Questo strumento nasce per evidenziare iniziative, idee, provocazioni, approfondimenti, a difesa della vita, dal concepimento naturale alla morte naturale.
domenica 30 novembre 2008
Obama, la morte, Hitler, prepariamoci al peggio.
venerdì 28 novembre 2008
Testamento biologico e autodeterminazione
sabato 22 novembre 2008
Il grande stratega
E soprattutto: quale legge suggerisce di approvare Delle Foglie?
A questa domanda mi permetto di proporre una risposta: qualunque legge che permetta una autodeterminazione relativa (non assoluta ...) purché approvata in un clima costruttivo; così che Delle Foglie possa dire: abbiamo vinto! Insomma una legge che consente dichiarazioni anticipate che permettono la cessazione delle terapie (non però di nutrizione o idratazione ...); e che per di più non permetta l'obiezione di coscienza ai medici!
Delle Foglie sta volontariamente mettendo la testa sotto la ghigliottina ... ma la testa di chi?
Giacomo Rocchi
giovedì 20 novembre 2008
Caso Englaro: LICENZA DI UCCIDERE - Verità e Vita mette in guardia dall’ambiguo concetto di “Fine vita”
Ancora non ha eseguito o fatto eseguire il gesto omicida. E noi fortemente speriamo che ci ripensi.
Ma se sciaguratamente dovesse farlo, questa decisione omicida non sarà nella sostanza diversa dai milioni di decisioni omicide –anche queste consentite e finanziate dallo Stato– prese da padri, madri e medici in materia di aborto; nonché da quelle di genitori e medici che –nelle tecniche di fecondazione artificiale omologhe o eterologhe - obbligano i poveri figli concepiti in provetta ad un “percorso di guerra” che nove volte su dieci li uccide. Di questo, purtroppo, da troppo tempo si tace, favorendo il clima per una sentenza come quella sul caso-Englaro.
Come era facile prevedere –e chi l’ha fatto ha suscitato le solite “prese di distanza” di certi paladini del “politicamente corretto” e del “male minore”– la legalizzazione prossima ventura della eutanasia si materializzerà con la ben nota trappola dell’antilingua. L’importante è non chiamare le cose con il loro nome. In questo caso, la nuova espressione, che sembra già godere di quell’ampio consenso autorevolmente auspicato per la sua traduzione in legge, è “Fine Vita”.
Per l’aborto, che è l’uccisione “volontaria” del figlio concepito, si coniò la formula “Interruzione volontaria della gravidanza”, tradotta nell’asettico acronimo “IVG”. Il diritto della donna si chiama “autodeterminazione”, e la vittima è un essere umano fra il concepimento e la nascita, impossibilitato ad autodeterminarsi. Adesso, con il “fine vita” e la c.d. autodeterminazione delle DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento), si delega qualcuno a uccidere colui che –qui e ora- non può esprimersi.
In questo modo –a prescindere da certe buone intenzioni– una legge sul “fine vita” sdoganerà una nuova categoria giuridica: quella delle persone che si trovano in una condizione umana intermedia tra vita e morte.
Recependo nell’ordinamento proprio quel concetto culturale di “zona grigia” elaborata da qualche sedicente cattolico in cerca di facili consensi mondani.
Per questi motivi, Verità e Vita conferma il proprio deciso dissenso dalla linea politica di sostegno ad una legge comunque ispirata al c.d. “fine vita”, che nella migliore delle ipotesi funzionerà come “scivolo” al decollo dell’eutanasia legale. Che implica quel diritto di uccidere che, almeno per i cittadini già nati, la legge vigente oggi rifiuta, anche a livello della Costituzione.
Come abbiamo già scritto più volte, delle due l’una: o la volontà del paziente, espressa prima di cadere nell’incoscienza, non è vincolante per il medico. E in questo caso non serve alcuna legge. O la volontà del paziente è vincolante per il medico, e questo apre all’eutanasia. Una legge che cerchi di collocarsi in mezzo a questo spartiacque è solo una colossale trappola della cultura della morte, nella quale Verità e Vita non vuole cadere.
Il “fine vita” non esiste. Esistono la vita e la morte. Al contrario, il “non ancora” dell’ ivg e l’ “ormai” del “fine vita” non sono che il marchio del potere dell’uomo sulla vita dell’altro.
Noi di Verità e Vita sosteniamo che l’unico modo sincero e corretto di esprimere l’ambito della misteriosa dignità, anche corporea, dell’uomo nel tempo è: “dal concepimento alla morte naturale”. Parole chiare, distinte e univoche. Parole pro-life.
mercoledì 19 novembre 2008
Autodeterminazione?
domenica 16 novembre 2008
Verso l'eutanasia/L'autodeterminazione
venerdì 14 novembre 2008
Una giornata di lutto per la magistratura italiana
Certo: occorreva coraggio, per andare contro al conformismo imperante che, attorno al padre di Eluana, ne invocava la morte; era necessario uno strappo procedurale, per tornare a valutare il merito della vicenda e non solo il tema dell'ammissibilità o meno del ricorso.
Vi sarebbe stato un Giudice che avrebbe affermato: "non possiamo condannare a morte una giovane donna innocente?"
Non c'era.
Vi erano piuttosto giudici che discettavano sulla possibilità per il Pubblico Ministero di proporre impugnazione: e osservavano che la questione della morte procurata di Eluana non è una questione di "status e di capacità delle persone" (lo ha sostenuto la difesa di Beppino Englaro, sostenendo, in pratica, che se si trattava di interdire la figlia - come era avvenuto in precedenza - il P.M. avrebbe potuto dire la sua, ma se si trattava di ucciderla no ...) e che comunque - suprema distinzione! - il Pubblico Ministero avrebbe potuto intervenire in giudizio ma non impugnare la sentenza! La questione della morte procurata di una disabile non è di interesse pubblico, riguarda solo le persone coinvolte!
L'ultima parola è stata detta, la procedura è stata rispettata, le carte sono in ordine.
Ora Eluana può essere uccisa.
Giacomo Rocchi