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martedì 20 settembre 2011

I fragili "paletti" delle "leggi imperfette"



Sappiamo bene quali sono stati gli effetti disastrosi della legge 40 sulla fecondazione artificiale: decine di migliaia di embrioni creati ogni anno e morti in poche ore o in pochi giorni, così come previsto, altre migliaia congelati (così come avveniva prima della legge), diagnosi preimpianto - con eliminazione degli embrioni difettosi - regolarmente praticata, "sdoganamento" delle pratiche di fecondazione in vitro sia dal punto di vista sociale che da quello morale ...

A difesa di questa legge - scritta ed approvata dal mondo cattolico - il popolo delle parrocchie e dei movimenti è stato mobilitato nella battaglia referendaria dopo essere stato convinto che si trattava di una battaglia a difesa della vita e della civiltà.



Ma gli anni passano e le verità emergono. Fra le tante vi è quella del divieto di "mamme-nonne". Ricordate? Una delle parole d'ordine era quella di impedire gli eccessi della fecondazione in vitro, demonizzando gli "aspiranti stregoni", come Severino Antinori...

Scopriamo in Avvenire del 19/9/2011 che la Regione Veneto, alcuni mesi fa, ha stabilito il limite massimo di età della donna di 50 anni per accedere alla procreazione assistita, stabilendo, altresì, il numero massimo di tre o quattro tentativi: il tutto a carico del Servizio Sanitario Nazionale!



Provvedimento illegittimo? Enrico Negrotti, nell'articolo, spiega a chiare lettere: "L’origine delle incertezze è in parte nella stessa legge 40 che concede l’accesso alle tecniche alle coppie in età potenzialmente fertile: una definizione che per le donne significa presenza del ciclo mestruale, mentre per i ginecologi la fecondità è ormai ridotta al lumicino già alcuni anni prima dell’effettiva menopausa". Aggiungiamo noi: oltre a dettare questo criterio così vago, la legge si è ben guardata dal prevedere qualsiasi sanzione per chi lo viola; cosicché i tentativi delle coppie anziane sono sostanzialmente liberi.

E infatti l'unico problema - andiamo al cuore della fecondazione in vitro ... - sembra essere quello dei soldi: chi paga?

Sì, perché "il costo per ogni bimbo nato da un donna di 45 anni risulta oscillare tra i 600mila e i 700mila euro". Vedete? Dei costi veri - la produzione e la morte di decine o centinaia di embrioni per ogni bimbo "in braccio", la devastazione psicologica e morale delle coppie che falliscono nei ripetuti tentativi, il rapporto falsato tra genitori e figlio, i problemi psicologici del bambino - ci si può dimenticare: la legge li permette ...


E così il "tavolo tecnico" ha elaborato una bella proposta di compromesso (non vincolante per le Regioni): limite massimo di età per la donna: 43 anni!

Un'età in cui (lo dice la Relazione al Parlamento del Ministro della Salute) le percentuali di instaurazione di una gravidanza dopo il prelievo ovocitario crollano (poco più di sette gravidanze ogni cento prelievi, contro la media di 24 gravidanze ogni 100 prelievi) e, per di più, aumenta enormemente la percentuale delle gravidanze interrotte per vari motivi (65 gravidanze su 100, contro la media di 24,6 su 100).

Si tratta di decine, di centinaia di embrioni o bambini morti per ogni "bambino in braccio" di una mamma di età avanzata.



Questa è una "legge imperfetta"; per questa ci hanno fatto combattere perché non fosse abrogata.

Sappiamo che qualcuno sta già preparando un referendum abrogativo contro la legge sulle DAT che la Camera dei Deputati potrebbe approvare nei prossimi mesi.

Una richiesta a coloro che sono pronti ad una nuova mobilitazione: prima di sventolare la bandiera della difesa della vita, spiegate cosa quella legge prescrive davvero!



Giacomo Rocchi

domenica 31 gennaio 2010

Il destino delle leggi inique


Merita un'attenta lettura l'editoriale di Clementina Isimbaldi nella Rassegna Stampa di "Medicina e Persona", libera associazione tra Operatori Sanitari di ispirazione cattolica, impegnata a "difendere il carattere professionale dell'esperienza di lavoro in sanità, intesa come risposta personale, libera e responsabile, al bisogno della persona malata ed, in quanto tale, dipendente dalla qualificazione, dalla dedizione e dall'impegno di chi la esercita". Lo riportiamo integralmente, limitandoci a commentarlo con breve considerazioni (in corsivo).

