sabato 22 novembre 2008

Il grande stratega

Domenico Delle Foglie, Portavoce di Scienza e Vita:


"Una legge si impone. Ma quale legge? ... Di sicuro non una legge qualunque, perché dopo trent’anni di 194, nessuna disciplina che affronti questioni eticamente sensibili, può essere costruita a cuor leggero. Anzi, dev’essere accompagnata da un formidabile dibattito pubblico. (...)
Ma proprio la “lezione” della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, quel suo sano trasversalismo che ha portato alla riduzione del danno, ci impone una scelta di campo.
Qualcuno provocatoriamente ha chiesto: vogliamo costruire una “nuova” Legge 40 o una “vecchia” Legge 194? Noi non abbiamo dubbi che si debba tentare di ricostruire in Parlamento il clima propositivo e costruttivo che ha portato all’approvazione della Legge 40."
Voilà: ecco servite le parole d'ordine: prima fra tutte la riduzione del danno: il danno ormai è fatto, bisogna cercare di correre ai ripari, non si può avere una legge giusta, ma, al limite una legge imperfetta ... e poi la contrapposizione tra legge 194 sull'aborto e legge 40 sulla fecondazione artificiale fondata soprattutto sul diverso clima ... Leggiamo ancora:
" ... noi non vogliamo rieditare una “vecchia” Legge 194, con le sue trappole, a partire dalla concessione dell’obiezione di coscienza ai medici che non volessero mettere in atto le disposizioni pronunciate dai soggetti (prima o dopo la malattia è ancora tutto da assodare).
Tanto poi lo Stato deve garantire che qualcuno si faccia carico di “aiutare a morire” chi lo dovesse chiedere. E’ appena il caso di dire che questa si chiama eutanasia, come in tanti hanno denunciato dopo la sentenza della Cassazione.
Coltiviamo una certezza: non possiamo consentire a quei settori ciecamente libertari e consapevolmente illiberali (...) che vogliono chiudere il cerchio: dalla Legge 194 a quella sul testamento biologico. Se dovesse vincere il “partito” dell’autodeterminazione assoluta, quello cioè che non rispetta il soggetto nella sua dimensione “relazionale” – e cioè umana – allora il gioco sarà fatto. L’individuo, in solitudine, solo con se stesso, prima eliminerà la vita nascente e poi eliminerà, anticipandone l’esito, la vita più fragile che si avvia al tramonto. La chiamerebbero vittoria della libertà. Non possiamo assecondare questo furto della vita e della speranza. Costruiamo, piuttosto, una legge sul “fine vita”. Con chi la vita la ama e la vuole tutelare. Sempre. Anche e soprattutto quando è al suo massimo grado di fragilità."
Qualche domanda impertinente: a) in cosa differiscono la legge 194 e la legge 40? Forse che una è una legge ingiusta e una una legge giusta? Delle Foglie si guarda bene dal dire l'una o l'altra cosa ... b) ma la "trappola" dell'obiezione di coscienza non l'avevano messa anche nella legge 40 (articolo 16)? E come mai? c) il clima costruttivo che ha portato all'approvazione della legge 40 teneva conto della costruzione e della distruzione di decine di migliaia di embrioni ogni anno e del congelamento - autorizzato dalla legge - di diverse centinaia all'anno (ormai sono migliaia)?

E soprattutto: quale legge suggerisce di approvare Delle Foglie?

A questa domanda mi permetto di proporre una risposta: qualunque legge che permetta una autodeterminazione relativa (non assoluta ...) purché approvata in un clima costruttivo; così che Delle Foglie possa dire: abbiamo vinto! Insomma una legge che consente dichiarazioni anticipate che permettono la cessazione delle terapie (non però di nutrizione o idratazione ...); e che per di più non permetta l'obiezione di coscienza ai medici!

Delle Foglie sta volontariamente mettendo la testa sotto la ghigliottina ... ma la testa di chi?

