Parliamoci chiaro: a chi ha buon senso pare di vivere in un mondo di gamberi che camminano all’indietro. Povia è arrivato secondo al Festival di Sanremo con la sua canzone “Luca era gay”. Grande stupore di tutti: vuoi vedere che quegli stessi italiani che, guardando il reality “L’Isola dei Famosi”, hanno fatto vincere Vladimiro Guadagno – in arte Vladimir Luxuria – ora sono gli stessi che reclamano un po’ di normalità? Ma questa normalità viene percepita come una strana faccenda che irrompe con forza quasi rivoluzionaria. Infatti Bonolis, al termine dell’esibizione del cantante, ha detto che sul palco dell’Ariston c’è spazio per ogni idea, per ogni posizione controcorrente. Controcorrente?! Curiosa la sorte degli eterosessuali (ormai ognuno di noi ha l’obbligo di specificare dove vuole mettersi in quanto ad orientamenti sessuali). Affermare che l’amore tra un uomo e una donna è cosa bella suona – è proprio il caso di dire in questo contesto canzonettistico – suona scandaloso. Ora, come i gamberi, facciamo un passo indietro e scoviamo un paio di altre notizie. L’Associazione Jerome Lejeune ci informa che il 96% delle donne che scopre di aspettare un bambino Down abortisce. I ricercatori Hamamy e Dahoun hanno poi redatto uno studio in cui emerge un dato altrettanto impressionante: il tasso di aborto, a seguito di diagnosi prenatale, è del 100, 73.9, e 70% rispettivamente per la sindrome di Turner, la sindrome di Klinefelter, e la sindrome del triplo X (Cfr. Hamamy HA, Dahoun S. Parental decisions following the prenatal diagnosis of sex chromosome abnormalities. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2004 Sep 10;116(1):58-62.). Queste due notizie – la canzone di Povia e il tasso di aborti eugenetici – sembrano non avere nulla in comune. Ma non è così. Infatti in questo mondo di gamberi da una parte sembrano avere diritto di cittadinanza – o più diritto di cittadinanza – quelli che fino a ieri erano considerati i diversi: i gay, chi decide di uccidere la figliolanza prima che sia nata e prima che sia morta, le donne che ricorrono alla Fivet perché non riescono ad avere figli, i divorziati, gli amanti dello spinello facile. Tutte categorie di persone che, per la vulgata corrente, sono da tutelare perché soggetti deboli. Dall’altra parte, sempre in questo mondo di gamberi, i veri deboli, perché considerati diversi, vengono eliminati, o fisicamente o socialmente. Il non nato che è imperfetto, il non morto che è in stato vegetativo persistente, le famiglie numerose con 4 o 5 figli, il coniuge abbandonato ingiustamente, l’omosessuale che vuole uscire da questa condizione, le coppie che con enorme difficoltà riescono ad adottare un figlio. Insomma, si è ribaltato il concetto di diversità: al bambino Down non sarà più permesso di vedere la luce del sole, l’omosessuale invece avrà l’onore di diventare famoso grazie alla luce dei riflettori di un reality. Un mondo di gamberi, abbiamo detto. Però prima o poi i gamberi finiscono in padella.
Tommaso Scandroglio
Tommaso Scandroglio
Che bello leggerti Tommaso!
RispondiEliminaRoberto Castella (Diverso)
Ma per piacere...smettiamola con questa ipocrisia.
RispondiEliminaLuminoso, dettagliato, interessante e soprattutto ricco di dati utili per capire sempre meglio la cultura odierna, vera cultura dell'ipocrisia e della vigliaccaggine nei confronti dei più deboli. Non durerà comunque a lungo.... l'occidente di questa cultura assurda si sta piano piano suicidando tra contraccezione, aborto, fivet, eutanasia e inno all'omosessualità contrapposto alla famiglia vera.
RispondiEliminaè vero, il nostro paese ultimamente ha fatto dei passi indietro che definire impressionanti è poco...
