lunedì 6 ottobre 2008

Il dovere di morire

Questa arzilla signora di 84 è una baronessa di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra.
Contrariamente a quanto possa far pensare la fotografia la baronessa Mary Warnock non si dedica soltanto a passeggiare nel giardino della sua villa, ma, come ha fatto per tanti anni, lancia i suoi proclami sulle principali questioni bioetiche, sulla vita e sulla morte.
Non vi fate distrarre dalla sua aria pacifica, e ascoltatela:

"Se sei un demente, stai logorando la vita della gente – la vita della tua famiglia – e stai sprecando le risorse del Servizio Sanitario Pubblico (...)
Sono assolutamente, del tutto d’accordo con l’argomento che se la sofferenza è insopportabile, allora qualcuno dovrebbe fornire un aiuto a morire, ma sento che c’è un argomento più ampio: se qualcuno vuole assolutamente, disperatamente morire perché è un fardello per la propria famiglia o per lo stato, penso che anche a lui dovrebbe essere permesso di morire. (...)
In questo periodo ho scritto un articolo per una rivista norvegese dal titolo: “Il dovere di morire?” (A Duty to die?), dove ho sostenuto che non c’è nulla di veramente sbagliato nel sentire di avere il dovere di farlo tanto nell’interesse degli altri quanto nell’interesse proprio. (...)
Se tu hai delle direttive anticipate con le quali designi qualcuno ad agire nel tuo interesse e per tuo conto nel caso che tu diventi incapace, penso che in questo caso ci sia una speranza che il tuo rappresentante possa dire che tu non vorresti vivere in quella condizione e così possa tentare di aiutarti a morire. (...)
Credo che la direzione verso cui si andrà in futuro – lo dico piuttosto brutalmente – è che avrai la possibilità di abbattere, di eliminare gli altri"

Sorpresi?
Molti si sono scandalizzati di queste affermazioni che la baronessa Warnock - che le ha rilasciate ad una rivista della Chiesa di Scozia che le ha volentieri pubblicate (la rivista Life and Work del mese di ottobre presenta così l'intervista: "A Duty to Die? Profile of Baroness Mary Warnock, in which the chair of the government's human fertilisation and embryology committee reveals some provocative opinions on such hot potatoes as euthanasia, mercy killing and cloning."), ma non si può negare un pregio alla baronessa: quella di parlare chiaro!


Commenteremo nei prossimi post queste parole; ma intanto qualcuno potrebbe aver sentito una lontana eco a leggere il cognome Warnock; non sarà mica ...
Sì, la baronessa Warnock era la presidente del famoso Comitato Warnock che, quando la tecnica della fecondazione in vitro era ancora agli albori, coniò il termine "pre-embrione", per definire l'embrione nei primi 14 giorni di vita e consentire allo stesso un trattamento diverso rispetto a quello dovuto nel periodo successivo.
Un caso che una tale autorità nel campo della fecondazione in vitro si spenda in quello dell'eutanasia? Credo proprio di no: toccheremo anche questo tema.

Giacomo Rocchi

Nessun commento:

Posta un commento