Giacomo Rocchi

8 commenti:

  1. Da quando sono stati 'rotti gli argini' con l'auspicio di una legge sul -fine vita-, la parola d'ordine sulla bocca dei più è "legiferiamo per mitigare il danno".
    Ma siamo sicuri che il danno verrà mitigato?
    A giudicare dai 'frutti' della legge 40 ho molti dubbi. La gente ingnora l'abominio della produzione dell'uomo.
    Tutti i media sono d'accordo nel tessere le lodi delle tecniche mortifere della produzione dell'uomo in provetta.....
    Dittatura 'democratica' del relativismo e del falso, dove i deboli, gli oppressi, gli esclusi muoiono in silenzio.

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  2. La ghigliottina è sicuramente immagine forte, e la gente si scandalizzerà, come si è scandalizzata recentemente per le bamboline insanguinate spedite via posta alle redazioni dei giornali. Ma al sangue innocente dei concepiti prodotti (legge 40), e alle vite stroncate dalle leggi sul fine vita (una legge sul fine vita inevitabilmente aprirà all'eutanasia) non si scandalizza nessuno?
    Grazie Giacomo, hai il coraggio della verità.

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  3. La differenza fondamentale tra legge 194 e legge 40 a mio avviso è nelle condizioni di partenza: la 194 ha legalizzato ciò che prima non lo era, mentre la legge 40 ha legalizzato ciò che prima non era esplicitamente illegale.
    Una legge sul fine vita potrà o sconfessare una volta per tutte la giurisprudenza "creativa" che consente l'uccisione di disabili gravi, o avallarne la soppressione, sempre però, in caso di "grave pericolo fisico e psichico" per essi.
    In tal caso si intitolerà "Norme per la tutela sociale della vita e sull'interruzione volontaria della respirazione"

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  4. Si è molto discusso della differenza fondamentale di partenza di cui parla agapetos: non intendo certamente negare il problema.
    Temo, però, che concentrarsi su questa differenza iniziale porti (inconsapevolmente o meno) a sottolineare solo l'aspetto che "più di questo non si poteva fare", e che "il far west della provetta era molto peggio".
    La natura della legge 40 è identica a quella della legge 194: essa consente - legalizza, finanzia, approva - una pratica che produce la morte di decine di migliaia di embrioni; esattamente come la legge 194 fa per l'uccisione di decine di migliaia di feti all'anno. Tutte e due le leggi pretendono di mettere "paletti"; per entrambe le leggi i paletti possono essere facilmente abbattuti o aggirati: resta, così, il nucleo libertario delle due leggi, basate sulla mera volontà degli adulti di cui rimangono vittima gli embrioni e i feti.
    Se questo è l'effetto delle due leggi, molto ci sarebbe da dire sulle intenzioni del legislatore: se quella del legislatore della 194traspare chiaramente (si comprende perfettamente che quello a cui si puntava era l'aborto assolutamente libero e gratuito), temo che - a parte la buona fede (o l'insipienza) dei singoli parlamentari - anche il Parlamento della legge 40 fosse ben consapevole di andare ad approvare una legge liberalizzatrice di pratiche antiumane.
    Quanto alla futura legge sul "fine vita" credo che il risultato sarà quello che dice agapetos: tanto fumo per nascondere la natura eutanasica delle pratiche che si andrà a depenalizzare.
    Giacomo Rocchi

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  5. Sono andato poche settimane fa ad una conferenza sul "fine vita", che faceva parte di un ciclo di incontri di formazione.
    Il relatore, dott. Micaletti, ha esposto in modo molto chiaro e convincente che quando si "media" su beni indisponibili, come la vita, quale che sia la "mediazione", il risultato è inevitabilmente che qualcuno ci rimette la vita.
    E, aggiungo io, una volta accettato il fatto che sulla vita si può "mediare", per la legislatura successiva sarà molto facile spingere la "mediazione" sempre più verso la morte, magari senza far troppo rumore. Nei Paesi Bassi è accaduto proprio così. Gli ultimi decenni hanno portato tante tragiche conferme al principio del "piano inclinato".

