PREGIUDIZIO. Molti dei nostri commentatori hanno dato per scontato che a motivare la denuncia (e a sostenere l'attività del Comitato Verità e Vita) sia una fede religiosa: questo tentativo di incasellare all'istante l'autore di una certa azione è molto comodo nel ragionamento, perché permette di dire: "voi siete gli integralisti crudeli che ve la prendete con un disgraziato come Beppino Englaro!". Naturalmente il pregiudizio non necessita di riprove e, quindi, i nostri amici non andranno a visitare il sito del nostro Comitato per scoprire che il Comitato Verità e Vita non è affatto un'associazione ecclesiale. D'altro canto, anche tornando indietro ai post di questo blog, potranno vedere come non temiamo di parlare male dei vescovi: provate a digitare "Bagnasco" e vedrete quanti post polemici vi sono nei confronti del Presidente della Conferenza Episcopale.
SMEMORATI! Ma i nostri affettuosi amici, nella loro furia antintegralista, sembrano dimenticare che la difesa dei diritti umani fondamentali - primo fra tutti quello del diritto alla vita dei deboli - non è affatto riservato ai clericali, ma costituisce il fondamento della nostra civiltà. Non pare che la dichiarazione universale dei diritti (1948) o altre dichiarazioni del genere siano state siglate dai papi ...
IRREALISTICI. Marco Mastrini afferma che "Eluana non era affatto viva". Il sig. Mastrini deve decidere se le sue affermazioni sono agganciate alla realtà effettuale e alla scienza (secondo cui, come nessuno nega, Eluana Englaro era viva), oppure alle sue fantasie: se il concetto di morte è quello (comunemente accettato dalla comunità scientifica) di morte cerebrale, nessuno dei parametri dei soggetti in stato vegetativi persistente corrisponde a quelli dettati per verificare se è intervenuta questa morte. Ma le fantasie servono al sig. Mastrini per affermare (e convincere se stesso, presumo) che Eluana Englaro non è stata uccisa ... perché era già morta!
Si svegli Mastrini!
IDEOLOGICI. Ovviamente, con la nostra denuncia, abbiamo voluto "imporre la propria visione del mondo anche a coloro che la pensano diversamente", come scrive Anonimo. No: abbiamo solo preso atto di un fatto realmente accaduto - una disabile in stato di incoscienza che è stata fatta morire di fame e di sete - e lo abbiamo presentato all'autorità giudiziaria penale con considerazioni che dimostrano (a nostro parere) che si è trattato di un'uccisione illecita (condotta che il codice penale - non noi - qualifica "omicidio volontario"). L'autorizzazione ad uccidere Eluana Englaro, invece, era giusta? Attendiamo - che altro potremmo fare - la pronuncia dell'autorità giudiziaria.
BUONISTI. Eh, sì: perché ovviamente siamo "inumani", ipocriti, antidemocratici, crudeli, indifferenti verso l'uomo (qualcuno è convinto che proviamo più pietà nei confronti dei cani) e così via. Un Anonimo, in uno slancio (e un volo pindarico) davvero notevole, ci paragona ai carnefici di Auschwitz ... Tutto questo nasconde, ancora una volta, la realtà: sono stati Beppino Englaro e la sua equipe a far morire di fame e di sete Eluana Englaro, noi (e non solo noi) ci siamo limitati a chiedere che l'autorità giudiziaria penale verificasse se ciò era lecito. Ma il distacco dalla realtà fa dire allo stesso anonimo che "Eluana era stata costretta in condizioni disumane contro la sua volontà", quando è notorio, da una parte che la giovane disabile era amorevolmente curata ed accudita, che non sentiva alcun dolore e, soprattutto (se l'anonimo ha letto la sentenza che con tanta sicurezza cita, lo sa benissimo) che ella non aveva mai chiesto di essere uccisa (ciò è scritto a chiare lettere!).
Non pretendiamo di convincere gli anonimi commentatori, ma nemmeno Alberto Marzi di Cecina, perché il loro ripetuto "vergogna!" nasconde la voglia di ragionare e di capire (o, quanto meno, di discutere civilmente).
Semplicemente certe cose vanno fatte e vanno dette, per difendere la vita di molte persone (che dopo l'uccisione di Eluana Englaro sono potenzialmente candidate a subire la stessa sorte) e la verità dei fatti.
Giacomo Rocchi