Questo strumento nasce per evidenziare iniziative, idee, provocazioni, approfondimenti, a difesa della vita, dal concepimento naturale alla morte naturale.
mercoledì 29 settembre 2010
Parole inutili: Englaro
lunedì 27 settembre 2010
Parole e domande
“Integrismo” (data di nascita del vocabolo: 1973): integralismo (specialmente spregiativo)
“Integralismo” (da: Integrale): tendenza ad attuare in modo integrale, senza compromessi, e talvolta con intolleranza, i principi della propria dottrina o ideologia nella vita politica, economica o sociale
“Integrale” (da: integro): intero, totale
“Integro” (composto da in – (negativo) e tagros, toccare): Che è intero, completo, non avendo subito menomazioni, mutilazioni, danni o simili.
- detto di persone: incorruttibile, probo
- dalla stessa radice, al superlativo: “integerrimo”: particolarmente onesto e incorruttibile
Qualche domanda.
Cosa intendeva Giuseppe Anzani quando, parlando dei “quattro bastiancontrari” che sono usciti dal Movimento per la Vita (e che, errando, fa coincidere con il Comitato Verità e Vita), si riferisce alla “stagione delle estenuanti polemiche interne fra il loro integrismo e la linea del MpV votata dall'Assemblea generale e dal Direttivo nazionale, e tradotta in opere da Casini e dal “popolo della vita”?
Si può difendere la vita senza difenderla tutta? Si possono difendere alcune vite e non difenderne altre?
E “l’integrista” che vuole attuare in modo integrale la linea della difesa della vita e se ne va, non è, forse, integerrimo?
Giacomo Rocchi
sabato 25 settembre 2010
Giuseppe va alla guerra/1
Traspare, per di più, una concezione della democrazia che - se è lecito ironizzare - mischia insieme Totò e Lenin: "Ora che quelli che non erano d'accordo se ne sono andati, possiamo iniziare a discutere!" (e ovviamente la discussione è "finalmente serena, amicale, solidale" e addirittura "gioiosa"! Lo immaginiamo: uno interviene e tutti dicono: "è vero, hai ragione, bravo!" Chissà se gira lo spumante ...).
Forse è l'eccesso di zelo: avete presente le riserve nelle squadre di calcio scaraventate all'improvviso in campo dall'allenatore? Corrono più che possono, si agitano ... Già, perché è strano che Anzani accusi Agnoli (un giornalista: da querela!) di farsi "imbeccare" e di scrivere quello che gli viene detto da quelli di Verità e Vita (che vogliono addirittura una "rivincita distruttiva"): che qualcuno gli abbia detto: "vai avanti tu"?
Ma scendiamo a quello che dice Anzani. E iniziamo dalla contrapposizione tra "centomila parole" e "centomila bambini salvati". Sì, perché "il MpV sente la vocazione ad operare nella storia, nella concretezza quotidiana, nel soccorso reale fino al limite del possibile, nella testimonianza di amore alla persona" e "non riempie scaffali e pareti di trattati e di striscioni, ma di storie aiutate, di vite salvate"; perché "ci sarà chiesto conto di ogni parola inutile".
Non so cosa faccia Anzani nel Movimento a cui appartiene: è un po' strano che un conferenziere, giornalista, giurista - insomma, uno che lavora con le parole - le metta in un angolo; a me sembra che voglia impedirci di pensare (dice, infatti, che possono pensare solo quelli che "hanno visto").
Ma noi ragioniamo lo stesso anche senza autorizzazione di Anzani: lo faremo nei prossimi commenti.
Ma, tanto per rimanere sulle "parole inutili", come non concludere con quella bellissima frase riferita alla legge 40: "proprio su alcune sue espressioni la Corte Suprema ha di recente poggiato un importante dictum sulla soggettività giuridica del concepito ancor prima della nascita". Vedete come sono importanti le parole per Anzani: quelle della legge e i dicta della Cassazione ... Peccato che quel dictum non abbia prodotto nessun effetto (appunto: parole inutili) mentre l'altro dictum - quello della Corte Costituzionale che ha eliminato il limite dei tre embrioni - quello sì, che è efficace: permetterà ai congelatori di embrioni (che già la legge 40 autorizzava ad operare) ad estendere la loro opera. Se gli embrioni morti nel 2008 sono 75.000, quanti saranno in futuro? Ne parleremo.