RispondiEliminaL'Italia che ha ottenuto la propria libertà sfondando le mura di porta pia, il paese che vide nascere la Scienza, in barba a tutti i bigotti come il firmatario di quest'articolo, adesso si genuflette di fronte ad un vecchio decrepito che afferma di essere il solo depositario della Verità
è curioso vedere come in questo sito fra le notizie "Pro life" non ce ne sia una contro la pena di morte o contro le guerre
Qui non troverai denunce sul maltrattamento degli animali, neppure sulla deforestazione, nè sulla pena di morte o sulle guerre, non siamo pacifisti ipocriti. Ci sono tante disgrazie e miserie in questo mondo, e di questo ce ne dispiace. Ma il vero grande inganno è la giustificazione dell'uccisione degli innocenti, proprio ai nostri giorni in cui abbiamo le evidenze visive e scientifiche dell'inizio della vita e degli stadi di sviluppo. Proprio quando il benessere permetterebbe di accogliere tutti, proprio quando la medicina fa passi da gigante per curare molte patologie.... ecco che si incrementa la contraccezione abortiva, l'aborto, la ricerca di un figlio a costo di un ecatombe di fratelli prodotti in vitro. Ecco che si uccide Eluana per arrivare ad ucciderne altre e per favorire l'entrata in vigore dell'eutanasia. Ecco che il male viene presentato come bene.....
RispondiEliminaSiete di liberi di pensare che sia giusto far nascere i vostri figli malati e farli soffrire piu' che potete e per quanto a lungo potete. E ringraziare dio per questo, se vi va.
RispondiEliminaMa cercate di accettare che la gran maggioranza delle persone considera la non nascita preferibile a una vita di sofferenza. E chi la pensa così lo fa perche ritiene che sia giusto e compassionevole e buono agire così. Non perchè sia un mostro nazista. Svegliatevi.
Enrico
Per Enrico:
RispondiEliminail problema è la visuale in cui ci si pone. Quando Lei dice: "la gran maggioranza delle persone considera la non nascita preferibile a una vita di sofferenza", in realtà nasconde il soggetto che è colpito dalla decisione altrui. La frase esatta sarebbe: "la gran maggioranza delle persone considera la non nascita DEGLI ALTRI preferibile ad una vita di sofferenza".
C'è un bambino che vive già e che subisce la decisione altrui.
Quando Lei dice ancora: "E chi la pensa così lo fa perche ritiene che sia giusto e compassionevole e buono agire così" indica come unico criterio di giudizio quello che uno "ritiene" giusto e compassionevole e buono; ma questo non è più possibile se lei considera la realtà del bambino già esistente e che verrà ucciso.
Noi pensiamo che tutti gli uomini, dal concepimento alla morte naturale hanno il diritto alla vita e alla dignità; prima ancora hanno diritto ad essere riconosciuti come tali, perché spesso si cerca di nascondere la loro esistenza o il loro essere in vita (si pensi ai bambini prima di nascere, oppure alla tesi secondo cui Eluana Englaro non è stata uccisa, perché era già morta).
I nostri desideri, le noste convinzioni, il nostro senso di "compassione" non possono che scontrarsi contro la realtà dell'altro che già esiste e che noi, sia pure compassionevolmente, decidiamo di uccidere.
Giacomo Rocchi
Il punto è proprio questo. Una grave disabilità, ad esempio una malformazione congenita, che precluda una vita piena e condanni un innocente al dolore e all'infelicità, è quello che vuole essere evitato.Si può aspettare che l'infelice nasca e cresca e, se in grado, ci maledica e ci chieda il perchè della sua disgrazia, o gli si può risparmiare la sofferenza, impedendogli di nascere, quando ancora non in grado di soffrire.
