lunedì 22 novembre 2010

Antilingua e selezione degli embrioni


Pier Giorgio Liverani, su "Avvenire" del 21/11/scorso, nella sua rubrica "controstampa", con la sua consueta arguzia attacca Ignazio Marino per un articolo sulla fecondazione artificiale e sulla legge 40 che l'ha regolata:

"La legge 40 - è il titolo dell’articolo di Marino - nuoce gravemente alla
salute». Lui pensa a quella delle donne, noialtri pensiamo a quella
degli embrioni manipolati, maltrattati, buttati via, surgelati come articoli da
esperimento
. Lui cita come testimone a favore «la Commissione bioetica
della Tavola Valdese» (non si capisce come una comunità di Cristiani possa
accettare questi trattamenti) e lo 'Stato laico', le cui leggi, scrive l’Unità
(venerdì 19) «sono la sintesi condivisa di tutti i valori presenti nella
società» (una specie di pot-pourri morale), ma si tratta piuttosto di uno Stato
laicista dove non c’è condivisione, bensì attenzione soprattutto ai [dis]valori,
primo dei quali la disponibilità della vita umana.
P. S. Ho scritto 'embrioni', ma si tratta di una parola di
antilingua
, che si fa accettare perché 'neutra': se si usasse
quella giusta - figli
­sicuramente questi discorsi alla Marino
sarebbero difficili da proporre e da accettare".

Ignazio Marino, nel suo articolo su "Confronti", poneva, fra l'altro, una domanda: "Eppure, se consideriamo normale e responsabile eseguire dei controlli prima di una gravidanza, con lo scopo di individuare eventuali malattie, allora perché in uno Stato laico non dovrebbe essere normale, avendo lo stesso obiettivo, la diagnosi preimpianto? Perché la legge dovrebbe obbligare una donna all’impianto anche di un embrione con una gravissima malattia genetica e poi consentire di interrompere la gravidanza con l’aborto?": Liverani non risponde a questa domanda.

Fermiamoci su qualche punto.

La salute delle donne: Liverani la contrappone agli embrioni, ma sorvola sui pericoli per la salute - fisica e psichica - delle donne derivanti dalle tecniche di fecondazione artificiale. Una legge - come la legge 40 - che autorizza la fecondazione artificiale mette in pericolo la salute delle donne.

La vita degli embrioni: Liverani pensa soltanto a quella degli embrioni "manipolati, maltrattati, buttati via, surgelati"? Liverani non pensa agli embrioni destinati a morte certa per il solo fatto che la fecondazione artificiale sia autorizzata?

Quanti sono gli embrioni prodotti e morti senza essere "manipolati, maltrattati, buttati via o surgelati"?
Per essi non si deve usare la parola "FIGLI"?

La disponibilità della vita umana: autorizzare la fecondazione in vitro non significa proprio questo?

La Comunità Cristiana: forse che la Chiesa Cattolica accetta la fecondazione in vitro?

La legge sull'aborto (cui fa riferimento Marino per giustificare la diagnosi genetica preimpianto): perché la legge 40 ha "fatto salva" la legge 194?

Viene da osservare: se davvero Liverani pensasse agli embrioni come figli, questi discorsi da equilibrista su un filo sottile sarebbero difficili da proporre e da accettare ...

Giacomo Rocchi

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