venerdì 18 luglio 2014

Colpa degli obiettori di coscienza? /3

Come avevamo previsto, l'arresto di due medici non obiettori che praticavano l'aborto nell'ospedale di Cerignola e si facevano pagare per ogni intervento 100 euro con la minaccia, implicita o esplicita, di lasciare decorrere il termine di 90 giorni dall'inizio della gravidanza, viene strumentalizzato come caso che dimostrerebbe che gli obiettori di coscienza sono troppi, impediscono un regolare servizio e che - in sostanza - il loro numero provoca quegli episodi.
Insomma: la colpa, anche questa volta - soprattutto questa volta! - è degli obiettori di coscienza.

Il Parlamentare Europeo Elena Gentile - che lavorava nello stesso ospedale e che, da Assessore Regionale alla Sanità della Puglia, aveva minacciato di "stanare" i falsi obiettori - ne sembra convinta: prendendo spunto dai due arresti, afferma: 
"La Legge 194 ha consentito alle donne di conquistare il diritto alla autodeterminazione rispetto a una scelta sempre e comunque difficile e dolorosa anche quando ineluttabile. Oggi però questa grande legge deve fare necessariamente i conti con le molteplici difficoltà di applicazione, con il malcostume delle baronie che mortificano quei professionisti eroici che subiscono, a causa della loro scelta, il calvario della marginalizzazione. Con la conseguenza di un aumento del numero dei medici obiettori che si registra non solo in Puglia, ma anche in tutte le regioni italiane, compresa la civilissima Emilia Romagna".
Pensate: di fronte a due medici arrestati perché facevano la "cresta" minacciando le donne che volevano abortire, l'on. Gentile presenta un solo modello di medico che uccide i bambini: il "professionista eroico" (!). I due medici arrestati avevano subito "il calvario della marginalizzazione" perché facevano aborti? Hanno raccolto il denaro mentre procedevano nel loro calvario?
E l'on. Gentile non si rende conto che, se anche nella "civilissima" Emilia Romagna tanti medici hanno sollevato obiezione di coscienza, forse questo deriva proprio dall'essere l'Emilia Romagna "civilissima"?

Vista l'aria che tira, l'avvocato di uno dei due medici si adegua: alla stampa, infatti, l'avv. Farina dichiara che 
"I casi contestati al mio assistito (Belpiede, NdR) sono soltanto 6 con dazioni di 50 euro. In totale, parliamo di 300 euro. Complessivamente, l’indagine ha riguardato 20 casi, di cui 14 imputati al dottor Bettarino. I due facevano tre interruzioni volontarie di gravidanza ad ogni seduta, due a settimana: praticamente si tratta di sei casi. (...) In ogni caso si dovrebbe aprire un dibattito serio sulla opportunità della scelta degli obiettori di coscienza, forse spinti più dalla volontà di non addossarsi possibili rogne che dalla presa di posizione etica”.
Siamo al grottesco: si tratterebbe solo di 20 interventi (tempo massimo per ciascun aborto: 20 minuti; tempo totale: 6 - 7 ore): quindi nessun professionista costretto a dedicare tutto il suo tempo a questa attività ... insomma: nessun "professionista eroico", solo due medici che arrotondavano (sempre che le accuse siano confermate) ...

E la famosa minaccia di lasciare decorrere il termine di 90 giorni dall'inizio della gravidanza? Non dimostra forse che l'alto numero degli obiettori impedisce di eseguire rapidamente l'intervento abortivo?
Peccato che la Relazione Ministeriale sull'attuazione della legge 194, nel riferire sui tempi di attesa dal certificato all'esecuzione dell'intervento (tab. 21), indica la Puglia come una Regione efficientissima: il 70,9% (sette aborti su dieci) del totale degli interventi è effettuato entro 14 giorni dal rilascio del certificato: un dato nettamente migliore della media nazionale, che è pari 59,6% del totale; l'88,7% del totale degli interventi (quasi nove su dieci) viene effettuato entro tre settimane dal rilascio del certificato: anche questo è un dato superiore alla media nazionale, pari all' 84,3% del totale.

Colpa anche questa degli obiettori di coscienza della Regione Puglia?
Giacomo Rocchi

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