RispondiEliminaLei mi fa una colpa di ritenere "come unico criterio di giudizio quello che uno "ritiene" giusto e compassionevole e buono". Perchè, c'è un'alternativa? Ci sarà sempre qualcuno che decide per qualcun altro. Non è meglio che questo qualcuno sia il diretto interessato (in questo caso la donna gravida, non potendo il feto pensare) invece di sconosciuti benintenzionati (come suppongo sia lei) o, peggio, ideologi insensibili e crudeli, oppure fanatici integralisti?
Lei richiama il DIRITTO alla vita e alla dignità di tutti gli esseri umani (dire "uomini" è maschilista), ma nei suoi discorsi ciò che traspare è più un DOVERE alla vita.
Spieghi perchè chi non vuole vivere dovrebbe avere il dovere di farlo. Spieghi perchè un bambino gravemente malformato dovrebbe essere fatto nascere comunque, a dispetto dell'orrore che lo attende, per quale dovere?
Enrico
Credo che Enrico si sbagli, ci sono tanti 'gravi disabili' che comunque sono aggrappati alla vita, tanti scampati all'aborto che oggi sono persone con ruoli di responsabilità, tante persone che hanno capito che la vita è solo un dono, anche se incomprensibile a volte. Il dovere è quello di difenderla sempre dal concepimento naturale alla morte naturale.
RispondiEliminaGiovanni Ceroni
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaRitengo che il nostro caro Tommaso Scandroglio, autore di questo articolo e di altri dello stesso tenore, rappresenti il tipico esempio di cattolico moralista.
RispondiEliminaChe un uomo parli di aborto e si permetta di giudicare la scelta sofferta di una donna sinceramente mi fa pietà.
Forse è il caso che il nostro caro autore scriva in merito ad argomenti sui quali può avere delle esperienze dirette e non raccontate da sue amichette.
Gentile Anonimo,
RispondiEliminal'Organizzazione Mondiale della Sanità, e non la Pontificia Accademia per la Vita, ci fa sapere che il condom espone ad un rischio del 10-15% di essere infettato dal virus dell’HIV. Se non vuole credere all'OMS creda almeno al foglietto illustrativo contenuto nelle confezioni di tutti profilattici, il quale avverte che l'uso del preservativo non protegge completamente da malattie sessualmente trasmissibili. Secondo Lei cosa si cela dietro all'espressione "non completamente"?
Con cordialità
Tommaso Scandroglio
Gentile Alessia,
RispondiEliminaprimo:mi devo drogare per capire che è sbagliato drogarsi?
Secondo: nessuno di noi allora può emettere un giudizio sullo sterminio degli ebrei perchè non ne ha avuto esperienza diretta. E come dice Lei, non valgono i racconti riportati, nè tantomeno, io suppongo, i libri di storia.
Con cordialità
Tommaso Scandroglio
Egregio Signor Scandroglio, innanzi tutto la ringrazio della repentina risposta.
RispondiEliminaPrimo: sicuramente drogarsi è sbagliato, ma paragonare la scelta di un aborto con la scelta di drogarsi mi pare quanto meno stridente. Con la forza di volontà si può smettere di drogarsi, ma da un aborto non si torna indietro. Da una mente brillante come la sua non mi aspettavo un paragone simile.
Secondo:forse determinate scelte così delicate andrebbero valutate caso per caso ma mai, e ripeto mai, giudicate.
Io sono cattolica proprio come Lei, credo,e ritengo che davvero non si debbano giudicare gli altri. Chi è senza peccato? Chi è perfetto? Io no di certo!
Tutti gli insegnamenti cattolici andrebbero ricordati, e quello di non giudicare penso sia uno dei fondamentali.
Anche il Suo riferimento sullo sterminio degli Ebrei mi pare fuori luogo.
La mia opinione è che forse sarebbe il caso che Lei uscisse dalle università e provasse a vivere la vita reale, concreta.
I principi e la morale sono senza dubbio importanti, ma vanno comunque attenuati e modulati sulla vita di tutti i giorni.
Leggo nell'ultimo commento, tra le altre cose, la solita e vecchia demente affermazione che "non bisogna mai giudicare".
