Hanno fatto scalpore le dichiarazioni che il Ministro dell'Uguaglianza spagnolo, Bibiana Aido, ha effettuato nel corso di una trasmissione radiofonica:
Un feto di 13 settimane è «un essere vivente, chiaro», ma «non possiamo parlare di essere umano, perché questo non ha nessuna base scientifica».
«Non c’è prova scientifica per dire che» un feto di 13 settimane «è un essere umano né per non dirlo, mi baso sul manifesto che hanno elaborato gli scienziati», ha chiarito più tardi Aído.
Un feto di 13 settimane è «un essere vivente, chiaro», ma «non possiamo parlare di essere umano, perché questo non ha nessuna base scientifica».
«Non c’è prova scientifica per dire che» un feto di 13 settimane «è un essere umano né per non dirlo, mi baso sul manifesto che hanno elaborato gli scienziati», ha chiarito più tardi Aído.
Il ministro fa riferimento al documento che un folto gruppo di scienziati ha approvato in contrapposizione alla Dichiarazione di Madrid.
Conosciamo già la Dichiarazione di Madrid che riaffermava con forza la realtà dell'essere umano, dal concepimento fino alla morte naturale e ribadiva una constatazione: l'aborto è l'uccisione di un uomo.
Conosciamo già la Dichiarazione di Madrid che riaffermava con forza la realtà dell'essere umano, dal concepimento fino alla morte naturale e ribadiva una constatazione: l'aborto è l'uccisione di un uomo.
Erano affermazioni false?
Vediamo come gli altri "scienziati" hanno risposto (nella foto Juan Lerma, promotore del documento):
"I dati scientifici disponibili sulle fasi dello sviluppo embrionale sono dati oggettivi la cui interpretazione e la diffusione devono essere esenti da influenze ideologiche o credenze religiose. Pertanto, denunciamo l'uso ripetuto del termine "scientifico", con riferimento a pareri in cui né la genetica né la biologia cellulare né l'embriologia hanno da proporre argomenti decisivi.
Il momento in cui un essere può essere considerato un essere umano non può stabilirsi mediante criteri scientifici: la conoscenza scientifica può chiarire determinate caratteristiche funzionali ma non può affermare o negare se queste caratteristiche conferiscono all’embrione la condizione di essere umano così come essa si applica alle persone sviluppate della specie umana.
Questo rientra nell’ambito delle convinzioni personali, ideologiche o religiose".
Vediamo come gli altri "scienziati" hanno risposto (nella foto Juan Lerma, promotore del documento):
"I dati scientifici disponibili sulle fasi dello sviluppo embrionale sono dati oggettivi la cui interpretazione e la diffusione devono essere esenti da influenze ideologiche o credenze religiose. Pertanto, denunciamo l'uso ripetuto del termine "scientifico", con riferimento a pareri in cui né la genetica né la biologia cellulare né l'embriologia hanno da proporre argomenti decisivi.
Il momento in cui un essere può essere considerato un essere umano non può stabilirsi mediante criteri scientifici: la conoscenza scientifica può chiarire determinate caratteristiche funzionali ma non può affermare o negare se queste caratteristiche conferiscono all’embrione la condizione di essere umano così come essa si applica alle persone sviluppate della specie umana.
Questo rientra nell’ambito delle convinzioni personali, ideologiche o religiose".
Ecco che, improvvisamente, gli scienziati che pretendono da tempo di dirci ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, come devono essere fatte le leggi, come si dovrebbero comportare le persone, diventano timidi: "noi vi diamo solo delle conoscenze, ma non possiamo dire nulla ..."
Si suppone che una posizione del genere possa applicarsi anche alle idee naziste, o ai sostenitori della legittimità della schivitù per gli uomini di colore ...
Giacomo Rocchi
Nessun commento:
Posta un commento