domenica 16 novembre 2008

Verso l'eutanasia/L'autodeterminazione

Stiamo andando verso la legalizzazione dell'eutanasia, sembra evidente.

Il coro unanime secondo cui "è necessaria una legge!" che si è alzato ancora più forte dopo la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione è composto in realtà di tante voci che - in prima battuta - è sorprendente siano concordi: ma, come già si intravede, parte di quelle voci - quelle di chi vuole ottenere la legalizzazione dell'eutanasia - hanno ben chiaro quale legge deve essere approvata; mentre altre - quelle che si richiamano alla difesa della vita e della dignità di ogni uomo - sono deboli, timide, con poche idee ma confuse ...

L'esito del lavoro parlamentare che sta avviandosi già si intravede: un compromesso che, in realtà, sarà più che sufficiente ai cultori della morte legalizzata per raggiungere il risultato sperato, mentre farà gridare al successo anche gli altri, sicuri di avere piantato "paletti" insuperabili e soddisfatti di non avere subito una sconfitta sonora.

Perché questo conta, no? Non prenderle e cercare di tirare avanti ...

Che fare? Non si può che riflettere e parlare chiaramente, dire tutta e soltanto la verità.

Partiamo allora dalla parola d'ordine: autodeterminazione; quella che, secondo le sentenze che hanno condannato a morte Eluana Englaro, giustificano la condotta del padre, "voce" della figlia interdetta, quella di cui si riempiono la bocca coloro che propongono il testamento biologico.

Così Veronesi, nella relazione al suo progetto di legge: "Noi pensiamo che nessuno debba decidere per noi. Ognuno ha il diritto di autodeterminazione e di esprimere cosa vuol fare della propria esistenza nel caso si trovasse nelle condizioni che lo privano della capacità di esprimersi. Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere ... il principio dell'autodeterminazione è l'unico che garantisce il rispetto della globalità della persona, del corpo, della mente e della loro armonia, anche quando questa armonia si spezza e ci si trova nella condizione di massima debolezza".

Si fa passare, quindi, l'idea che la morte procurata è legittima - anzi: doverosa! - se ciò corrisponde alla volontà dell'interessato, volontà espressa in piena libertà.

Si vedrà in seguito quanto sia fittizia l'autodeterminazione invocata da Veronesi: ma fin da subito ci chiediamo: Eluana Englaro ha chiesto di essere uccisa? La risposta è indubitabilmente: no, ma molti esultano fingendo che ciò sia avvenuto.
Le altre migliaia di pazienti in stato vegetativo persistente per i quali molti chiedono una "soluzione", hanno forse chiesto di essere uccisi? No, ma la soluzione deve essere trovata lo stesso!
I quasi cinque milioni di bambini abortiti legalmente in questi trent'anni, anche (non solo) per considerazioni strettamente eugenetiche, hanno forse chiesto di essere uccisi? No, ma l'aborto è stato compiuto ugualmente.
E i neonati estremamente prematuri, quelli che possono sopravvivere grazie al progresso delle tecniche di rianimazione, ma che rischiano di riportare disabilità: molti (anche una commissione ministeriale!) suggeriscono di non rianimarli, o di lasciare la decisione ai loro genitori; chiedono forse di non essere aiutati a sopravvivere? No, ma (come già si fa altrove) siamo già pronti a lasciar perdere ...

Siamo circondati da uccisioni che non sono affatto frutto di autodeterminazione, ma che sono decise da altri - spesso medici; e se allarghiamo lo sguardo al mondo intero vediamo che il tutto avanza inesorabilmente, verso l'uccisione non richiesta degli adulti disabili.
Siamo proprio sicuri che chi propone il testamento biologico ha davvero l'autodeterminazione come unico punto di riferimento?

Giacomo Rocchi

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