Giacomo Rocchi
P.S. Confesso subito: sono figlio di uno dei "quattro bastiancontrari". Mi lacrimavano gli occhi per i lacrimogeni quando il Palazzo dei Congressi di Firenze era assediato dalle femministe. Qualche mese fa un relatore ad un incontro pubblico, incontrandolo dopo tanti anni, aveva voluto pubblicamente ricordare che una sua conferenza aveva portato alla nascita del CAV di Siena. All'epoca conobbi Francesco Migliori e anche Madre Teresa; non conobbi invece Anzani: non si può avere tutto! "Integrista" e "bastiancontrario"? Da ragazzo avrei usato anche espressioni più forti: ma che padre è chi non cerca di salvare la vita di tutti i figli?
mercoledì 22 settembre 2010
Sviste
lunedì 20 settembre 2010
Gli embrioni salvati sono quelli non prodotti artificialmente. Conclusioni
domenica 19 settembre 2010
Movimento per la Vita e Comitato Verità e Vita: una guerra inevitabile?
Tutti i Centri di Aiuto alla Vita e i Movimenti per la Vita sparsi per l'Italia si sono visti recapitare un testo nel quale, fra l'altro, si può leggere: “Da tempo si va svolgendo un'attività di denigrazione del MPV e della sua dirigenza, attraverso comunicati stampa, convegni e articoli sul Web”.
I colpevoli di questa presunta attività denigratoria sarebbero “ soggetti che affermano di avere a cuore la difesa della vita, come l'associazione denominata Comitato Verità e Vita ”. In questo Comitato - prosegue il documento del MpV - “militano persone che in passato hanno fatto parte del MPV e ora lo aggrediscono come se la linea di azione seguita dai suoi organi statutari rappresentasse un cedimento rispetto agli ideali.” Secondo il Movimento per la Vita italiano queste accuse sono “ingiuste e ingenerose”, in particolare quando sono “dirette alla persona del Presidente”, al quale la giunta esecutiva rinnova “i sentimenti di stima e gratitudine profonda”.
Quali sarebbero le “colpe” più gravi del Comitato Verità e Vita? Innanzitutto, mettere sullo stesso piano la legge 194 e la legge 40, giudicando entrambe “leggi gravemente ingiuste”. Il Movimento per la Vita rivendica che la sua linea sulla legge 40 è stata “scelta dall'Assemblea e dal Direttivo Nazionale, con metodo democratico, e si è trovata in totale sintonia con la Conferenza episcopale e il mondo ecclesiale.”
La seconda accusa rivolta a Verità e Vita riguarda proprio il rapporto con la Conferenza episcopale italiana: secondo la giunta esecutiva, il Movimento per la vita ha sempre agito nella “totale fedeltà agli ideali professati” e “restando attenta al magistero della Chiesa”. Cosa che invece, pare di capire “per contrasto”, non sarebbe propria del modus operandi di Verità e Vita.
Perentorie le conclusioni del Movimento per la Vita, che raccomanda “ agli associati del MPV di fare attenzione ai rapporti che il Comitato Verità e Vita volesse proporre: è evidente che non può accettarsi nessuna confusione o assimilazione. ”
Verità e Vita prende atto con disagio di questa manifestazione di ostilità verso una realtà pro-life, e si riserva di rispondere nel merito in breve tempo, per ristabilire la verità e salvaguardare, per quanto sta in noi e nei limiti del possibile, le esigenze di un dialogo che superi settarismi e rendite di posizione. In nome, appunto, della Verità e della Vita".
