E’ tornata oggi d’attualità sui giornali la legge 40 sulla fecondazione assistita: se sia giusto o no vietare la
selezione pre-impianto.
E’ un falso dilemma perché il male viene prima della legge 40: non è lecito che la vita di un figlio abbia inizio nella solitudine di una provetta di laboratorio anziché dentro al grembo della sua mamma.
L’unico modo lecito di procreare è che il concepimento avvenga dopo un atto unitivo sponsale, così come il Padre -creatore della vita- nella sua somma sapienza, ha stabilito.
Con la fecondazione extracorporea la donna non è messa incinta dal proprio marito (che è l’unico modo lecito), ma viene messa incinta con un atto medico.
Allora, ci si domanda: “Che cosa fare davanti al dramma della coppia infertile o della coppia portatrice di malattia genetica? Fin dove la scienza medica può arrivare?” Ecco, la scienza medica ha il dovere di curare – per quanto può fare – le cause dell’infertilità, ma poi si deve fermare … non può sostituirsi all’atto unitivo
degli sposi: questo è gravemente illecito!!! E non si parli di ‘diritto di avere un figlio’ perché non esiste il diritto di avere un figlio (è un desiderio… ma il desiderio non è un diritto); esiste invece il diritto del figlio (questo sì!) di venire concepito nell’amore dei genitori, secondo il disegno di Dio, così come ha avuto origine
la vita di noi tutti: la ‘mia’ vita, la vita dei ‘miei’ genitori, dei ‘miei’ figli…..
E soprattutto non si dica che la legge 40 è una legge cattolica e che è cattolico chi la difende, perché la legge 40 è gravemente ingiusta in quanto autorizza un modo di procreare moralmente illecito. E questo lo afferma il Magistero della Chiesa.
Il solo merito (se così si può dire) è quello di essere forse meno peggiore delle leggi in vigore in altre nazioni.
Tutto qui.
Bologna, 29 agosto 2012
Paola Pareschi Baravelli
Casalecchio di Reno (BO)
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