Durante questa estate abbiamo riflettuto sui risultati della legge 40 sulla procreazione assistita commentando le due Relazioni al Parlamento del Movimento per la Vita Italiano e un articolo apparso su Sì alla Vita nel mese di luglio 2010. (vedasi i cinque post dallo stesso titolo a partire dal 23 agosto)
Siamo partiti da un dato oggettivo: gli embrioni prodotti e morti in un anno in applicazione della legge sono almeno 75.000 (ed è facile calcolare il numero complessivo degli embrioni prodotti e morti nei cinque anni di attuazione della legge: alcune centinaia di migliaia); ma, di fronte al giudizio che una legge non avrebbe dovuto permettere una strage di queste proporzioni, abbiamo preso atto che questi documenti attribuiscono alla legge il merito di avere impedito la morte di migliaia di embrioni (38.000 quest'anno, secondo l'articolo sul Sì alla Vita): abbiamo però scoperto che gli embrioni "salvati dalla morte", in realtà, non sono mai esistiti; il merito della legge è stato quello di averne impedito la produzione.
Obbiettiamo, allora, che sarebbe stato meglio impedire del tutto la produzione artificiale di embrioni: ma si replica che è diverso produrre embrioni con l'intenzione di provocarne la morte e produrli con la speranza di farli nascere: sì, perché, dopo il trasferimento in utero, gli embrioni "sono affidati alla natura" e, se muoiono, la loro morte non è voluta.
Abbiamo visto che si tratta di posizione insostenibile.
In primo luogo emerge una posizione assai ambigua sul congelamento degli embrioni: indicato (nella prima relazione) come la "tecnica che uccide gli embrioni" e che, quindi, si doveva vietare, ma in realtà autorizzato dalla legge 40 (sono 3.000 gli embrioni congelati dal 2004 ad oggi); e, del resto, chi congelava prima della legge 40 e poi scongelava introducendo in utero gli embrioni scongelati, evidentemente sperava che non morissero: aveva lo stesso atteggiamento psicologico di chi produce embrioni in numero minore.
I documenti del Movimento per la Vita tacciono, poi, della morte in provetta degli embrioni, del tutto prevedibile (uno su dieci) e risultante dalle Relazioni ministeriali e in nessun modo addebitabile alla natura. Tacciono, soprattutto della causa del mancato attecchimento degli embrioni, che è proprio la loro produzione artificiale; del resto gli aborti spontanei sono il doppio di quelli che ricorrono nelle gravidanze naturali, ma anche tutti gli altri eventi tragici (bambini nati morti, morte dopo la nascita, disabilità ecc.) ricorrono con frequenza assolutamente superiore.
Non è la natura a far morire gli embrioni prodotti artificialmente: è la loro produzione artificiale!
La legge 40, quindi, non solo non ha "salvato" la vita di un solo embrione, ma ha autorizzato la morte di centinaia di migliaia di essi!
Non basta: la legge è responsabile di due fenomeni che aumentano il numero degli embrioni prodotti e morti: l'innalzamento dell'età delle coppie che accedono alla fecondazione artificiale - e si sa che, quanto più la coppia è avanzata negli anni, tanto più le percentuale di "successo" diminuiscono; e l'aumento complessivo del ricorso alla procreazione artificiale.
"La legge 40 funziona". Sul sito del Mpv si legge che "la Relazione per il 2008 dimostra che la legge ed i suoi paletti sono ragionevoli e funzionano".
Ragionevoli per chi? Per le donne ultraquarantenni (il 26,9% del totale) alle quali viene permesso di accedere (gratuitamente) alle tecniche nonostante le percentuali di "successo" sfiorino lo 0%? O per i furbi imprenditori che - visto il business e il "via libera" dello Stato che paga - sono corsi a creare centri per la riproduzione assistita?
In realtà - non possiamo non concludere - se gli unici embrioni salvati sono quelli che non sono stati prodotti artificialmente - la legge avrebbe dovuto - e avrebbe potuto - prevedere soltanto una cosa: vietare la produzione artificiale dell'uomo.
Giacomo Rocchi
P.S.: da tempo si cerca di argomentare e ragionare su questo e su altri temi; altri, invece, dopo aver chiuso tutti e due gli occhi, si accontentano di ripetere che "la legge 40 ha posto fine alle pratiche selvagge della provetta" e citano la Corte Costituzionale dimenticando di ricordare che, una volta eliminato il limite dei tre embrioni dalla stessa Corte Costituzionale, che l'ha ritenuto illegittimo, i professionisti della provetta hanno trovato una tavola riccamente imbandita: soldi pubblici, autorizzazione al congelamento degli embrioni, accesso riconosciuto anche alle coppie di età avanzata, diagnosi preimpianto riconosciuta come lecita ...
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