2. Il Comitato Verità e Vita non è nato per alimentare rivalità di natura personale, che sono sempre possibili nella vita, ma che devono essere combattute e vinte. La nostra posizione in nessun modo è una battaglia contro il Movimento per la Vita Italiano: lo dimostra il fatto che molti componenti del Comitato Verità e Vita hanno fatto parte e molti ancora fanno convintamente parte del Movimento per la Vita. Inoltre, alcuni Movimenti per la vita e Centri di Aiuto alla Vita locali hanno deciso in questi anni di aderire al Comitato Verità e Vita. Non abbiamo certamente una "visione discorde sulla vita" rispetto a quel glorioso movimento e tanto meno disconosciamo l'opera di chi l'ha guidato, ma piuttosto - e non sempre - dissentiamo (esplicitamente e senza infingimenti) dalla linea strategica adottata. Riteniamo infatti che l'unica strategia possibile, di fronte agli attacchi concentrici e sempre più violenti da parte dei nemici della vita, sia quella di una difesa intransigente, che riaffermi instancabilmente i principi di fondo, denunci le leggi ingiuste e le pratiche antiumane e affermi tutta la verità sull'uomo. Questo non significa disconoscere il valore dell'opera dei politici cattolici che, nel concreto, cercano di ottenere risultati anche parziali; e tanto meno significa negare la buona fede a coloro che propongono o sostengono proposte di legge che al nostro Comitato appaiono erronee: ma abbiamo il dovere della verità, anche se scomoda, ricordando che il diritto alla vita è universale e non negoziabile.
3. Il Comitato Verità e Vita è nato per riaffermare “senza se e senza ma” una serie di ben precise “verità sulla vita”:a) il rifiuto di ogni legittimazione della fecondazione extracorporea, come quella contenuta nella legge 40 del 2004, in quanto pratica contraria alla dignità umana e all’origine di centinaia di migliaia di embrioni prodotti per morire (vedi “Manifesto Appello: una legge gravemente ingiusta”, testo integrale in http://www.comitatoveritaevita.it/pub/nav_Manifesto_Appello.php%20b) il conseguente giudizio in base al quale la legge 40 – pur maturata in un contesto diverso dalla legge 194 - è una “legge gravemente ingiusta”, come lo sarebbe qualunque norma che consentisse l’uccisione programmata di esseri umani innocenti; i divieti in essa contenuti (purtroppo superati e disattesi dalla prassi) possono legittimamente farla apparire come “migliore” di altre leggi ingiuste sulla materia, ma non possono trasformarla in una “buona legge”;c) la denuncia ferma e decisa della legge 194 sull'aborto, legge integralmente iniqua che permette l'uccisione di milioni di bambini; e legge che non può essere certo definita una “buona legge fin’ora applicata male” in virtù dell’esistenza di reali o presunte “parti buone della 194”; d) il rifiuto e la denuncia di tutte le forme, anche nascoste, di soppressione dei concepiti, come ad esempio la contraccezione che nasconde effetti abortivi; e) il rifiuto e la denuncia di ogni tentativo di legalizzazione dell'eutanasia, che si è concretizzata nella difesa della vita di Eluana Englaro e nella messa in atto di ogni tentativo di farne punire l'ingiusta uccisione –anche mediante la denuncia penale– e che si continua a concretizzare nella decisa opposizione alla proposta di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT), che introducono surrettiziamente l'eutanasia dei disabili e dei malati (vedi “Manifesto Appello: Contro la legge sul Testamento biologico, contro ogni eutanasia”, link al testo integrale http://www.comitatoveritaevita.it/pub/nav_Manifesto_Appello_testamento_biologico.php)
4. Chi afferma -anche indirettamente- che questa linea intransigente è contraria al Magistero della Chiesa Cattolica ha l'onere di provarlo. Il Comitato Verità e Vita è un'associazione non ecclesiale e non confessionale, fedele a uno statuto che si radica nei principi non negoziabili e immutabili della legge naturale. Ora, è evidente che tali principi non potrebbero mai essere disattesi dal Magistero della Chiesa cattolica. Dunque, Verità e Vita è da sempre attenta alla conoscenza, allo studio e alla divulgazione degli insegnamenti della Chiesa in ambito bioetico, senza omissioni o strane amnesie. Dunque, Verità e Vita non può che condividere, in coerenza con il proprio statuto, i giudizi etico-giuridici della Chiesa sull’aborto, definito "abominevole delitto"; sulla fecondazione artificiale extracorporea omologa ed eterologa, riconosciuta come occisiva ad esempio nel documento Dignitas Personae; sull’eutanasia e su ogni tentativo di sua surrettizia legalizzazione sotto forma di dichiarazioni anticipate di trattamento o di testamento biologico, strumenti contro i quali si sono schierati Chiesa cattolica e pro-life di tutto il mondo.
