribuisce ad indebolire la consapevolezza del rispetto dovuto ad ogni essere umano ..."



Un dubbio: le tecniche di fecondazione in vitro sono lecite o illecite?
Dalla sintesi non si comprende bene. In effetti il documento si premura di ricordare l'affermazione della liceità di tutte le tecniche che "rispettano il diritto alla vita e all'integrità fisica di ogni essere umano", "l'unità del matrimonio ..." e i "valori specificamente umani della sessualità ..." e quindi all'affermazione della liceità delle tecniche che si configurano come un aiuto all'atto coniugale e alla sua fecondità ...", ma si dimentica di riportare un passaggio, piuttosto semplice:
"Alla luce di tale criterio sono da escludere tutte le tecniche di fecondazione artificiale eterologa e le tecniche di fecondazione artificiale omologa che sono sostitutive dell'atto coniugale" (n. 12).


E' strano: manca anche un secondo passaggio, piuttosto "pesante":
"L'esperienza successiva ha dimostrato invece che tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se l'embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate, selezionate e scartate".


La sintesi collega il concetto di embrioni sacrificati alla diagnosi preimpianto, alla selezione eugenetica, alla tecnica del trasferimento multiplo e al congelamento degli embrioni: si dimentica, però, di citare il passo dell'Istruzione immediatamente successivo alla menzione dell'altissimo numero di embrioni sacrificati:
"Queste perdite sono accettate dagli specialisti delle tecniche di fecondazione in vitro come prezzo da pagare per ottenere risultati positivi. In realtà è assai preoccupante che la ricerca in questo campo miri principalmente ad ottenere migliori risultati in termini di percentuale di bambini nati rispetto alle donne che iniziano il trattamento, ma non sembra avere un effettivo interesse per il diritto alla vita di ogni singolo embrione".
Del resto l'Istruzione immediatamente prima chiariva (in un passo non riportato nella sintesi) cosa intendeva per embrioni sacrificati:
"Occorre tuttavia rilevare che, considerando il rapporto tra il numero totale di embrioni prodotti e di quelli effettivamente nati, il numero di embrioni sacrificati è altissimo": embrioni sacrificati sono tutti quelli prodotti e non nati.

Viene tralasciato anche un altro duro giudizio sulle tecniche nel loro complesso:
"Le tecniche di fecondazione in vitro in realtà, vengono accettate perché si presuppone che l'embrione non meriti un pieno rispetto, per il fatto che entra in concorrenza con un desiderio da soddisfare"; e un altro:
"Il desiderio di un figlio non può giustificarne la produzione ..."



Quando poi la sintesi riporta il giudizio sull'ICSI, quale variante della fecondazione in vitro, così riporta: "Tale tecnica è moralmente illecita: 'opera una completa dissociazione tra la procreazione e l'atto coniugale ...".
Il testo dell'Istruzione, per la verità, contiene una premessa e utilizza un avverbio, entrambi tralasciati: "Come la fecondazione in vitro, della quale costituisce una variante, l'ICSI è una tecnica intrinsecamente illecita ..."; e infatti non è solo l'ICSI, ma ogni tecnica di fecondazione in vitro ad operare una completa dissociazione tra la procreazione e l'atto coniugale.



Che dire, poi, del passo relativo alla condanna della diagnosi pre-impiantatoria? La sintesi riporta: "La diagnosi preimpiantatoria ... è finalizzata di fatto ad una selezione qualitativa con la conseguente distruzione di embrioni"; i puntini (...) riguardano un inciso piuttosto significativo. L'Istruzione afferma:
"La diagnosi preimpiantatoria - sempre connessa con la fecondazione artificiale, già di per sé intrinsecamente illecita - è finalizzata di fatto ad una selezione qualitativa con conseguente distruzione di embrioni".


Ma anche nel passaggio relativo alla valutazione della terapia genica germinale (n. 26) la sintesi tralascia di menzionare l'ipotesi di applicazione sull'embrione che, sottolinea l'Istruzione, "necessita di essere attuata in un contesto di fecondazione in vitro, andando incontro quindi a tutte le obiezioni etiche relative a tali procedure".



E perfino nella condanna della clonazione umana (n. 28), la sintesi dimentica di riportare l'osservazione secondo cui essa porta "all'estremo la negatività etica delle tecniche di fecondazione artificiale"!

Che succede? L'anonimo estensore della sintesi non vuole credere di avere fino ad oggi sostenuto e difeso una legge che consente e finanzia una tecnica "intrinsecamente illecita" che produce il sacrificio di un altissimo numero di embrioni prodotti?

Giacomo Rocchi

8 commenti:

  1. Il Movimento per la Vita Italiano ha sempre difeso l'abominevole produzione dell'uomo, semplicemente omettendo sempre di denunciare l'olocausto dei bambini morti a causa delle tecniche stesse di fecondazione. Si è sempre glissato sulla questione dei 60-70000 embrioni sacrificati dalla provetta. Ma la verità non può essere sempre nascosta!!!.
    La legge 40 è sempre stata solo difesa senza mai accennare al fatto che è ingiusta. Non per gli aspetti di limitazione alla 'sperimentazione selvaggia', bensì per la legalizzazione e finanziamento del business chiamato fivet o fecondazione extracorporea. Di fronte ad un ottimo documento come la Dignitas Personae il Movimento nasconde importantissimi passi del testo. Che vergogna il Movimento per la vita Italiano che non si occupa dei più deboli e della verità intera!

