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domenica 1 maggio 2016

Per la Vita senza compromessi

La partecipazione al Convegno è gratuita. Per poter migliorare l’organizzazione è gradita la comunicazione della partecipazione al Convegno tramite mail alla Segreteria Organizzativa entro il 30 aprile 2016.

PER LA VITA SENZA COMPROMESSI

PROGRAMMA:
14,30 Accoglienza
15,00 Apertura del Convegno e saluti:
Dr. Angelo Francesco Filardo - Presidente del Comitato Verità e Vita
Don Francesco Giordano - Direttore di Vita Umana Internazionale (VUI)
Don Shenan Boquet - Presidente di Human Life International (HLI)
Dr. Joseph Meaney - Direttore del Coordinamento Internazionale  di Human Life International (HLI)

PRIMA SESSIONE 
Moderatore: Don Francesco Giordano - Direttore di Vita Umana Internazionale (VUI)

15:20 Storia ed attualità del curator ventris
Prof.ssa Maria Pia Baccari  
Docente di Diritto Romano presso la “Libera Università Maria Santissima Assunta” di Roma  

15:50 Applicazioni giurisprudenziali in atto sulla vita umana
Dr. Giacomo Rocchi  
Magistrato della Corte di Cassazione  

16:20 Sull’indisponibilità non si può trattare
Dr. Stefano  Fontana   
Giornalista – Direttore Rivista Diocesana    “Vita Nuova”  Trieste, Direttore dell’Osservatorio Internazionale “Card. Van Thuân”

16:50 La dimensione spirituale della persona
Don Stefano Tardani  
Fondatore del Movimento dell’Amore  Familiare

17:20 – 17:40   Pausa caffè

SECONDA SESSIONE
Moderatore: Prof.ssa Marisa Orecchia - Vice Presidente del Comitato Verità e Vita

17:40 Gli attentati alla vita nascente
Dr. Angelo Francesco Filardo 
Ginecologo – Presidente Comitato Verità e Vita, Segretario Naz. Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici (AIGOC)

18:10 Profezia ed attualità della Humanae Vitae quasi 50 anni dopo
Prof. Mons. Livio Melina    
Preside Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia   
                   
18:50 Quale educazione ai principi senza compromessi 
S. E. Mons. Luigi Negri   
Arcivescovo della Diocesi di Ferrara Comacchio e Abate di Pomposa

