sabato 9 ottobre 2010

Una buona battaglia, una bella vittoria


"Nessuna persona, nessun ospedale o altro istituto sarà costretto, reso responsabile o sfavorito in qualsiasi modo a causa di un rifiuto ad eseguire, facilitare, assistere o essere sottoposto ad un aborto, all'esecuzione di un parto prematuro, o all'eutanasia o a qualsiasi atto che potrebbe provocare la morte di un feto o di un embrione umano, per qualsiasi ragione"

"L'Assemblea Parlamentare sottolinea la necessità di appoggiare fermamente il diritto all'obiezione di coscienza ..."

"In ragione degli obblighi degli Stati membri di garantire l'accesso alle cure mediche previste dalle leggi e di proteggere il rispetto della libertà di pensiero, di coscienza e di religione degli operatori sanitari, l'Assemblea invita gli Stati membri del Consiglio d'Europa a sviluppare regolamenti ampi e chiari che definiscano e regolino l'obiezione di coscienza in rapporto con la salute e i servizi medici, che: garantiscano il diritto all'obiezione di coscienza in relazione alla partecipazione nella procedura in questione ..."

La risoluzione adottata dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa il 7/10/2010 è una parola chiara, limpida e decisa contro l'aggressione - sempre più esplicita e violenta - contro gli obiettori di coscienza che rispondono all'imperativo categorico: "Non uccidere!".

Il successo è ancora più evidente se si confronta il testo approvato con quello proposto dalla Commissione: l'Assemblea avrebbe dovuto mostrarsi "profondamente preoccupata per l'aumento e la larga irregolarità del verificarsi della pratica dell'obiezione di coscienza, specialmente nel campo delle cure per la salute riproduttiva"; avrebbe dovuto invitare gli Stati membri a regolare l'obiezione di coscienza, garantendola "solo ad operatori sanitari singoli impegnati direttamente nella procedura in questione e non a istituzioni pubbbliche o statali quali ospedali pubblici e cliniche di ogni tipo" (leggi: obbligo per tutti gli ospedali di fornire il servizio dell'aborto, obbligo per medici e infermieri di partecipare a tutte le procedure preparatorie all'esecuzione dell'aborto); ma anche gli operatori sanitari dovevano essere obbligati "a fornire il trattamento desiderato al quale il paziente ha diritto, malgrado l'obiezione di coscienza, quando il trasferimento ad altro operatore non è possibile, in particolare, quando non è disponibile un operatore equivalente entro una ragionevole distanza" (leggi: se il Servizio sanitario non è in grado di garantire l'aborto o la pillola del giorno dopo il medico o il farmacista obbiettore sono obbligati ad eseguire l'aborto o a fornire la pillola abortiva); inoltre doveva esistere un "meccanismo di supervisione e controllo della pratica dell'obiezione di coscienza che comprendesse un efficace meccanismo di protesta" (leggi: obiettori controllati e giudicati alla luce delle proteste delle associazioni femministe e simili).

Tante osservazioni si potrebbero fare. Una è che il riconoscimento di questo diritto umano fondamentale passa attraverso l'affermazione della verità dei fatti: l'aborto e l'eutanasia uccidono esseri umani; come non sottolineare che il testo proposto dalla Commissione, usano la nota formula "salute riproduttiva", nascondeva la vittima e la sua uccisione e, proprio mediante questo nascondimento, poteva giungere a limitare l'obiezione degli operatori sanitari?

Inevitabile un'altra considerazione: l'Europa riparte da qui, dal rispetto del diritto alla vita, dalla libertà di coscienza, di manifestazione del pensiero, di religione; dalla libertà dei singoli ma anche degli enti intermedi; dal rifiuto dello Stato etico che ti punisce se non sei d'accordo con la maggioranza; dall'esaltazione delle professioni sanitarie come servizio alla vita e alla salute scientificamente avanzato ma soprattutto coscienzioso e responsabile; dalla solidarietà vera nei confronti degli uomini.

L'Europa che usciva dalle due guerre mondiali, dai milioni di morti, dalla terribile esperienza nazista, per tornare ad essere faro di civiltà nel mondo cercava questi valori e queste libertà.

Giacomo Rocchi

3 commenti:

  1. Speriamo possa essere un primo passo nella giusta direzione.
    Ancora molta strada occorre fare per mettere fine al massacro di vite innocenti.

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  2. Nella prossima puntata di Cultura Pro Life ascolteremo il professor Mario Palmaro ed avrà come titolo "Obiezione di coscienza: come farla e perchè".

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  3. Come avrete notato dal banner in alto:
    è ora disponibile online la nuova puntata di Cultura Pro Life sull'obiezione di coscienza.

    Chi desiderasse condividere l'iniziativa su facebook lo può fare condividendo la pagina:
    http://www.facebook.com/pages/Cultura-Pro-Life/144712258885368

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