L'editoriale riflette sulla sentenza del Giudice di Salerno che ha permesso la diagnosi genetica preimpianto alla luce del terremoto di Haiti:
"Oggi è più semplice, alla luce della verità del terremoto di Haiti, commentare la vicenda della decisione del giudice di Salerno sulla legge 40 (coppia fertile, cui è stata consentita la diagnosi pre-impianto perché portatrice di grave patologia genetica). E’ più semplice per chi ancora si lascia interrogare da quello che accade: la fragilità ci caratterizza, non siamo noi i padroni della nostra vita. Questo si vede anche nelle cose più semplici, non è necessario un terremoto per capirlo; basta una giornata di neve a bloccare ogni nostro progetto e anche quando non nevica la giornata, a sera, quando ci pensiamo, non si è mai svolta come l’avevamo programmata o immaginata.

Ricorda che la difesa della legge 40 in occasione del referendum non equivaleva a considerarla una legge giusta, per la natura inumana delle tecniche di fecondazione in vitro:
Già durante tutto il referendum del 2005 avevamo ribadito questo con ardore in tutti i nostri 225 incontri in giro per l’Italia in difesa appunto della legge 40, in difesa eppure non tacendo tutta la verità sulla tecnica della fecondazione assistita. Il nostro motto era “cos’è l’uomo”, e in questa domanda c’è tutto. La tecnica della FIVET non fa bene all’uomo. E la medicina non è nata per creare uomini in provetta, ma per curare e guarire dove possibile. Abbiamo ridetto questo più e più volte, documentandolo anche con l’evidenza dei dati scientifici, l’aumento delle malformazioni, pari al doppio di quelle presenti nella popolazione nata da concepimento naturale, dei parti plurimi e cioè a rischio, della prematurità grave, del vissuto familiare e di coppia dirompente dopo aver ottenuto il figlio a tutti i costi.

Ma la legge 40 era da difendere perché c’era il rischio del peggio, del disordine programmato. Insomma una legge per dare una regola. Almeno per chi questa tecnica avrebbe voluto usarla"

I "paletti" erano davvero adeguati? No: la legge 40 era destinata ad essere disapplicata.
"Messi i paletti adeguati, nel rispetto di un uomo concepito e non ancora nato, non siamo mai stati ingenui. In un’epoca eticista come è ormai la nostra (cioè in un’epoca dove l’etica è diventata ideologia pura, basata puramente sul “costume sociale prevalente” sul “sentire comune”) l’elaborazione di leggi e norme a partire da criteri quali quello ontologico, oggettivo, cioè inattaccabile perché appartenente alla natura di ogni uomo non serve più alla vita. Nello stato laico ed eticista prima o poi qualsiasi legge è destinata a essere disattesa, meglio trasgredita, nell’impunità assoluta, anzi con il consenso del giudice. Per questo non ci siamo meravigliati dell’ennesima decisione del giudice di Salerno che vanifica totalmente la legge 40; fatto già successo con la legge 194, trasgredita con l’introduzione della RU486 che è incompatibile sostanzialmente e non solo formalmente con essa; e trasgredita ancora dalla pratica di aborto selettivo – vietato dalla legge tout court - in cui fu ucciso per errore il gemello sano, con la successiva assoluzione del medico che l’aveva praticato"

E' facile prevedere cosa succederà della legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento:
E probabilmente succederà così dopo la elaborazione e approvazione della tanto agognata legge sul testamento biologico. Ne siamo coscienti.
Allora non c’è via di uscita? Una domanda è inevitabile: non c’è nessuno in Parlamento o nel tessuto sociale che possa dare un imperioso ALT ai giudici, a chi le leggi dovrebbe far rispettare invece che aiutare a trasgredirle? Domanda ovvia ma non so se fruttuosa.

Dalla constatazione del fallimento di queste leggi nasce un giudizio che va oltre le considerazioni sulle buona o cattiva tecnica legislativa o sulla bontà delle decisioni giudiziali: un giudizio sulla natura di queste leggi, leggi inique e ingiuste:
Una osservazione ne consegue: le leggi ingiuste – quelle originate dalla necessità di regolamentare e consolidare il diritto del più forte sul più debole, oppure nate dal desiderio violento di appropriarsi della vita e della morte propria e/o altrui - sono destinate ad essere trasgredite. Perché sono esse le prime ad aver trasgredito, ad aver disatteso cos’è l’uomo. Non si scherza, è così.

