giovedì 7 marzo 2013

Lo scienziato sensibile ... un sogno

Il prof. Umberto Veronesi tiene un blog all'interno del sito web che porta il suo nome (www.fondazioneveronesi.it).

L'ultimo post ha un titolo accattivante: "ASCOLTIAMO I NOSTRI FIGLI, “INESPERTI” MA SAGGI". Vi si legge: 
"Non dobbiamo più liquidare con un sorriso e un’alzata di spalle l’emozione che esplode in rete quando c’è una vera e propria mobilitazione per salvare i bambini nel grembo della madre destinati all'aborto, o quando un’opinione pubblica prevalentemente di giovani commenta con indignazione l'eutanasia di disabili o di anziani malati.
I bambini prima della nascita e i soggetti in stato di incoscienza non hanno l’anima? Riconosciamogli almeno la capacità di esseri «senzienti». Esseri vivi e palpitanti, che sentono il disagio, il dolore, la paura, l’angoscia. Non facciamoli nascere per farne delle «cose», sottomesse all'inaudita violenza con cui noi trattiamo ciò che secondo noi origina dal nulla e torna nel nulla, e che perciò ci sentiamo autorizzati, senza alcun rimorso, a manipolare e a distruggere a nostro piacimento"

Che bello! Che sensibilità: il grande e anziano scienziato che contribuisce al progresso della nostra società, ad una coscienza collettiva che riconosce che tutti gli uomini, dal concepimento alla morte naturale, sono uguali e hanno diritto a vivere e ad essere amati!

Driiin! Suona la sveglia. Mi sveglio con una sensazione di felicità, quasi leggero. Voglio rileggere quel post, voglio farlo conoscere a più persone possibile. 
E leggo:
"Non dobbiamo più liquidare con un sorriso e un’alzata di spalle l’emozione che esplode in rete quando c’è una vera e propria mobilitazione per salvare gli agnellini pasquali avviati alla macellazione, o quando un’opinione pubblica prevalentemente di giovani commenta con indignazione l’abbattimento di un lupo o di un orso. Gli animali non hanno l’anima? Riconosciamogli almeno la capacità di esseri «senzienti». Esseri vivi e palpitanti, che sentono il disagio, il dolore, la paura, l’angoscia. Non facciamoli nascere per farne delle «cose», sottomesse all’inaudita violenza con cui noi trattiamo ciò che secondo noi origina dal nulla e torna nel nulla, e che perciò ci sentiamo autorizzati, senza alcun rimorso, a manipolare e a distruggere a nostro piacimento."
Ah, era un sogno ... per fortuna è vero che molti nostri figli sono sì, inesperti, ma assai più saggi di tanti professori ...

Giacomo Rocchi

Nessun commento:

Posta un commento