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  2. Scusate, ma a pagina 4 del documento del MpV trovo scritto: "Tale tecnica [l'ICSI] è moralmente illecita"

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  3. L'MPV italiano non ha mai voluto e non vuole denunciare la fivet, è possibile ad esempio verificare che i riferimenti alla ICSI sono volutamente incompleti: sulla Dignitas personae il testo dice "Come la fecondazione in vitro, della quale costituisce una variante, l'ICSI è una tecnica intrinsecamente illecita: essa opera una completa dissociazione tra la procreazione e l'atto coniugale." mentre nel sito del movimento il riferimento alla ICSI dice "Tale tecnica [l'ICSI] è moralmente illecita" -oppure- "...No invece a quella tecnica nota come ''Intra Cytoplasmic Sperm Injection'' (Icsi), alla diagnosi preimpianto degli embrioni, alla pillola del giorno dopo e alla pillola abortiva Ru486..." SI OMETTE DI DIRE IN QUEL CONTESTO CHE OGNI FECONDAZIONE EXTRACORPOREA E' IN SE' ILLECITA . Quando la verità non è sempre messa al primo posto non è più possibile difendere veramente la vita. Tra l'altro non si trova più il documento commentato da Giacomo.... come al solito.... tra l'altro sul sito di Scienza e Vita non si parla del documento (ma la Di Pietro non l'ha pure presentato?). Scienza e Vita sostiene la fivet (proprio come fa l'MPV italia) come può parlare chiaro e denunciare sè stessa?.

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  4. per Agapetos
    Giovanni Ceroni ha colto la sostanza di quanto da me osservato: il divieto di ICSI viene presentato nel testo come del tutto sganciato dal divieto per tutta la fecondazione in vitro di cui, al contrario, è una semplice variante; si tende, cioè, a presentare l'ICSI come una tecnica in sé illecita (e perché?), fra l'altro rendendo l'Istruzione poco convincente, visto che non spiega un motivo particolare per il quale quella particolare tecnica (che ha la caratteristica di inserimento di un solo spermatozoo nell'ovulo femminile con una pipetta) sia particolarmente cattiva.
    Mi sembra che le altre censure operate dalla sintesi, evidenziate nel post, siano un chiaro segnale che non si tratti di tagli casuali.

    Giacomo Rocchi

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  5. Capisco che la "politica" del MpV negli ultimi anni possa essere discutibile, ma penso anche che:
    1) non tutti gli aderenti condividano la attuale "politica" ufficiale
    2) la verità non può essere disgiunta dalla carità. E giudicare non solo i fatti ma anche le persone è molto lontano dal concetto cristiano di "correzione fraterna".
    Stimo Verità e Vita per i contenuti di ciò che dice, ma le modalità, permettetemi, mi lasciano sovente perplesso.

    Con stima,
    Giovanni

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  6. Caro Agapetos (Giovanni),
    1) non tutti sono d'accordo con le direttive, ma chi 'comanda' oggi sta occultando o travisando importanti verità, e molti seguono tale linea. Chi non è d'accordo viene in un modo o nell'altro radiato.
    2) la carità ossi l'amore è fondamentale, ma talvolta la denuncia, quando si fa seria, deve avere il coraggio del rischio dell'incomprensione. Forse Giovanni potrai non capirmi, ma i 'toni' si alzano anche per amore, prima che sia troppo tardi. Non posso continuare a guardare troppi sotterfugi, troppe malizie. Per quanto riguarda il giudizio sulle persone, non è mio compito, sarei pazzo a volerlo fare.

    Un giorno forse qualcuno ci rileggerà e saprà che qualcuno ha denunciato, non ha taciuto, si è battuto.

    Grazie comunque di leggerci, e di commentarci.
    Giovanni Ceroni

    PS. Questo blog non è il Comitato Verità e Vita, è la denuncia portata avanti, per ora, da Giacomo Rocchi e Giovanni Ceroni.

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  7. Scusami Giovanni (Ceroni), ma mi pare che un giudizio di malafede sulla dirigenza MpV pervada un po' tutto il post ed anche i commenti. Ma può anche darsi che la mia impressione sia errata.
    In ogni caso, penso che si possano dire le stesse cose - che nel merito condivido - con toni un po' meno aspri, tutto qui.
    Questo è ciò che penso, poi è chiaro che ognuno nella sua coscienza ragiona su quali siano le migliori modalità di comunicazione.

    Cordialmente,
    Giovanni (Corbelli)

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  8. per Agapetos

    Io non credo che lo stile di Verità e vita - e anche di questo Post - sia ingiustamente aggressivo nei confronti delle persone.
    Sicuramente il punto di partenza è affermare, per quanto possibile, tutta la verità, anche se scomoda: è nel nostro nome e nel nostro DNA; ma non vi è mai stato un attacco indiscriminato al MpV, ma solo specifiche contestazioni su cose dette o fatte.
    La lettera circolare di Carlo Casini, al contrario, è sembrata una "scomunica" generica, del tutto ingiustificata.

    Nel caso di specie, però, mi permetto di sottolineare l'importanza della vicenda: qui si tratta di recepire in tutto (o solo nelle parti che fanno comodo) una Istruzione della Chiesa Cattolica che ha un'autorevolezza notevole e che (come recita la formula in calce) il Papa ha letto, e ordinato di pubblicare ... Verità e Vita, di per sé, non è un movimento strettamente ecclesiale (al contrario del Mpv): ma sorprende non poco vedere certe censure rispetto ad una direttiva così vincolante.

    Giacomo Rocchi

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