sabato 9 marzo 2013

Uccidere i bambini stanca...

Micromega intervista Silvana Agatone, presidente della Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’applicazione della Legge 194 (Laiga) in vista del secondo congresso nazionale.

Il punto di partenza, ovviamente, è il solito: gli obiettori di coscienza sono troppi e rischiano di mettere in pericolo il "servizio" della legge 194 (cioè: l'uccisione a richiesta dei bambini).

Interessanti sono i rimedi proposti dalla d.ssa Agatone.

Come si esce da quello che nel nostro paese si configura sempre più come un vicolo cieco?
"Ci sono tante possibili proposte: aumentare i giorni di ferie per i non obiettori e/o aumentare la loro retribuzione (ma se quest'ultima proposta in questi tempi di crisi è poco attuabile; la prima sarebbe molto interessante anche perché molti dei non obiettori sono sottoposti a quel fenomeno che va sotto il nome di burnout); oppure obbligare le ASL ad assumere un numero sufficiente di personale non obiettore, in grado di garantire l’applicazione di una legge dello Stato. Sarebbe anche estremamente interessante obbligare gli obiettori ad attività extra: per esempio impegnandoli in attività di contraccezione e prevenzione della gravidanza. In fondo coloro che hanno posto obiezione di coscienza al servizio militare hanno pagato un prezzo, essendo stati obbligati al servizio civile, inizialmente per un periodo di tempo persino più lungo di quello del servizio militare. E allora che anche gli obiettori siano obbligati ad impegnare più tempo degli altri nel lavoro! Un lavoro naturalmente coerente con le loro idee. Come per esempio passare più tempo in ospedale o negli ambulatori sparsi sul territorio per la prevenzione delle gravidanze indesiderate"
E allora, quali sono le proposte:
- più ferie per i medici non obbiettori. Sì, perché, ammazzare bambini - chissà come mai - produce stress (burnout), mentre (sembra di capire) i medici che si rifiutano di farlo questo stress non ce l'hanno. Strano, però, i medici non obbiettori si vantano di non lasciare la donna da sola e di garantire l'esercizio dei suoi diritti. Come mai sono così stressati?

- più soldi per i medici non obiettori. Ma sì, paghiamoli di più! L'uccisione dei bambini, evidentemente, è un lavoro così importante (più importante di tanti altri interventi chirurgici!) che merita una paga extra! Un lavoro, forse, di alta specializzazione, in cui si devono superare delle difficoltà tecniche speciali ... (mi viene in mente una fotografia degli anni '70, l'aborto con la pompa per bicicletta ...)

- concorsi separati per non obbiettori: cosicché l'esercizio di un diritto costituzionalmente garantito come l'obiezione di coscienza dovrebbe produrre una discriminazione a danno di chi lo esercita ... davvero democratici questi medici non obbiettori!

E infine:

- facciamo lavorare di più i medici non obbiettori! Sì, perché, evidentemente, secondo la d.ssa Agatone, mentre i poveri medici non obiettori si rompono la schiena ad ammazzare bambini in serie, quelli obiettori si ritrovano per ore davanti alla macchinetta per il caffè a raccontarsi barzellette ...

Interessante è il riferimento alle vicende del servizio civile sostitutivo di quello armato (obiezione di coscienza al servizio militare): la d.ssa Agatone ricorda che gli obiettori di coscienza "inizialmente" erano obbligati a prestare il servizio civile per un periodo di tempo persino più lungo del servizio militare (otto mesi) e conclude convinta: "gli obbiettori siano obbligati a lavorare di più!". Già: ma l'illustre medico non ricorda come mai quegli otto mesi in più per gli obbiettori di coscienza al servizio militare scomparvero; non ricorda, in particolare la sentenza della Corte Costituzionale n. 470 del 1989 che dichiarò illegittima la legge proprio su quel punto. Leggiamo insieme alla d.ssa Agatone il passo finale di quella pronuncia: 
"la differente durata del servizio sostitutivo, a causa delle limitazioni che comporta per il normale sviluppo della vita civile, rivestirebbe chiaramente quel significato di sanzione nei confronti degli obiettori che già si è stigmatizzato, ledendo, altresì, i fondamentali diritti tutelati dal primo comma dell'art. 3 e dal primo comma dell'art. 21 della Costituzione, in quanto sintomo di una non giustificabile disparità di trattamento per ragioni di fede religiosa o di convincimento politico e, nello stesso tempo, freno alla libera manifestazione del pensiero".

Guarda un po:' la Corte Costituzionale aveva previsto, con 25 anni di anticipo, le intenzioni che avrebbero spinto i fautori della legge 194: volontà di discriminare gli obbiettori "per ragioni di fede religiosa o di convincimento politico", volontà di porre "un freno alla libera manifestazione del pensiero" ...

Davvero democratici questi medici della LAIGA ...

Giacomo Rocchi

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