5. Le innumerevoli prese di posizione assunte dalle Conferenze Episcopali nel mondo non costituiscono automaticamente “Magistero della Chiesa”. Lo prova il fatto che, storicamente, si sono registrate posizioni ufficiali di conferenze episcopali che hanno apertamente contestato il Magistero petrino: si ricordi, a puro titolo di esempio, il caso della Conferenza Episcopale austriaca che criticò Paolo VI all’indomani della Humanae Vitae. Ovviamente, il Comitato Verità e Vita è anche attento a quanto la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) afferma e alle indicazioni che essa offre. Verità e Vita d’altra parte non è un movimento ecclesiale, in base a una scelta dettata dalla consapevolezza che la difesa del diritto alla vita altro non è che difesa dei diritti umani fondamentali, battaglia valida per tutta la società e alla quale possono unirsi anche non cattolici. Quindi, all'ascolto attento e rispettoso di quanto la CEI dice, si sono accompagnati e si accompagnano altrettanto rispettosi e argomentati dissensi sulla strategia adottata e sulle direttive offerte ai movimenti ecclesiali e ai politici cattolici.
6. In concreto, il Comitato Verità e Vita ha espresso pubblicamente il suo dissenso:
a. dalla tesi per cui la legge 194 non sarebbe più una legge da abrogare, ma solo da “applicare meglio”;b. dalla tesi per cui le dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) siano diventate una cosa buona e giusta, e la norma che le legalizza meriti di essere sostenuta; c. dalla tesi che la legge 40 del 2004 sulla Fivet sia una buona legge da difendere “senza se e senza ma”, sottolineando:
- che il cosiddetto "far west della provetta" non era motivo sufficiente per promuovere la legalizzazione formale di pratiche antiumane;- che esisteva il rischio che, ben presto, tutti i "paletti" che apparentemente la legge poneva sarebbero caduti, cosa purtroppo avvenuta;- che –considerandola terapia- il numero delle coppie che saranno indirizzate alla Fivet sarebbe cresciuto nel tempo (come risulta dalle prime relazioni ministeriali: 33.375 nel 2006; 36.495 nel 2007 ) e con esso il numero degli embrioni sacrificati ( 63.322 nel 2006; 70.201 nel 2007);
7. Il Comitato Verità e Vita esprime stupore e amarezza constatando che il Movimento per la Vita Italiano percepisca questo legittimo, esplicito e motivato dissenso come un attacco diretto al Movimento e al suo Presidente. Pare ovvio che il MpV adotti le sue decisioni a maggioranza e che le sue decisioni siano vincolanti per lo stesso; pare altrettanto ovvio che l'essere state adottate decisioni a maggioranza non comporta l'obbligo del silenzio per gli associati, che si vogliono colpiti da provvedimenti disciplinari se si permettono di affermare le proprie legittime opinioni: la democrazia della maggioranza, per essere tale, si accompagna sempre alla libertà di manifestazione del pensiero; nel caso contrario diventa una finzione, una recita che non merita di chiamarsi con quel nome.
8. Non abbiate paura del Comitato Verità e Vita. Il nostro Comitato continuerà a svolgere il compito affidatogli all'atto della costituzione. Tra i nostri obiettivi non vi è in nessun modo l'aggressione verso il Movimento per la Vita Italiano e verso il suo Presidente. Gli ideali di difesa della vita sono esattamente gli stessi. Anche per questo motivo non intendiamo reagire a questa ingiusta e sorprendente aggressione con atteggiamenti ostili e bellicosi. Agli amici del Movimento per la Vita diciamo: non abbiate paura del Comitato Verità e Vita. Non abbiate paura di ascoltarci e di impegnarvi a combattere insieme contro la cultura della morte. Noi siamo contrari alla legalizzazione dell’aborto, della fecondazione artificiale, del testamento biologico, dell’eutanasia. Possiamo costituire un pericolo per la verità e per la vita innocente? Ve lo ripetiamo: non abbiate paura di noi. Altri sono i nemici da combattere"
giovedì 9 settembre 2010
Da 'Il Caso di Recife M.Schooyans" pag 151.
