sabato 25 settembre 2010

Giuseppe va alla guerra/1


L'eleganza di Giuseppe Anzani nel definire (nei due articoli apparsi su Il Foglio del 18 e del 23/9) alcuni soci fondatori del Movimento per la Vita "quattro bastiancontrari" che avrebbero "imbeccato" Francesco Agnoli e che, in passato, avrebbero esercitato con "asprezze aggressive" il loro "integrismo" e che attualmente "non demordono", forse perché "soffrono di mancate presidenze"; e, ancora, che "seminano divisone, amarezza e discordia" si commenta da sola.

Traspare, per di più, una concezione della democrazia che - se è lecito ironizzare - mischia insieme Totò e Lenin: "Ora che quelli che non erano d'accordo se ne sono andati, possiamo iniziare a discutere!" (e ovviamente la discussione è "finalmente serena, amicale, solidale" e addirittura "gioiosa"! Lo immaginiamo: uno interviene e tutti dicono: "è vero, hai ragione, bravo!" Chissà se gira lo spumante ...).

Forse è l'eccesso di zelo: avete presente le riserve nelle squadre di calcio scaraventate all'improvviso in campo dall'allenatore? Corrono più che possono, si agitano ... Già, perché è strano che Anzani accusi Agnoli (un giornalista: da querela!) di farsi "imbeccare" e di scrivere quello che gli viene detto da quelli di Verità e Vita (che vogliono addirittura una "rivincita distruttiva"): che qualcuno gli abbia detto: "vai avanti tu"?

Ma scendiamo a quello che dice Anzani. E iniziamo dalla contrapposizione tra "centomila parole" e "centomila bambini salvati". Sì, perché "il MpV sente la vocazione ad operare nella storia, nella concretezza quotidiana, nel soccorso reale fino al limite del possibile, nella testimonianza di amore alla persona" e "non riempie scaffali e pareti di trattati e di striscioni, ma di storie aiutate, di vite salvate"; perché "ci sarà chiesto conto di ogni parola inutile".
Non so cosa faccia Anzani nel Movimento a cui appartiene: è un po' strano che un conferenziere, giornalista, giurista - insomma, uno che lavora con le parole - le metta in un angolo; a me sembra che voglia impedirci di pensare (dice, infatti, che possono pensare solo quelli che "hanno visto").
Ma noi ragioniamo lo stesso anche senza autorizzazione di Anzani: lo faremo nei prossimi commenti.

Ma, tanto per rimanere sulle "parole inutili", come non concludere con quella bellissima frase riferita alla legge 40: "proprio su alcune sue espressioni la Corte Suprema ha di recente poggiato un importante dictum sulla soggettività giuridica del concepito ancor prima della nascita". Vedete come sono importanti le parole per Anzani: quelle della legge e i dicta della Cassazione ... Peccato che quel dictum non abbia prodotto nessun effetto (appunto: parole inutili) mentre l'altro dictum - quello della Corte Costituzionale che ha eliminato il limite dei tre embrioni - quello sì, che è efficace: permetterà ai congelatori di embrioni (che già la legge 40 autorizzava ad operare) ad estendere la loro opera. Se gli embrioni morti nel 2008 sono 75.000, quanti saranno in futuro? Ne parleremo.

Giacomo Rocchi

P.S. Confesso subito: sono figlio di uno dei "quattro bastiancontrari". Mi lacrimavano gli occhi per i lacrimogeni quando il Palazzo dei Congressi di Firenze era assediato dalle femministe. Qualche mese fa un relatore ad un incontro pubblico, incontrandolo dopo tanti anni, aveva voluto pubblicamente ricordare che una sua conferenza aveva portato alla nascita del CAV di Siena. All'epoca conobbi Francesco Migliori e anche Madre Teresa; non conobbi invece Anzani: non si può avere tutto! "Integrista" e "bastiancontrario"? Da ragazzo avrei usato anche espressioni più forti: ma che padre è chi non cerca di salvare la vita di tutti i figli?

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