mercoledì 19 agosto 2009

Il caso San Raffaele /2

Quale sarà, quindi, la condotta del San Raffaele dopo l'emanazione della sentenza della Corte Costituzionale? Dopo un'intervista al Corriere della Sera l'Istituto ha emanato un comunicato ufficiale che vale la pena di riportare per intero:

"In merito a quanto pubblicato oggi sul Corriere della Sera relativamente alla protesta apparsa su un blog a proposito della procreazione medicalmente assistita e alla crioconservazione degli embrioni, l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele intende fare chiarezza rispetto alla dichiarazione articolata del Prof. Augusto Ferrari che è stata riportata solo parzialmente dal quotidiano, ingenerando così una serie di interpretazioni erronee sulla posizione del San Raffaele.In particolare, Augusto Ferrari, Direttore della Clinica Ostetrico-Ginecologica Università Vita-Salute San Raffaele precisa che:

1- Il San Raffaele ha accolto integralmente le modifiche alla legge 40/2004 secondo la sentenza n 151 della Corte Costituzionale.
2- Il nuovo articolo 14 prevede la scelta di un numero di ovociti da inseminare per ciascuna coppia al fine di ottenere il numero di embrioni strettamente necessario al trattamento. Questo significa che il medico ha la facoltà di scegliere, sulla base delle condizioni cliniche della coppia e dell’età, il numero di ovociti.
3- La crioconservazione degli ovociti ritenuti in eccesso viene comunque garantita.
4- La crioconservazione degli embrioni secondo legge è procedura che viene effettuata in caso di grave e documentato rischio per la salute della donna o per ridurre il rischio di gravidanze multiple (situazione pericolosa per la donna). E questo noi lo applichiamo integralmente.
5- La coltura prolungata fino allo stadio di blastocisti, nei casi in cui è indicata, può permettere di incrementare le percentuali di gravidanza in virtù di una selezione naturale passiva, evitando il trasferimento o la criopreservazione di embrioni senza possibilità di sviluppo.
6- Nel caso in cui, anche con la coltura prolungata, si dovessero ottenere più blastocisti, si proporrà il trasferimento contemporaneo ragionevole o la criopreservazione, sempre nell’ottica di privilegiare la salute della donna
"


Nell'intervista al Corriere della Sera, il prof. Ferrari aveva indicato un "duplice obbiettivo": «Offrire il miglior trattamento scientificamente possibile alla coppia ed evitare la criopreservazione degli embrioni. Non diciamo no al congelamento in assoluto, ma a quello considerato come una strategia di gestione della coppia infertile».
Come si comporta insomma il San Raffaele?
1. Produce più di tre embrioni: quindi il limite di tre embrioni massimi producibili - tanto sostenuto da parte del mondo cattolico e collegato al trasferimento in utero di tutti gli embrioni prodotti (per dare a ciascuno una chance di sopravvivenza) viene abbandonato.
Il San Raffaele era obbligato dalla sentenza della Corte Costituzionale? Assolutamente no, ben avrebbe potuto conformare le proprie regole interne al limite massimo abrogato.

2. Quanti embrioni produce per ogni ciclo? La scelta - assolutamente discrezionale - è del medico: quindi gli embrioni prodotti non sono predeterminati. Il riferimento alle condizioni cliniche e all'età della coppia fa intendere che, in certi casi (età avanzata) si cercherà di produrre più embrioni possibile sia per evitare di sottoporre la donna ad un nuovo prelievo ovocitario, sia per trasferire più embrioni, risultando inferiore la possibilità di attecchimento. Se il numero degli ovociti prelevati è manifestamente sovrabbondante, alcuni di essi saranno crioconservati prima del tentativo di fecondazione in vitro.

3. Il San Raffaele seleziona gli embrioni? Si. Non stiamo parlando della diagnosi genetica preimpianto (la sentenza della Corte Costituzionale non affermava esplicitamente la liceità di questa tecnica, affermata da alcuni giudici di merito e dal TAR Lazio), ma di una diversa selezione, quella che, nell'intervista al Corriere della Sera, viene definita "naturale" (Sic! "il San Raffaele vuole attrezzarsi per fare crescere gli embrioni in vitro, anziché trasferirli subito nell' utero o congelarli. Quelli che sopravvivono a una selezione passiva saranno, poi, impiantati a 5/6 giorni di distanza. Per la donna potrebbero esserci più chance di restare incinta, ma la maggior parte degli embrioni è destinata a morire naturalmente": il passo riportato, però, non è virgolettato ed è quindi una sintesi della giornalista): gli embrioni prodotti vengono coltivati in vitro per un periodo superiore a quello usuale (5-6 giorni), alcuni muoiono e quindi vengono automaticamente eliminati dalla "corsa al trasferimento in utero".

4. Il San Raffaele trasferisce in utero tutti gli embrioni prodotti e sopravvissuti alla selezione? No. Il comunicato dice chiaramente che il criterio seguito è quello del rischio di gravidanze multiple; non solo: fa capire che, nel caso più embrioni siano sopravvissuti alla selezione "naturale" (sic!) della coltivazione prolungata in vitro, a decidere se e quanti embrioni trasferire sarà la donna (la clinica propone soltanto ...)

5. Il San Raffaele congela gli embrioni? Si.
Congela tutti gli embrioni sopravvissuti alla coltivazione prolungata che si decide di non trasferire (o meglio: che la donna decide di non trasferire).


Una domanda: il San Raffaele ha una condotta differente rispetto agli altri centri che fanno fecondazione in vitro?



Giacomo Rocchi

1 commento:

  1. Dal punto prettamente tecnico sembra in linea con la concorrenza, in effetti sembra che vogliano far notare all'opione pubblica che il servizio di 'produzione' è adeguato agli ultimi standard di mercato e di legge.
    Dal punto di vista morale è l'ospedale più abominevole della storia recente in quanto in sfida aperta con la ragione e la morale naturale proponte come giusta una pratica che uccide di fatto i bambini [per tecnica, per soldi e per successo]
    Giovanni Ceroni

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