RispondiEliminaE' ora di farla finita con 'sta storia: per natura umana, TUTTI, usiamo giudicare ogni giorno migliaia di cose.
Si va dall'apprezzamento o meno su un abito indossato dall'amico/a, alla preferenza su un certo tipo di condimento per la pasta, per arrivare a tematiche più grandi come dimensione sociale, tipo la pena di morte ("io li ucciderei tutti", "io vorrei abolirla"), oppure un giudizio più o meno favorevole sull'eventuale classe politica del momento.
E per questo toccando anche argomenti più umani, quali un discorso di aborto, come si è disquisito qui sopra.
Bene tutti questi giudizi il più delle volte senza aver toccato con mano (perchè spesso non è possibile farlo) il soggetto di giudizio.
Se ci esprimessimo solo ed esclusivamente quando abbiamo piena cognizione di causa, il mondo sarebbe pieno di muti urlanti.
Il commento di Alessia, oltre ad essere offensivo (cosa intende dire quando ribadisce che Tommaso Scandroglio non vive una vita concreta? Lo ha deciso lei?) esprime, in realtà, un banalissimo: "non ci sono regole morali davvero stringenti"; certo, per Alessia, "i principi e la morale sono senza dubbio interessanti" ... MA... "vanno comunque ATTENUATI e modulati sulla vita di tutti i giorni".
RispondiEliminaInsomma: c'è una regola morale (talvolta anche una regola giuridica); la devo seguire, ma insomma ...
Naturalmente chi si permette (e Scandroglio, fra l'altro, non si era nemmeno permesso nel suo post!) di giudicare è un non cristiano ecc. ecc. (cose già viste ...)
Alessia sembra aver tralasciato una categoria messa in evidenza da Scandroglio nel suo post, i "veri deboli": "Il non nato che è imperfetto, il non morto che è in stato vegetativo persistente, le famiglie numerose con 4 o 5 figli, il coniuge abbandonato ingiustamente, l’omosessuale che vuole uscire da questa condizione, le coppie che con enorme difficoltà riescono ad adottare un figlio".
E certo che l'ha tralasciata: perché - limitandosi ai bambini abortiti - sono molto scomodi rispetto alla tesi per cui "i principi morali vanno attenuati e modulati ..."
Giacomo Rocchi
E lei Giacomo Rocchi dimentica altri deboli:
RispondiEliminail neonato con una malformazione congenita gravissima, il non morto che è in stato vegetativo persistente e che non voleva essere mantenuto in questa non vita, le coppie sterili o portatrici di malattia genetica che desiderano un figlio sano, le donne sposate regolarmente abusate dal coniuge, l’omosessuale che vuole essere riconosciuto un cittadino al pari dell'eterosessuale.
Ma evidentemente chi sono i "deboli" cambia col cambiare dell'orizzonte morale dell'osservatore.
Enrico
Enrico, si sbaglia, non mi dimentico affatto delle persone che Lei menziona.
RispondiEliminaQuanto al neonato con malformazione congenita gravissima, Lei sarebbe per sopprimerlo (evidentemente dopo la nascita, altrimenti non sarebbe un neonato)? Io no, sono per assisterlo, per aiutarlo a vivere (ovviamente se la malformazione glielo permetterà e senza alcun accanimento terapeutico nel caso stesse morendo) e per aiutarlo a crescere, rispetandolo nella sua unicità.
Quanto al soggetto in stato vegetativo persistente: ho già detto che Eluana non ha mai chiesto di essere uccisa; rispetto al testamento biologico, vi sono molti motivi per non renderlo efficace, primo fra tutti il dubbio sulla reale libertà morale di colui che lo redige e sulla reale informazione sanitaria che egli non può avere quando lo redige. Comunque aiutarlo a vivere non lede affatto la sua dignità, che al contrario viene valorizzata, mentre la sua uccisione - in fondo - è sempre frutto della negazione della sua dignità di uomo.
