Leonardo De Chirico del Centro studi di etica e bioetica di Padova, in preparazione di un incontro che si terrà a Padova, così riflette:
"Sull'aborto si sono iniziati a delineare i fronti della discussione bioetica che si sono poi ritrovati anche su altri problemi etici. Si può dire che l'aborto abbia avuto una funzione d'apripista e di orientamento la cui portata è andata ben oltre la questione specifica.
A distanza di trent'anni si può fare qualche osservazione critica.
Ad esempio, la discussione ha erroneamente fatto pensare che la bioetica si risolve nell'essere pro-vita o pro-scelta. Il dibattito ha dato l'impressione che ci fossero due grandi opzioni: una a tutela della vita nascente, l'altra a sostegno dei diritti della donna, e che fossero radicalmente contrapposte. Così facendo, ha male instradato il dibattito bioetico, riducendolo ad un conflitto tra valori con la v maiuscola e diritti assoluti, ed impoverendolo rispetto alla complessità delle situazioni concrete".
NON AVEVAMO CAPITO NIENTE!
Pensavamo che l'aborto fosse l'uccisione di un bambino, una situazione davvero molto concreta; pensavamo che per evitare di uccidere un bambino occorresse negare alla donna il diritto di farlo, ovviamente aiutandola in tutti i modi ad accogliere suo figlio ...
SIAMO DEI SEMPLICISTI!
Le situazioni sono sempre complesse, i valori hanno sempre la v minuscola e i diritti non sono mai assoluti ...
De Chirico prosegue:
"l'aborto non si risolve nell'opposizione pro-vita contro pro-scelta.
Serve un altro paradigma che valorizzi la vita e le scelte all'interno di una triangolazione tra valori di riferimento, responsabilità dei soggetti coinvolti e situazioni diverse che via via si presentano. "
Voi avete capito di che paradigma si tratta?
I bambini abortiti sarebbero più contenti se la loro uccisione fosse frutto di una triangolazione?
Il paradigma servirà a dire che - almeno qualche volta! - la donna non deve abortire?
De Chirico conclude:
"Come l'aborto ha avuto un ruolo formativo nella bioetica contemporanea, così può avercelo per una sua riforma".
La riforma della bioetica sarà nel senso di allontanarsi dalla realtà?
All'incontro (25 ottobre alle ore 15 a Padova) parteciperà Massimo Reichlin dell'Università Vita-salute San Raffaele di Milano.
"Come l'aborto ha avuto un ruolo formativo nella bioetica contemporanea, così può avercelo per una sua riforma"
RispondiEliminaForse non dovremo aspettare molto affinché lager, gulag, laogai e
killing fields vengano anch'essi dichiarati avere avuto un "ruolo formativo".
Infatti la baronessa Warnock - quella dell'omonima commissione che ha rilanciato il concetto artificioso di pre-embrione, ha detto che i disabili mentali sarebbe meglio che si facessero da parte, nel senso di dipartire... in quanto sono un peso per la società.
Nel 1920 uscì in Germania il libro Die Freigabe der Vernichtung lebensunwerten Lebens (Il permesso di annientare vite indegne di vita) di cui vi riporto un brano:
Se si pensa contemporaneamente ad un campo di battaglia coperto da migliaia di giovani morti, o ad una miniera dove una tempesta ha sepolto vivi centinaia di zelanti lavoratori, e lo si confronta con un’istituzione per imbecilli e le sue cure profuse agli ospiti che ci vivono, si rimane profondamente scossi per la stridente dissonanza tra il sacrificio in enorme scala del più prezioso patrimonio dell’umanità da una parte e dall’altra con le grandi attenzioni fornite a vite non solo assolutamente senza valore [wertlos], bensì vite da valutare negativamente.
La storia, purtroppo, si sta ripetendo.
Giovanni
L'aborto è forse il più grande crimine sull'uomo.
RispondiEliminaLa giustificazione dell'aborto è delitto morale, per sussistere necessita dell'inganno.
Vita, morte.
Verità, inganno.
Possono distruggere il corpo di quei nostri figli amati, non possono distruggere la Verità.
A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla.
RispondiEliminaVi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. (Lc 12,4-5)
Queste povere creature, dopo il martirio, volano in Cielo ad unirsi alla schiera dei Martiri Innocenti. Il delitto maggiore è forse l'avvelenamento delle coscienze da parte di chi spaccia questo crimine come "conquista di civiltà".
Giovanni