    Giovanni

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  6. La legge 40 che legalizza la fecondazione in vitro è stata dichiarata conforme alle istruzioni della Evangelium Vitae perché, di fatto, questa perfida procedura, era già legale in quanto diffusa senza che alcuna legge la impedisse e, pertanto, quanto disposto da questa legge era un minor male, proponibile anche da credenti cattolici ossequiosi alla Dottrina Cattolica purchè ne mettessero in evidenza che non era giusta ma solo opportuna in quel contesto (cosa che oltretutto non è mai stata fatta).
    “ – ora invece il signor Domenico Delle Foglie auspica che analoga legalizzazione sia applicata per l’eutanasia come se questa nefanda pratica, forse esistente in modesta misura ma comunque clandestina e condannata dalle leggi vigenti, fosse una legge per controllare, contenere etc, etc.
    Ma chi è questo stratega?
    E l’Aurorità Ecclesiastica, (si intende nell’ambito della Chiesa Cattolica) esiste ancora?
    Silvio Ghielmi

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  7. La legge 40 che legalizza la fecondazione in vitro è stata dichiarata conforme alle istruzioni della Evangelium Vitae

    Mi interesserebbe sapere chi in modo ufficiale si è pronunciato in tal senso.
    Grazie
    Giovanni

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  8. Credo che nessuno possa dire che la legge 40 sia conforme all'EV. Questo è pacifico. Di fatto però c'è stato e c'è ancora un 'silenzio assenso' che pesa come un macigno su questa legge. Per non parlare di una campagna mediatica (sui media cattolici) che dipinge la legge 40 come una legge di successo declamando l'aumento dell'accesso alla FIVET. Questo ha un potere devastante sulla gente e sulle coscienze. Nessuno nel mondo cattolico ormai afferma più che qualsiasi legge che promuova e finanzi la produzione dell'uomo, è legge ingiusta. Allego a questo proposito un testo significativo del Card. Caffarra che nel 2004 diceva:

    <<
    http://www.caffarra.it/verona03.php
    le conclusioni:
    [.................]
    Pertanto la mia conclusione è la seguente: ritengo ogni legge civile che consente il ricorso alla PA un legge gravemente ingiusta.
    3. A questo punto potrei ritenere la mia relazione conclusa. Tuttavia, chi ha responsabilità legislative può trovarsi dentro ad una situazione nella quale, per ragioni indipendenti dalla sua volontà, esistono già fatti gravemente contrari alle esigenze del bene comune. Più precisamente: trovarsi di fronte a proposte di legge sottoposte a discussione e votazione, che sono gravemente lesive del bene comune perché non conformi affatto a quel criterio sopra enunciato.
    In questa situazione, nel caso in cui non fosse possibile evitare una legge già messa ai voti che consente il ricorso alla PA, è lecito dare il proprio contributo e voto per rendere la legge la più conforme possibile a quel criterio sopra enunciato, secondo il giudizio prudenziale che compete a chi ha la responsabilità del bene comune. A lui infatti, secondo S. Tommaso, "prudentia competit secundum specialem et perfectissimam sui rationem" [2,2, q. 50, a.1].
    Due osservazioni necessarie. E' assolutamente importante chiarire a tutti che si tratta comunque di una legge gravemente ingiusta. Certi comportamenti o campagne a favore di leggi che non sono [non erano] giuste da ogni punto di vista, come se fossero le leggi della PA … cattolica, sono scandalose dal punto di vista teologico [= possono indurre molti, soprattutto i più semplici, a gravi errori in settori morali fondamentali] e pedagogicamente devastanti. Inoltre, è necessario – soprattutto in situazioni come queste – tenere ben distinte le responsabilità. Altra è la responsabilità e il compito di un parlamentare che ha doveri legislativi, altra è la responsabilità e il compito di soggetti culturali (per es. movimenti, associazioni) che hanno doveri educativi. Questi ultimi devono continuamente tenere viva nell'ethos del nostro popolo non semplicemente la giustizia legale, ma la giustizia reale.
    >>
    -------------
    Sono passati 5 anni e lo scandalo, e le conseguenze pedagogiche sono pesantissime.
    Non scoraggiamoci, continuiamo a riproporre la Verità.
    Viva la Vita.

    Giovanni Ceroni

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