La risposta è l'educazione:
Non se ne esce, se non ritornando al lavoro unico e soddisfacente della vita: quello dell’educazione. Rendere visibile a tutti gli uomini del nostro tempo con la propria vita (atti, gesti, incontri, discorsi ma anche fatti) che la vita è più bella, più intensa e anche drammatica, dura, eppure piena se la accettiamo così come è, se la si vive stando in essa, così come è. Per fare questo occorrono compagni di viaggio che come noi condividano il senso del dolore, della fatica come anche quello della gioia. Il senso della vita insomma. E’ cambiato il tessuto sociale, si è persa la speranza di poter essere contenti nelle condizioni in cui si è, perché si è perso il senso della vita. Dunque legiferare solo non basta: l’educazione è il lavoro tipico dell’uomo, di chi ha coscienza delle cose, e dura tutta la vita, non è mai finita.

Non siamo d'accordo su tutto: ma colpisce come medici, immersi e appassionati del loro lavoro - non certo esperti di leggi e tribunali - giungano con semplicità e chiarezza ad un giudizio negativo e severo su tutte le leggi "ingiuste": quelle già approvate e quelle in corso di approvazione.
Giacomo Rocchi

domenica 3 maggio 2009

Una legge imperfetta che funziona

Una coppia intenzionata a ricorrere alla fecondazione artificiale si informa su quanto è possibile fare:

La fecondazione in vitro è lecita in Italia? Si
Ogni metodo di fecondazione in vitro è permesso? Si
Per accedere alla fecondazione artificiale dobbiamo essere sposati? No, basta essere conviventi
Da quanto tempo dobbiamo convivere? Non è prevista una durata minima, basta anche solo un giorno
Come facciamo a provare che siamo conviventi? Basta un’autocertificazione
Dobbiamo continuare a convivere anche dopo? No
E i singles e le coppie omosessuali? Trovino un amico che acconsenta ad apparire convivente
Ci sono limiti di età? Basta essere maggiorenni; non vi sono limiti massimi
Ma è vero che le donne con più di 38 anni hanno scarsissime possibilità di avere un bimbo in braccio? Si, ma potete provare lo stesso
Le tecniche sono pericolose per la donna? Si, ma se vuoi puoi rischiare
Come fare se l’uomo è assolutamente sterile? Puoi portare del seme maschile al centro e autocertificare che è quello tuo: nessuno controllerà
E se l’uomo o la donna non possono dare il consenso, ad esempio se sono in coma? Basta nominare un amministratore di sostegno e potrete prelevare i gameti dalla persona in coma
La coppia deve essere sterile? Si, ma è la coppia ad autocertificare di non essere riuscita a concepire naturalmente i figli
Siamo una coppia feconda ma uno dei due è portatore di malattia virale trasmissibile: possiamo ricorrere alla fecondazione in vitro? Si
E se temiamo di trasmettere anomalie genetiche al figlio? In teoria no, in pratica si: si tratta di far redigere allo specialista del centro un certificato adatto
Quante volte possiamo tentare di ricorrere alla fecondazione in vitro? Non vi sono limiti ai tentativi; i primi tre li finanzia il servizio sanitario nazionale
Quanti embrioni possono essere prodotti in ogni ciclo? Non vi sono limiti: quanti ne volete o quanti lo specialista riesce a produrre
Ma dobbiamo trasferire tutti gli embrioni creati nel corpo della donna? No, se cambiate idea anche nessuno
Si può fare diagnosi preimpianto sugli embrioni creati prima del trasferimento? Si
Che succede agli embrioni che non vengono trasferiti? Li potete sopprimere o congelare
Ma siamo obbligati ad un trasferimento degli embrioni congelati in futuro? No
Se inizia una gravidanza ma vi sono problemi psicologici? La donna può abortire
Se la gravidanza è gemellare? Si può ricorrere all’aborto selettivo: si uccide un solo bambino
Se il bambino ha malattie o malformazioni? La donna può decidere di abortirlo
Ma è vero che le tecniche aumentano le percentuali di malformazioni o malattie congenite? Si
Vi sono problemi per i genitori e per i figli generati con la fecondazione in vitro? Si, ma ora non ci pensate …

La coppia è perplessa: non capisce se c’è qualcosa che viene vietato.
“Ma la legge 40 non era restrittiva, severa e crudele?”
“No, è una legge imperfetta, ma funziona

Giacomo Rocchi

(Fra qualche giorno dimostreremo le risposte)