Nel caso di Recife abbiamo potuto osservare un caso flagrante di compassione menzognera.
Riassumendo, si sarebbe dovuto dar prova di compassione verso i medici che avevano eseguito un doppio aborto diretto.
Si sarebbe dovuto silenziare questo caso come si ci mette a tacere per altri.
Orbene la letteratura medica registra situazioni simili a quella vissuta da “Carmen”la fanciulla di Recife, ma in cui la vera compassione è espressa verso la giovanissima mamma e il loro bambino.
La stampa medica registrava già, nel 1959, l’esistenza di una trentina di casi noti di gravidanze precocissime spesso prima dell’età di 12 anni.
Il caso più conosciuto è quello di una piccola peruviana, Lina Medina, nata nel 1933, che ebbe le sue prime regole all’età di 8mesi (sic) e che è rimasta incinta all’età di 5 anni (resic). All’età di 5 anni e 8 mesi essa ha dato alla luce un bambino, Geraldo, che nel 1954, aveva 15 anni mentre la mamma ne aveva 20.
I medici avevano diagnosticato alla mamma una pubertà precoce costituzionale non patologica.
E’ notevole, che , nella storia di Lina Medina sono precisamente dei medici che hanno constatato che la gravidanza della fanciulla non aveva nulla di patologico……L’eventualità di un aborto non è mai stata presa in considerazione. Al contrario i medici dettero prova di compassione vera verso la mamma e il suo bambino. Rileviamo, secondo le ultime notizie, che la mamma vive in periferia di Lima –Peru. Che si sappia la mamma non ha mai rivelato il nome del padre del suo bambino. Costui è nato per cesareo e è deceduto nel 1979 all’età di 40 anni.
L’articolo pubblicato da La Presse Medicale, nell’edizione del 13 maggio1939 precisa che il parto per intervento cesareo, è stato praticato dal Dr Geraldo Lozada. Il breve articolo del 13 maggio sottolinea che
La piccola Lina è circondata da cure minuziose. Un Comitato di Dame si è costituito per assicurare ora e per il futuro le cura e le condizioni materiali di vita per la piccola mamma e il futuro bébé
Anche un articolo del 31 maggio 1939. dovuto al Dr Escobel, fa appello alla compassione:
Si spera che lo Stato e il “Focolaio della Mamma”, proteggeranno questa infelice fanciulla, che ha creato in tutti i cuori un movimento di simpatia e di pietà, tanto più che il suo piccolo è nato,,proprio il giorno che la nazione peruviana celebrava la “Festa della Mamma”,,,
sabato 4 settembre 2010
Gli embrioni salvati sono quelli non prodotti artificialmente/ 5
"E' ben vero che anche se tutti gli embrioni artificialmente generati sono
trasferiti in utero, le percentuali di nascita sono così modeste da far
giudicare le intere tecniche, in quanto tali, poco attente al valore della vita
nel momento stesso in cui si autopresentano come un servizio alla vita. Ma
una volta che gli embrioni sono trasferiti in utero essi sono affidati alla
natura. Molti muoiono anche nel caso di fecondazione naturale e comunque manca
un programmazione diretta e premeditata della distruzione di nuovi esseri
umani" (Prima Relazione al Parlamento).
Due punti emergono: in primo luogo la morte degli embrioni viene valutata non come evento in sé, ma in base all'elemento psicologico di chi procede alla fecondazione artificiale. Per fare una similitudine si può pensare ad un'inondazione disastrosa che provoca migliaia di vittime in conseguenza di un evento metereologico inaspettato; si potrà dire: "non è colpa di nessuno", ma si aggiungerà, comunque: "è una tragedia". Certamente ci si chiederà: "poteva essere evitata? e in che modo?"