Mario Paolo Rocchi commenta l'articolo "«Uno di noi»: parte la campagna europea per la vita", a firma di Francesco Ognibene, apparso su Avvenire del 15/05/2012, visionabile qui :
Il solerte cronista di un quotidiano che si pubblica “per amare quelli che non credono” (e quelli che credono? Chissà?….) ha decretato l’ “archiviazione” della Marcia dei 15.000 che domenica hanno ravvivato in letizia il centro di Roma, dicendo e cantando il proprio NO alla tristezza della cultura di morte e ai suoi paladini.
Francamente, secondo me il cronista – di cui non si può non dire ogni bene – alla marcia non c’era. Sennò avrebbe capito, e se il direttore avesse autorizzato avrebbe scritto, che questa serena presenza dipopolo chiedeva – e promette – l’archiviazione di quella certa situazione di monopolio verticistico clerico-buonista, di quella autoreferenziale nomenclatura che include anche realtà e firme cattoliche, e ispirata alle strategie del compromesso, del male minore, del politically correct, arriva persino a chiedere l’ applicazione integrale della legge abortista, la cui “ratio” sarebbe addirittura “evitare l’ivg”; e incorona come buona la omicida provetta, purché familiare. E, naturalmente, scomunica chi ha qualcosa da ridire.
Ogni promessa è debito. Speriamo che questo rinascente protagonismo di popolo la mantenga.
Mario Paolo Rocchi
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