Come commentare l'iniziativa provocatoria avvenuta a Bologna nella
quale manifesti per l'applicazione della legge 194 sull'aborto e contro
l'obiezione di coscienza nei consultori e ospedali pubblici sono stati affissi
nella notte sulla sede del Movimento per la vita bolognese, l’ospedale Maggiore
e il Consultorio di via Saragozza?
Leggiamo la rivendicazione: "La sede del Movimento per la vita
bolognese, l’ospedale Maggiore e il Consultorio di via Saragozza, nella notte
tra il 21 e il 22 giugno a Bologna, sono stati sanzionati da giovani donne
impegnate a lottare per la piena applicazione della legge 194. Sulle pareti di
queste strutture sono apparsi dei manifesti recanti l’immagine esplicativa
dell’embrione tanto caro ai pro-life e ai ginecologi obiettori, in nome del
quale negano alle donne accesso alla pillola del giorno dopo e all’interruzione
di gravidanza. Gli obiettori e i pro-life dimenticano la centralità della
decisione delle donne, che sono persone, cioè hanno ricordi e progetti futuri,
relazioni e ruoli sociali, per attribuire dei finti diritti all’embrione, che
ancora persona non è. L’embrione, eliminato durante le interruzioni di
gravidanza ordinarie, ovvero quando non presenta nessuna delle peculiarità
della donna, non può essere considerato titolare di diritti. La legge 194
tutela le donne e non gli embrioni. E i medici del servizio pubblico non
dovrebbero potersi appellare ad alcuna coscienza, dal momento che loro dovere è
garantire il servizio. L’obiezione di coscienza alla legge 194 ha
raggiunto nel nostro paese percentuali insopportabili. In molte regioni la via
più facile per le donne abbienti è ricorrere alle cliniche private, purtroppo
per le meno abbienti, spesso per le migranti, l’unica via praticabile è quella
dell’aborto clandestino. Per questo motivo per noi è arrivato il momento
di lottare contro chi ci vuole negare diritto alla salute e all’autodeterminazione. Pensiamo
che l’interruzione volontaria di gravidanza sia un diritto di tutte le donne.
Non c’è storia che tenga: obiettori di coscienza e cattolici pro life sono dei
fanatici irresponsabili che vorrebbero riportare il paese indietro di 40 anni. Vogliamo
che l’accesso all’ IVG sia garantito h 24 su tutta la nazione. Vogliamo il
movimento per la vita fuori dai consultori e gli obiettori fuori dagli ospedali
pubblici."
Quindi: ignoranza completa sulla situazione effettiva della Regione:
gli obiettori non impediscono affatto un (purtroppo sempre più efficiente)
servizio di aborto e nemmeno l'operatività dei consultori pubblici (a
proposito: le certificazioni rilasciate dai consultori pubblici sono il 64% dei
casi, in costante aumento …)
Eppure: il Movimento per la Vita fuori dai consultori e gli obiettori
fuori dagli ospedali pubblici! Perché? Gli audaci provocatori sostengono che
"la legge 194 tutela le donne e non gli embrioni", ovviamente
ignorando che l'articolo 1 della legge 194 usa esattamente quel verbo: "Lo
Stato tutela la vita umana fin dal suo inizio"; chiedono, poi, che
l'accesso all'IVG sia garantito 24 ore su 24 – evidentemente ignorando che,
dopo il rilascio del certificato, è previsto un termine di sette giorni e,
quindi, la legge 194, di cui rivendicano la "piena applicazione", non
permette affatto di eseguire immediatamente l'intervento a semplice richiesta
(una domanda: gli audaci provocatori pensano che troverebbero medici non
obiettori disposti ad eseguire un aborto alle 3'30 di notte?).
Davvero notevole il concetto dell'arte medica di questi
"sanzionatori": i medici non possono usare la coscienza, "il
loro dovere è garantire il servizio" (se la pena di morte diventasse
legale, il dovere dei medici sarebbe quello di "garantire il
servizio"?).
Insomma: i prolife e gli obiettori saranno forse dei
"fanatici", ma almeno, oltre alla coscienza, usano il cervello …
Un merito a questi provocatori bisogna però riconoscerlo: essi hanno
affisso cartelli con l'immagine di un embrione e si sono confrontati con questa
immagine; naturalmente si sono rassicurati con affermazioni tassative: "L’embrione,
eliminato durante le interruzioni di gravidanza ordinarie, ovvero quando non
presenta nessuna delle peculiarità della donna, non può essere
considerato titolare di diritti".
Notate però l'imbarazzo nel definire la posizione dell'embrione
nell'aborto: esso è "eliminato" (cioè? fatto a pezzi?); ma solo nelle
interruzioni di gravidanza "ordinarie" (ci sono quelle
straordinarie?), quando non presenta nessuna delle "peculiarità della
donna" ("peculiarità"? Quali sarebbero? E davvero l'embrione non
ne presenta "nessuna"?)
Un consiglio a chi è stato vittima di questa (modesta) aggressione:
lasciate quei cartelli con il bambino: guardandolo, anche degli intolleranti
ignoranti come coloro che li hanno affissi qualche pensiero fastidioso ce
l'hanno.
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