Domande ai Relatori

CONCLUSIONI

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lunedì 6 maggio 2013

DOMENICA 12 MAGGIO A ROMA, CONTRO UNA CULTURA DI MORTE CHE CI STA SOMMERGENDO - di Marisa Orecchia*


Mancano pochi giorni alla terza Marcia per la Vita, che avrà luogo a Roma domenica prossima, 12 maggio.  Come tutte le marce per la vita che da anni camminano per il mondo, richiamerà un gran numero di partecipanti – si è passati nell'arco di due anni dai quasi mille della prima, a Desenzano, ai più di quindicimila  di Roma dell’anno scorso - e le attese degli organizzatori non andranno deluse, nonostante proprio nella  stessa giornata abbiano luogo anche altre iniziative.
La vita chiama, e finalmente c’è un luogo, un evento in cui, con la gioiosa partecipazione di chi si mette in viaggio da ogni parte del Paese, e anche da fuori, nei pullman che solcano la notte, con la famiglia, con i figli piccoli, come in una lieta fatica di pellegrinaggio, è possibile dire che la vita non si uccide, che la vita si tutela, si difende, si accoglie.
In cui è possibile dire che la legge 194, che legalizza l’aborto, è legge sommamente ingiusta, da sostituirsi  con una che tuteli in ogni caso la vita dell’innocente indifeso e che quasi sei milioni di aborti in trentacinque anni sono il desolato risultato di una guerra contro la vita cui troppo spesso abbiamo opposto armi inadeguate.
Tramontano finalmente, con la Marcia per la Vita, i giorni in cui la delega alla battaglia per la vita veniva rilasciata in esclusiva a chi, dalle aule dei Parlamenti, ci diceva che non era ancora il tempo, che non c’erano le condizioni politiche, che occorreva cautela per non rischiare di peggiorare la situazione, che ci accontentassimo di pretendere l’applicazione delle cosiddette parti buone delle 194, che sarebbe bastato  l’esempio di una concreta e fattiva accoglienza alle madri in difficoltà, perché la cultura della vita si imponesse.
Una strategia, questa, servita soltanto a consolidare una situazione nel silenzio della quale si continua ad uccidere. Non si vuole certamente qui misconoscere il grande impegno del volontariato pro-life che in tutti questi anni ha sottratto, nel silenzio e nella povertà di mezzi, tanti bambini all’aborto: chi scrive passa da più di trent’anni un pomeriggio alla settimana in un Centro di Aiuto alla vita e ben conosce la fatica  dell’accoglienza, l’ansia per quella mamma che forse non ce la fa e va ad abortire, la gioia per il sorriso di quel bimbo per il quale era già pronto il certificato di aborto. Ma tutto questo non basta, non è bastato. Il dilagare delle pillole abortive, il fai da te dell’aborto, l’attacco sempre più mirato contro il diritto di obiezione di coscienza dei medici e del personale sanitario sono chiari indicatori di una cultura di morte che ci sta  sommergendo.
Ci riappropriamo, con la Marcia per la Vita, della facoltà di affermare di persona, davanti all’opinione pubblica, che è ora di cambiare, che sull'uccisione dell’innocente non si costruisce nulla, se non la rovina di un popolo tutto, che una legge ingiusta deve essere abrogata. Che adesso basta.

(*) Presidente di Federvita Piemonte

giovedì 19 luglio 2012

Comitato permanente unitario


Marcia per la vitaLeggo sulla pagina Vita di Avvenire del 5 luglio che il Movimento per la Vita propone la costituzione di un comitato unitario permanente per l’organizzazione di una manifestazione pro life per il maggio del prossimo anno. Tale comitato dovrebbe prendere gli opportuni contatti con i Movimenti che hanno promosso la marcia del 13 maggio 2012. Si eviterebbe in questo modo di organizzare due eventi, come è successo quest’anno e si punterebbe tutto su di uno. Cercare di fare unità è importante, va sempre bene, e poi è apprezzato da tutti.
Sembrerebbe, tutto sommato, una buona idea. Ma qualcosa non mi torna.
Ripenso alla lunga querelle che in questi ultimi due anni ha opposto il Movimento per la Vita italiano a Federvita Piemonte e che si è conclusa con la costituzione, da parte di Carlo Casini, di una nuova Federazione piemontese antagonista di Federvita Piemonte. Solo perché, tra i membri del direttivo, Federvita Piemonte annovera alcuni appartenenti al Comitato Verità e Vita.
Per questo oggi in Piemonte ci sono due Federazioni di MpV e di CAV.
In nome dell’unità?
Ripenso ai MpV e ai CAV piemontesi espulsi dal Movimento per la Vita nazionale, solo per aver rifiutato di prendere la distanze da Verità e Vita.
In nome dell’unità?
Oggi quei CAV, che continuano come sempre a strappare bambini all’aborto, alla richiesta di un Progetto Gemma per una mamma a rischio di aborto, si sentono rispondere, senza nessuna considerazione per la gravità e l’urgenza del caso, che, in quanto espulsi, fanno parte di una lista speciale e riceveranno qualcosa se e quando saranno evase tutte le richieste della lista ufficiale.
In nome dell’unità?
Grosso problema si pone poi per lo stesso Comitato Verità e Vita. Alla marcia del 13 maggio ha aderito entusiasticamente ed ha partecipato in gran numero. Potrà mai, secondo il concetto di unità di Carlo Casini, far parte del costituendo comitato unitario permanente per l’iniziativa del prossimo anno, stante il proclama che il Nostro, sempre nel corso della vicenda su citata, ha lanciato, chiedendo agli associati del Movimento per la Vita italiano “di fare attenzione ai rapporti che Verità e Vita volesse proporre”. Di starne alla larga, insomma?
Marisa Orecchia
Presidente di Federvita Piemonte
Vice presidente del Comitato Verità e Vita