giovedì 3 novembre 2011

Il cardinale Bagnasco e il "diritto di tutti alla vita"\6

Nei precedenti post abbiamo richiamato tre discorsi pubblici del Cardinal Bagnasco: abbiamo preso avvio dalla Prolusione al Consiglio Permanente della CEI, nel quale si auspicava la rapida approvazione del progetto di legge sulle DAT, un "provvedimento necessario per salvaguardare il diritto di tutti alla vita"; abbiamo richiamato la Prolusione del 2008, in cui si dava il "via libera" all'adozione del provvedimento, indicando i contenuti che esso avrebbe dovuto avere o non avere; e, infine, abbiamo commentato il discorso al Convegno di Todi, in cui si ribadiva l'impossibilità di compromessi o di "volenterose mediazioni" in tema di "valori non negoziabili", "perché questi valori non sono né quantificabili né parcellizzabili, pena trovarsi di fatto negati".

Molti sono gli elementi che indicano che i cattolici impegnati in politica che si stanno adoperando per l'approvazione del progetto di legge sulle DAT altro non stanno tentando che una "volenterosa mediazione" sul valore non negoziabile della difesa di ogni vita umana, qualunque sia la condizione in cui la persona si trova; così creando il rischio che quel valore sia "di fatto negato". Qualche esempio? Il divieto di accanimento terapeutico - che permette la sospensione delle terapie a determinati pazienti! - esteso ai soggetti in stato di "fine vita" (e non limitato ai soli pazienti terminali), categoria che per la sua vaghezza è assai pericolosa; cosa pensare dell'eliminazione del comma che stabiliva che detto divieto "non può legittimare attività che, direttamente o indirettamente, configurino pratiche di carattere eutanasico o di abbandono terapeutico"? Eliminazione richiesta dal sen. Marino, che sosteneva che la nozione di accanimento terapeutico "dipende dalla visione personale della vita e della malattia dell'individuo". Come non ritenere che questa previsione - che disegna un divieto di legge per i medici! - non faciliterà una "razionalizzazione della distribuzione delle risorse sanitarie" (sic!) da parte degli amministratori degli ospedali, alle prese con i problemi di budget? E quali saranno le categorie di pazienti su cui si risparmierà?

Il principio del consenso informato inteso come necessità di un preventivo consenso ad ogni terapia: è uno scambio, con i medici messi al riparo dalla responsabilità professionale, ma insieme privati di ogni autonomia.

L'attribuzione ai tutori e ai genitori dei minori del potere di decidere sulle terapie, anche salvavita, per interdetti e figli: da dove nasce questa previsione, che altro non è che la ratifica del caso Englaro (in cui il tutore decise per l'interdetta)? Come è possibile che si ignori che, per i neonati prematuri, in tutto il mondo è forte la spinta per attribuire ai genitori la decisione se curare o lasciare morire i figli che rischiano di essere disabili?

La ventilazione artificiale "dimenticata": non è forse anch'essa "sostegno vitale", per il quale dovrebbe essere vietata in ogni caso la sospensione, così come per l'idratazione e la ventilazione?

L'adozione delle Dichiarazioni anticipate di Trattamento: con il mondo cattolico che, da sempre, era stato decisamente contrario al testamento biologico, in qualunque maniera denominato, e che all'improvviso mostra una ferrea certezza sulla diversità ontologica tra Testamento biologico e DAT (ignorando che, nel testo approvato, è possibile rinunciare a tutte le terapie, previsione che - è facile prevedere - sarà interpretata come vincolante).


Abbiamo più volte segnalato queste e altre perplessità su questo testo che - non è certo un caso - è stato più volte cambiato e rimaneggiato. Davvero chi ne sollecita l'approvazione può garantire che non si tratti di "un altro passo nella direzione sbagliata", il secondo gradino (dopo il primo: l'uccisione di Eluana Englaro) verso l'eutanasia legale nel nostro Paese?


Se il discorso del Cardinale Bagnasco a Todi voleva essere un punto fermo da cui ripartire, l'indicazione di un criterio fermo e certo in base al quale giudicare la bontà di certe iniziative politico-legislative, come non sperare che esso segni un'inversione di rotta rispetto al disegno di legge sulle DAT?
Forse una "mediazione volenterosa"; certo non un provvedimento che "garantisce la vita di tutti", soprattutto dei nostri fratelli più deboli e senza voce!

Giacomo Rocchi

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