sabato 30 gennaio 2010

Fare presto ... per non far capire?


"Roma Sette", giornale on line della Diocesi di Roma, riporta l'intervento di Carlo Casini alla tavola rotonda del 27 gennaio scorso sulle problematiche del fine vita all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma:


"Sul fine vita ci vuole una legge rapida. Sono molto preoccupato per i
ritardi nell’approvazione della legge Calabrò in discussione in questi
giorni alla Camera. Fate presto ..."


Così l'on. Casini ha riproposto il motivo dell'intervento legislativo:


"Prima della morte di Eluana contrastavamo ogni intervento legislativo sul
fine vita, perché la Costituzione già sanciva il principio di indisponibilità
della vita. Con la sua morte il nostro ordinamento è
cambiato.
Auspichiamo la rapida approvazione di una legge".

L'articolo riporta il giudizio sintetico sulla proposta in discussione alla Camera dei Deputati:


"Il testo Calabrò è una buona proposta, in caso da
blindare in Senato"


Perché questa fretta? Quale risultato si vuole raggiungere?

Tre risposte possibili:

- per evitare che altre persone in stato vegetativo persistente possano essere lasciate morire come Eluana Englaro. Per questo risultato bastava la proposta Sacconi che la maggioranza - dopo che il Presidente Napolitano aveva rifiutato la propria firma sul decreto -legge - aveva promesso di approvare in pochi giorni ... Come mai la proposta di legge Calabrò è tutta diversa da quel decreto -legge?


- per motivi strettamente politici: le elezioni sono vicine e nessun politico vuole farsi trascinare su queste questioni in campagna elettorale. Comunque sarebbe un successo approvare in fretta una legge per poi lamentarsi delle sentenze dei giudici "cattivi" o della Corte Costituzionale o, meglio ancora, per poi convincere i cattolici ad astenersi sul prossimo referendum ("sempre meglio che nulla ... è il primo passo")


- per impedire che la gente capisca fino in fondo.


Noi, invece, vogliamo ragionare e discutere e le questioni vere le abbiamo messe nero su bianco nel nostro Manifesto - appello.


Vorremmo che l'on. Casini - pubblicamente - rispondesse alle domande sul contenuto della proposta di legge in discussione alla Camera e non si limitasse a manifestare la fretta:

- è vero che il progetto di legge permette ai genitori dei minori e ai tutori degli interdetti (come Beppine Englaro era della figlia) di impedire terapie salvavita?

- è vero che i medici non potranno fare nulla di fronte al rifiuto dei genitori o dei tutori?

- è vero che i medici non avranno più l'obbligo di tentare di salvare la vita dei pazienti?

- è vero che le Direzioni Sanitarie potranno impedire terapie "sproporzionate", discriminando tra i ricoverati in base alle loro condizioni di vita e all'età?

- è vero che per fare testamento biologico basterà una firma su un modulo?

- è vero che nessuno potrà valutare se colui che aveva firmato il modulo si trovava in piena libertà od era stato pienamente informato?


Aspettiamo risposte.


Giacomo Rocchi

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