martedì 11 agosto 2009

Legalizzazione dell'aborto: questione chiusa? /5


Nessuno, in definitiva – né Buttiglione, né la Turco, né la Roccella (rappresentanti di mondi e di provenienze diverse) – spiega per quale motivo garantire alla donna una libertà incondizionata di abortire o meno sia più efficace per difendere la vita dei bambini di una legge che vieta e punisce l’aborto volontario.

Eppure Buttiglione, nell’intervista al Corriere della Sera, ammette di “essere cambiato” (sostiene che “tutti sono cambiati”, ma questo è certamente falso) e sostiene che la sua convinzione in ordine all’impossibilità di difendere il bambino in contrapposizione è frutto di un ripensamento: “Chi, come me, si batté contro la 194, riconosce di essersi sbagliato su un punto”, appunto questo.
Anche questo è un bluff: quello del vietare e punire l’aborto volontario non è un punto, ma è piuttosto il punto; l’aborto depenalizzato è aborto libero e tutti i “paletti” che vengono posti (in buona fede o meno) per limitare il ricorso all’aborto vengono travolti, come la vicenda della legge 194 dimostra ampiamente. In Italia l’aborto volontario è “libero” (torneremo su questa espressione) fino al momento della gravidanza in cui scatta la vera sanzione penale (quella per l’omicidio volontario), cioè quella della capacità di vita autonoma del feto, e ciò a prescindere dall’epoca della gravidanza, dalla presenza o meno del certificato medico, dai motivi che la donna “accusa” (che, guarda caso, non vengono nemmeno annotati, tanto sono irrilevanti).

Davvero Buttiglione credeva a quello che diceva alla Camera dei Deputati quando affermava: “Nello spirito della legge n. 194 l'aborto è un rimedio estremo … In generale, lo spirito della vigente legge n. 194 … tenta … un bilanciamento di beni morali o di valori. Da un lato, il diritto di scelta, dall'altro, il diritto alla vita, dando una certa prevalenza al diritto di scelta, ma senza negare che esista un diritto alla vita del bambino e, quindi, delimitando l'ambito all'interno del quale questo diritto alla vita può essere posposto ad altri diritti o sacrificato”?
“Una certa prevalenza”? Buttiglione vuole forse dire che in alcuni casi la legge attribuisce prevalenza al diritto alla vita del bambino? E in quali, se è lecito chiederlo?

E così, questo “punto” su cui l’opinione di Buttiglione è cambiata è più che sufficiente per abbracciare per intero la legge 194: menzionata come modello nella stessa mozione (“l'articolo 1 della legge n. 194 del 1978 afferma che «l'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite») e la cui inattaccabilità viene riaffermata: “Il movimento non è contro la 194. Noi la legge non vogliamo cambiarla, meno che mai l’articolo 1, secondo cui l’aborto non è uno strumento di controllo delle nascite”. E, alla Camera: “Noi ci muoviamo interamente nel solco di questa posizione della legge n. 194 e questa mozione, in realtà, non chiede allo Stato italiano in alcun modo di cambiare la legge n. 194”.

Si noti: Buttiglione afferma di non voler cambiare la legge, non di non poterla cambiare …

Ecco che il nostro si imbarca nella vasta compagnia che insieme a Roccella e Turco, comprende, tra gli altri, anche Luigi Laratta dell’AIED (“È proprio perché l'Italia ha adottato una valida legge sull'aborto, che il nostro Pese può legittimamente promuovere presso le Nazioni Unite la messa al bando dell'obbligo di abortire per la ragion di Stato”) e Adriano Sofri (“Perseguire penalmente l'aborto, condannarlo alla clandestinità e all'infamia, è un delitto contro la persona, e specialmente contro la donna”) …

Ma sulla base di quali considerazioni Rocco Buttiglione sostiene di essersi sbagliato? Il suo è un percorso mentale che parte dai dati dell’esperienza di questi anni di vigenza delle leggi abortiste nel mondo oppure è solo frutto di riflessioni filosofiche maturate in questi anni?
Buttiglione, si sa, è un filosofo, e quindi un teorico; ma è anche un politico, un arduo compito che impone di governare la realtà effettiva – uomini concreti, situazioni reali – alla luce di determinati principi.

Buttiglione ha analizzato i dati sul numero di aborti nei paesi in cui – come in Polonia o in Irlanda – l’aborto è vietato e sanzionato? (a proposito: sosterrà i tentativi all’interno dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa di costringere questi Paesi a depenalizzare l’aborto?)
E ha fatto delle considerazioni sulle statistiche relative all’applicazione della legge 194?

Giacomo Rocchi

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