L'espressione "le coppie sterili o portatrici di malattia genetica che desiderano un figlio sano" la deve tradurre, Enrico: si tratta delle coppie che non vogliono un figlio non sano e che, quindi, vogliono che sia ucciso oppure congelato o utilizzato per la sperimentazioni: vede che il debole c'è e Lei non lo vuole vedere?
Quanto alle "donne sposate regolarmente abusate dal coniuge", mi lasci dire che è un esempio del tutto fuori tema: per quale motivo non dovrei difendere le donne - sposate o meno - violentate dall'uomo? Guardi che Scandroglio, nel suo post, parlava di "coniuge abbandonato ingiustamente", facendo riferimento al meccanismo della legge 898 che permette anche al coniuge che una volta sarebbe stato definito "colpevole" della separazione di ottenere in ogni caso il divorzio, anche senza un motivo o anche se la rottura del rapporto coniugale è conseguenza della sua condotta illecita. Se vuole la mia opinione, una donna ripetutamente violentata dal marito ha il sacrosanto diritto di allontanarsi all'istante dalla casa familiare!
Quanto all'omosessuale "che vuole essere riconosciuto un cittadino al pari dell'eterosessuale": sono totalmente d'accordo con lei; l'omosessuale deve essere riconosciuto un cittadino al pari dell'eterosessuale.
Giacomo Rocchi
Gentile Signor Rocchi, mai e poi mai è stata mia intenzione offendere il Dott. Scandroglio.
RispondiEliminaIl mio era un consiglio su cui riflettere.
Vorrei anche precisare che non ho scritto che i pricipi e la morale sono "interessanti", bensì "importanti", la differenza tra i due termini è essenziale.
Ribadisco a Lei ed al Dott. Scandroglio di non dare giudizi senza sapere dell'importanza e gravità dell'argomento affrontato.
Non credo sia sufficiente leggere articoli di giornale, libri o ascoltare testimonianze.
Da donna ho certamente una sensibilità diversa dalla vostra e vi chiedo semplicemente la cortesia di analizzare in modo più approfondito la questione.
Dott. Scandroglio la invito a calarsi nella realtà prima di affrontare argomenti su cui ovviamente non può avere un'esperienza diretta, frequentando ad esempio un ospedale.
Per Alessia:
RispondiEliminaMi permetto di insistere, pur prendendo atto che Lei non aveva intenzione di offendere Scandroglio (mi lasci dire, però, che il riferimento alle "amichette" non era esattamente elegante, mettiamola così ...).
Mi sembra di capire che, di tutto il post, lei abbia puntato la sua attenzione sul tema dell'aborto: su questo lei diceva: "Che un uomo parli di aborto e si permetta di giudicare la scelta sofferta di una donna sinceramente mi fa pietà" e successivamente aggiunge: "Da donna ho certamente una sensibilità diversa dalla vostra e vi chiedo semplicemente la cortesia di analizzare in modo più approfondito la questione".
Analizziamola, la questione: però, permetta, anche dal punto di vista dei bambini abortiti, la cui "sensibilità" è sicuramente diversa da quella della donna che decide di abortire.
Allora: Scandroglio faceva riferimento ai dati che dimostrano che l'esito delle diagnosi prenatali "sfavorevoli" è quasi inevitabilmente l'uccisione del bambino portatore di malattia o di anomalia genetica; si tratta palesemente di aborto eugenetico, motivato, cioè, non da problemi di salute o economici della madre, ma dall'essere il figlio malato.
Cosa dobbiamo fare? La sensibilità della madre è sufficiente? Come possiamo tutelare anche il diritto di quei bambini a nascere? Non lo dobbiamo tutelare?
Si tratta senza dubbio di un argomento "importante" e "grave", come osserva lei: la risposta del volontariato prolife è sempre stata quella dell'accoglienza della madre e del suo bambino, nella consapevolezza che l'aborto uccide il bambino e ferisce profondamente anche la madre che lo fa.
Se vuole, Alessia, approfondiamo in modo più approfondito la questione.
Giacomo Rocchi